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Marina Abramovic ad Alba: "La cucina di nonna è stato il fulcro del mio mondo"

ALBA

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La famiglia Ceretto prosegue il suo impegno nella promozione dell’arte contemporanea e ospita ad Alba, nel cuore delle Langhe, in provincia di Cuneo, la straordinaria artista di fama internazionale Marina Abramovic. Giovedì 28 settembre alle 18, nel Coro della Maddalena (via Vittorio Emanuele II 19), si terrà l'inaugurazione in presenza dell'artista della video-installazione Holding the milk da "The Kitchen, Homage to Saint Therese" (2009). L’opera rimarrà esposta dal 29 settembre al 12 novembre con ingresso libero (orari: da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle ore 18, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 18).

"The Kitchen, Homage to Saint Therese" è un progetto artistico elaborato da Marina Abramovic nel 2009, costituito da nove fotoritratti e tre opere video, di cui ad Alba si vedrà "Holding the Milk". I video sono girati nella cucina dell’ex convento La Laboral a Gijón, un monastero certosino ormai abbandonato dove un tempo le monache accudivano bambini orfani; l’opera rimanda alla vita della mistica Santa Teresa di Avila, intrecciandosi coi ricordi dell'infanzia dell'artista.

Come spiega la stessa Marina Abramovic: “La cucina di mia nonna è stato il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì. L’ispirazione di questi lavori nasce dalla combinazione tra la rievocazione della cucina della mia infanzia, la storia di Santa Teresa d’Avila, e questa straordinaria cucina abbandonata piena di bambini, tutto insieme e nello stesso momento.”

Marina Abramovic è stata una pioniera dell’art performance sin dall’inizio della sua carriera, negli anni '70, a Belgrado, dando vita, già dai primi lavori, ad alcune delle sue manifestazioni più celebri. Il corpo è sempre stato sia oggetto che strumento d’arte. Esplorando e mettendo alla prova i propri limiti fisici e mentali, la Abramovic ha resistito e superato il dolore, lo sfinimento e il pericolo nella ricerca e desiderio di sperimentare la trasformazione emotiva e spirituale.

Abramović è stata premiata con il Leone d’oro come miglior artista nel 1997 durante la La Biennale di Venezia. Nel 2008 le è stata conferita la Austrian Commander Cross per il suo impegno e contributo all’arte. Nel 2010, negli Stati Uniti, ha avuto luogo la prima e più importante retrospettiva sul lavoro dell’artista. Contemporaneamente la Abramovic si è esibita per 700 ore in “The Artist is present” al MoMA The Museum of Modern Art di New York . Nel 2014 ha completato, dopo 3 mesi di performance, il progetto “512 Hours” alla Serpentine Gallery di Londra. L’artista ha poi istituito il Marina Abramovic Institute (MAI), una piattaforma nata con l’intento di creare collaborazioni e relazioni tra pensatori di tutti i campi, dedicati a progetti immateriali e di lunga durata. L’istituto ha raggiunto la sua forma più significativa e completa nel 2016, grazie alla collaborazione con NEON nel lavoro “As one”, presso The Benaki Museum di Atene.

La sua ultima pubblicazione è "Attraversare i Muri" ("Walk Through Walls: A Memoir", edito nell’Ottobre 2016 da Crown Archetype), tradotto in Italia da Bompiani. La sua retrospettiva, "The Cleaner", è stata inaugurata al Moderna Museet di Stoccolma nel febbraio 2017 per poi passare al Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca, quindi ad Oslo presso l’Henie Onstad Kunstsenter a Bonn al Bundeskunsthalle e infine in Italia presso Palazzo Strozzi a Firenze.

 

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