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Mentana a Boves spiega perché le leggi razziali "italiane" sono una ferita ancora aperta

CUNEO

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ALICE MARINI - Il giornalista Enrico Mentana sarà a Boves, in provincia di Cuneo, domenica 6 maggio per l'ultimo degli appuntamenti in calendario della rassegna "Frammenti di Pace" che, dall'anno scorso, ha voluto toccare, con diversi ospiti (tra cui Vladimir Luxuria), argomenti di grande sensibilità. L'incontro (gratuito) si terrà all'Auditorium di piazza Borelli alle 17,30.

"Mentana l'abbiamo conosciuto perché ha fatto parte della giuria del Premio per il giornalismo d’inchiesta “Giustizia e verità” intitolato a Franco Giustolisi - spiega Enrica Giordano, coordinatrice della Scuola di Pace - di cui la città di Boves ha ospitato la terza edizione lo scorso gennaio".

Figlio di mamma ebrea e papà cattolico, il direttore del Tg La7, con la sensibilità che gli è propria, interverrà parlando di fascismo e democrazia a 80 anni da quando l’Italia varò le leggi razziali, firmate dall’allora re Vittorio Emanuele III. Era il 1938 e l'anniversario rappresenta una ferita ancora aperta, come dimostrato dalle recenti polemiche in occasione del rimpatrio delle salme dei Savoia al Santuario di Vicoforte Mondovì.

La città di Boves, Medaglia d’oro al valor civile e militare, è stata vittima delle rappresaglie tedesche a ridosso dell’Armistizio dell’8 settembre, contando 68 caduti tra civili e partigiani e centinaia di case date alle fiamme. Nel 1983 è nata la Scuola di Pace, istituzione comunale finalizzata alla formazione di “operatori di pace”.

Alice Marini

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