BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Raccolgo la testimonianza sull'emergenza Covid-19, di Caterina Marengo insegnante della classe 1 C, della scuola Edoardo Mosca a tempo pieno di Bra, in provincia di Cuneo.
E' stata una rivoluzione che, nella scuola, ha stravolto il rapporto alunno insegnante: niente classe, niente cattedra, niente lavagne, e niente compagni.
La tecnologia si sostituisce all'uomo, ma la domanda è: fino a che punto può farlo?
“Quando il 21 febbraio si sono interrotte le lezioni abbiamo compreso che solo con un team di docenti affiatato avremmo potuto vincere questa sfida - spiega l'insegnante Caterina Marengo - e, così è stato, grazie ad una armoniosa e costante sinergia con le mie colleghe FortunataTripodi e Tiziana Fissore.”
“La vera sfida?” “Nella nostra classe, una prima elementare, quindi in fase di costruzione, con 25 alunni di diverse culture, si è creato un problema serio: raggiungere a distanza tutti i nostri bambini e anche i genitori, con i quali abbiamo rinnovato un'alleanza per sostenerli, sciegliendo la modalità più agevole per le lezioni a distanza.”
“Quali i canali prescelti?” “In accordo con loro, Whatsupp, per le comunicazioni più urgenti, e per le video chiamate, mentre ci siamo inserite nella chat di classe, inoltre fornendo ai genitori i nostri contatti telefonici privati.
Vincente anche la creazione del sito, suddiviso in sezioni, una di varie discipline didattiche, e l'altra di giocose condivisioni per gli auguri di compleanno dei bimbi, con piccoli scherzi, e altre bizzarre sorprese.
Lontani, ma vicini, il messaggio che ci stava a cuore di dare.
“La reazione dei bambini?” “Hanno risposto inviando una valanga di video, audio, foto, ma soprattutto un dettagliato racconto delle loro attività quotidiane durante chiusura per l'emergenza. Con entusiamo ci hanno aperto le loro case, c'era aria di famiglia.”
“Un momento bello, emozionante?
“Quando il primo maggio tutti, bambini, genitori e insegnanti, ci siamo ritrovati sul canale meet, per la tombolata di primavera, al vincitore è anche stato recapitato il premio a casa.”
“L'aspetto più significativo di questa esperienza?” “Essere riusciti, malgrado le difficoltà, anche di ordine pratico, a mantenere il contatto e sostenere i bambini, scoraggiati, frastonarti, da ciò che stava accadendo, facendoci sentire uniti, anche se lontani.”
“In che modo?” “Con la mia lettura di una storia, ogni giorno; con video chiamate settimanali, tra un gruppo di tre alunni e un insegnante, finalmente un'incontro di sguardi, una vicinanza e anche una verifica sul nostro operato.”
“Avete ricevuto richieste d'aiuto dalle famiglie?” “Eh sì, erano veri s.o.s, tanto che predisponemmo chiamate quotidiane individuali con bambini in difficoltà per sostenerli nell'apprendimento, sopprattutto con quelli stranieri.”
“Un commento finale?” .
“La vera scuola educativa è quella in presenza, fatta di fisicità, di sguardi, di sorrisi, insomma di vita, impossibile surrogarla con un monitor.
Per questo motivo nell'istituto comprensivo Bra 1, stiamo attivando concretamente un gruppo per uscire dall'emergenza e a settembre, ripartire tutti insieme, in sicurezza.
Crediamo in una scuola che offra a tutti le stesse opportunità, a distanza non è possibile.
Fiorella Avalle Nemolis