Sabato scorso un centinaio di persone sono scese in piazza per il sit-in promosso dal Comune. In quell'occasione il vescovo ha lasciato un messaggio importante, che riportiamo per intero:
"Partecipo con voi, come vostro vescovo, una voce piccola, ma accanto alla vostra, possa giungere per invitare al dialogo, per dare una speranza al popolo ucraino e a tutta l’umanità. A quanti piangono la perdita dei loro cari, specialmente di giovani e dei bambini, stroncati dagli orrori di una guerra che non risparmia nessuno.
Sono venuto come disse San Giovanni Paolo II: “come messaggero di concordia e di pace, mosso dal desiderio di pormi al fianco delle vittime della sopraffazione, della violenza e di una guerra senza senso”.
I contatti di questi giorni, tanto lodevoli, nell’intento di far terminare finalmente il conflitto, non hanno ancora prodotto l’intesa necessaria per raggiungere la pace.
Come scrivevo in questa settimana: "quando il potere sceglie la guerra invece del dialogo, è perché non gli interessa l’uomo, ma si chiude in una dittatura inumana finalizzata al proprio egoismo. Chi desidera la guerra è un uomo che ha perso la sapienza del cuore e quella di Dio”.
Non è più possibile ignorare l’implorazione di quanti, uomini, donne, bambini, giovani, vecchi, attendono con ansia che si ponga fine a questa guerra e si faccia spazio alla possibilità dell’incontro!
Ricordo ancora le parole di San Giovanni Paolo II: “ciò che viene conquistato o eliminato con la forza non fa mai onore ad un uomo o alla causa che desidera promuovere” (San Giovanni Paolo II 1994). Queste parole le rivolgo a Lei, presidente Putin, perché sia ricordato dal suo popolo, come un uomo capace di conversione per il bene e la vita degli uomini.
Per questo con voi voglio innalzare questa preghiera, scritta da San Giovanni Paolo II, costruttore di pace: "Guerra, avventura senza ritorno".
(Foto di Pietro Battisti)