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Map di Bra e un pezzo della sua storia

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Map, alias Marzio Avalle, nasce a Bra, in provincia di Cuneo, il 14 aprile 1939. Cresce in un appartamento grande. Scorrazzando con i tre fratelli, Eraldo, Ezio e Tullio, per un lungo corridoio di 17 metri che divideva le stanze. La prima volta che ho varcato la soglia di casa Avalle, ho capito che era un mondo diverso dal mio. Slam, la porta di legno alle nostre spalle.

“Mamma, sono Marzio!” Ci infiliamo nella seconda stanza a sinistra: il laboratorio di fiori di pannolenci. Mamma Jolanda pedala alla macchina da cucire; papà Pippo, spiega alla signora Arlenghi, la lavorante più anziana, come pinzare i gambi alle margheritine, senza che si vedano i punti. Un saluto corale di una sei di lavoranti, tutte femmine, ci accoglie con calore e un po' curiosità.

Mamma e papà, mi rivolgono grandi sorrisi di approvazione. Anche Cico, il gatto nero di casa, miagola, si struscia tra le gambe e lampeggia gli occhi verdi per darmi il benvenuto. Ma il sorriso più luminoso di tutti è di Tullio, il quarto dei figli Avalle. E' un dolce ragazzo down, tartaglia un po', e a suo modo mi dice: “Buon-giorno signo-rina” e poi si rivolge al fratello: “E' pro-prio bella! Come si chiama?”.

Un po' in imbarazzo, mi guardo attorno. Sono in un giardino di fiori di pannolenci. Colorati, belli e di ogni specie. Spuntano da ogni dove. Tutti lavoravano alacremente. Quel laboratorio sfornava migliaia di pezzi al mese. Ma l'altra sorpresa è lo studio, laboratorio di Marzio. Una stanza zeppa di suoi quadri e di sculture in legno e di oggetti originali, creati e costruiti da lui, con ogni genere di materiale. Ero piombata in un universo di creatività.

Da quel giorno capii che la mia vita sarebbe cambiata. E lo capii anche dalle prime uscite con Marzio. Lui mi camminava affianco, tenendo con destrezza il manubrio della sua spider a due ruote, e tutti, ma proprio tutti:”Ciau Map!” Da quel dì divenni anch'io Map, dopo vari passaggi: Fiorella, la morosa di Map; Fiorella, la fumla 'd Map e poi Fiorella Map. E basta.

“Ma perchè ti chiamano Map?”gli chiesi. “E' Tullio il mio fratello più piccolo a chiamarmi così. Non riusciva a pronunciare il mio nome. Ormai sono Map per tutti.” La sua dichiarazione fu breve e concisa: “Cosa ne dici se ci mettiamo in società?” mi disse una sera di novembre sul ponte di Stura. Eravamo sospesi nella nebbia. Non si vedeva neppure l'acqua. Le parole non furono molto romantiche, ma sapevo che per lui lo erano.

Così, sorpresa e confusa, risposi che non sapevo. E poi, erano già un quarto alle otto: “E adesso, cosa dico a mio padre? Sono in ritardo di quasi un'ora. Mi ammazza”. E lui, calmo, sorridendo: “Ma no! Stai tranquilla. A casa ti ci accompagno io. Lo spiego io a tuo padre”. “Già, bravo così ammazza anche te!”. Mio padre non l'ammazzò. Fu preso in contropiede da un giovanotto, di 24 anni, che osava giustificare il mio ritardo.

Con un grugnito gli chiese: “Scusi, ma lei chi è?” “Sono Marzio Avalle e vorrei sposare sua figlia”. “Mia figlia ha sedici anni, deve finire gli studi. E poi, lei non sa che mia figlia è una ribelle, una scavezzacollo, una buona a niente. Buonasera.” Mia madre, invece, già conquistata da quell'audace, si tradì e disse: “Bene signor Marzio, quando vede mia figlia in giro, la riaccompagni subito a casa.

Noi andiamo a tavola alle 7 in punto!” Marzio mi accompagnò tutte le sere a casa. Per le 7 in punto. Poi un giorno, il 25 settembre del 1965, fù mio padre ad accompagnarmi all'altare. Ma nel tragitto dal sagrato all'altare, andava troppo veloce per le mie scarpette tacco 15 e l'abito stretto. “Babbo, per favore, vai più piano. Non vedi l'ora di scaricarmi, eh?” E fino all'ultimo lo disobbedii. Non salii sull'auto di piazza, come facevano tutte le spose per bene, ma sulla spider rossa di Marzio. Ero felice e libera, come lo strascico del vestito che svolazzava al vento.

Fiorella Avalle Nemolis

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