MONDOVì
TIRIAMO LE SOMME. DALLA CHIUSURA DI EXPO, PASSANDO PER IL PADIGLIONE COREA PER POI FARE UN SALTO IN BRASILE E PORCI UN PAIO DI DOMANDE IN SEGUITO ALLO STUDIO DELLA LAV...
SARA BRACCO - A pochi giorni dalla chiusura dell'Expo crediamo sia tempo di mettere anche noi voce in capitolo. Che sia l'anno del CIBO l'avevamo capito, che ogni scusa sia buona per costruirne un evento ancora di più, ed è proprio questo che da un anno a questa parte ci sta capitando intorno e inevitabilmente addosso.
Lunedì è toccato anche a noi una gita fuori porta a Milano per perdere malamente tempo dietro a parodie di consumismo racchiuse in padiglioni di innegabile creatività architettonica. Ma all'interno che aspettarsi se non vetrine commerciali di questo o quell'altro paese.
Facile ritrovarsi a fine visita con questa domanda: il cibo, la consapevolezza alimentare, la presa di posizione verso un reale cambiamento alimentare necessario ed in atto dove sta?.Travestire tutto con tematiche ecosostenibili è stato facile ma la responsabilità su cosa poteva fare a riguardo ogni paese siamo certi se la siano presa?. Ad oggi purtroppo mi sento di dire che siamo di fronte a un vero proprio fenomeno di tendenza di cui Expo ne ha rappresentato il parco divertimenti.
Come fare la differenza? Qualche padiglione c'è riuscito, due in particolare quello della Corea e quello del Kuwait. Ai visitatori del padiglione Corea viene infatti rivolto un quesito cioè cosa dice il nostro corpo. Ponendo l'attenzione su l'eccesso dl consumo, sul preconfezionamento e l'esaurimento delle risorse umane. Come rispondere a questa realtà?
La posizione della Corea è chiara e si traduce in tre parole: equilibrio (scelta di cibo stagionale, varietà di colore e ingredienti da mettere nel piatto e due alimenti base il riso e i contorni). La seconda parola è fermentazione, tecnica alla base della cucina coreana come simbolo di crescita di vita, infatti nell'attività di fermentazione avviene la scomposizione della materia organica originaria dando origine a nuovi elementi dalle indubbie proprietà. Ed infine conservazione degli alimenti e della terra. Il cibo per il futuro quindi per la Corea non è ricercare nuove specie da divorare ma un cibo in armonia con la natura, che porti guarigione e salute.
Al Kuwait invece il tema dell'acqua inevitabile problema nonché risorsa con cui fanno i conti questo come molti altri paesi aridi.Alla domanda posta al visitatore: sapete cosa noi attendiamo una volta all'anno? ci si ritrova immersi in un vero e proprio temporale digitale di suoni ed immagini la cui fine è lo sbocciare tra dune aride di piccoli germogli. Mentre il Brasile non risponde di certo alla domanda con il padiglione Expo qualcuno nel paese risponde e per strada. E' di pochi giorni fa la notizia http://www.greenme.it/approfondire/buone-pratiche-a-case-history/18061-frigoriferi-della-solidarieta-brasile. Per ridurre gli sprechi e per solidarietà perchè non installare un frigorifero per strada in cui ognuno possa riempirlo con alimenti non consumati evitando così lo spreco ed essendo d'aiuto? L'idea è partita da Fernando Barcelos, uomo daffari brasiliano il cui l'interesse era solo cambiare le cose, fare qualcosa.Torniamo quindi al solito punto. I cambiamenti partono dal piccolo, da noi.L'articolo che vi metto qui di seguito invece è uscito su la Repubblica e casca proprio a pennello ci parla infatti di come la differenza anche un solo giorno a settimana può cambiare le cose. Vi rimando qui il link all'articolo (http://www.repubblica.it/ambiente/2014/12/19/news/un_giorno_di_dieta_vegana_a_settimana_cos_italiani_possono_salvare_12mln_di_animali-103299488/?ref=fbpr).
Quindi ad oggi se rinunciare a una bistecca a settimana in un anno salveremmo 910 metri quadri di foresta e non solo come sappiamo aiuteremmo anche la nostra salute..perchè non tentare? Invece di correre al supermercato a ricercare alternative vegetali spesso economicamente poco vantaggiose o di indubbia qualità perchè non chiamare in appello la notevole quantità e qualità di prodotti che troviamo nelle nostre campagne e che abbiamo la fortuna avere qui in Italia. Cereali e contorni, verdure di stagione o fermentate, parlammo un paio di articoli fa di prodotti fermentati ed infine legumi. Un'alimentazione di questo tipo garantirà sicuramente armonia, guarigione e salute.
E se volessimo iniziare con questo cambiamento anche un solo giorno a settimane eliminando i prodotti di origine animale che mi porto a tavola? Nella cucina asiatica è molto facile trovare specialità vegetariane, grazie alla forte presenza nella maggior parte dei paesi della religione buddista, inoltre tale cucina vegetariana è spesso vegan, in quanto i latticini sono poco utilizzati in quei paesi, sarà un caso che ci siano così tanti centenari asiatici?
Sara Bracco
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Zuppa di Udon
200 gr di udon
6 foglie di cavolo nero
3 patate piccole
2 cipollotti freschi
2 litri di brodo vegetale
1 pezzo di zenzero grattugiato
1 carota tagliata a fettine sottili
semi di sesamo
1 cucchiaio di miso
Tagliare i cipollotti sottili e insieme allo zenzero grattugiato e i brodo vegetale portare il tutto a bollore. A questo punto buttare all'interno le patate (precedentemente tagliate a strisce) e gli udon. Cuocere per 4 minuto e poi aggiungere il cavolo nero tagliato a tocchetti e cuocere ancora per 2 minuti. A fuoco spento aggiungere il miso e mescolare finchè non sarà sciolto. Coprire e far riposare per 2 minuti. Servire in ciotola ed aggiungervi sopra le carote tagliate a julienne e i semi di sesamo tostati.