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Quel 26enne di Genola andò a Roma "doppiando" il viceministro appoggiato dai "big" di Cuneo

CUNEO

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ANGELO BODINO - Lunedì 5 marzo Matteo Renzi, in una conferenza stampa televisiva, ha riconosciuto la sconfitta del Pd senza fare alcun "mea culpa" per il disastroso risultato elettorale ottenuto. Quindi "chi è causa del suo mal pianga se stesso”. (leggi qui i risultati del collegio di Cuneo per la Camera).

Sempre con il sorriso sulle labbra, il buon Matteo ha dato di fatto (ovviamente senza fare esplicitamente tutti i nomi) la colpa della débâcle del suo Pd a chi? Al presidente della Repubblica Mattarella, che non ha indetto le elezioni nel 2017 e così “è stato compiuto un errore grave nel non capire che sarebbe stato bene votare in una delle finestre elettorali del 2017, approfittando delle elezioni di Francia e Germania sull’appartenenza europea”. Al presidente del Consiglio Gentiloni, che ha condotto una campagna elettorale "fin troppo tecnica". Al ministro Minniti, che è riuscito a perdere a Pesaro con un candidato del M5S espulso e “scappato dalla campagna elettorale per la questione delle restituzioni mancate”. A Liberi e Uguali, che se ne sono andati via dal Pd di Renzi, che non hanno fatto un risultato soddisfacente, ma (guarda caso) sono stati determinanti nel contribuire a far vincere la coalizione di centrosinistra con Zingaretti nella Regione Lazio.

E poi, sempre con il sorriso sulle labbra, ha annunciato le dimissioni da segretario del Pd, che dovrebbero finalmente concretizzarsi nella lettura di una lettera di Renzi da parte del presidente del Pd Orfini lunedì prossimo in Direzione, presente (preannuncia per ascoltare e non ancora per parlare, il ministro Calenda neoiscritto al partito).

Caro Renzi, ci permetta tuttavia di commentare la sua comparsata televisiva riprendendo le parole espresse dall’ex capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda: “La decisione di Matteo Renzi di dimettersi e, contemporaneamente, rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo. Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. Quando Veltroni e Bersani si sono dimessi lo hanno fatto e basta”. Comunque sia, nell’attesa di quel che potrà succedere a livello nazionale, che ne dite se ci soffermiamo in quel di Cuneo per capire gli effetti causati dalla legge elettorale cosiddetta Rosatellum, che avevamo (giustamente) criticato con asprezza nel nostro ultimo articolo pre-elezioni?

Prendiamo ad esempio il collegio uninominale 07 di Cuneo per la Camera, ove la coalizione del centrosinistra con capolista Andrea Olivero che - pur essendo viceministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali, sponsorizzato "alla grande" dal sindaco Federico Borgna, dall’assessore regionale Alberto Valmaggia e dal presidente piemontese Sergio Chiamparino - con il modesto risultato del 24,05% (ventiquattro per cento!) è stato sonoramente sconfitto da quella del centrodestra con capolista il giovane  (26 anni) Flavio Gastaldi della Lega, finora consigliere comunale a Genola, che ha totalizzato il 46,67% (lo scrivo anche qui in lettere, amici di Cuneo, per darvene l'assoluta certezza: quarantasei per cento)

Ebbene, chiunque sia dotato di logica e buon senso politico, dopo un simile risultato, dovrebbe ammettere l’inequivocabile sconfitta. E invece ciò non avviene, perché c’è ancora qualche renziano-borgnano-valmaggiano che persiste nel gioire della vittoria ottenuta con l’elezione di tre parlamentari, vale a dire Chiara Gribaudo eletta perché al primo posto nel proporzionale Piemonte2 "blindata" da Renzi&Orfini, il ministro Roberta Pinotti non eletta a Genova e ripescata sempre con il proporzionale "Rosatellum" e il neosenatore (già deputato) fossanese Mino Taricco, eletto con i resti gentilmente offerti anche dalla lista "+Europa" della Bonino, che in tutta Italia non ha raggiunto il quorum del 3%, ma che a Cuneo ha fatto circa il 5%.

Capito cari elettori, che vi siete dovuti sorbire prima di questo articolo alcuni capolavori di dichiarazioni su Facebook e anche su un po' di carta stampata locale?

In conclusione (almeno per il momento): il Pd andrà o non andrà a fare da stampella al M5S? La Lega si metterà d’accordo o non si metterà d’accordo con il M5S? Sarà o non sarà "inciucio" da una parte o dall’altra? E no, cari deputati e senatori eletti all'Uninominale (che in provincia di Cuneo sono tre, vincitori delle vere sfide, tutti del centrodestra, e cioè Gastaldi, Costa e Perosino) o nel Proporzionale, per rispetto degli elettori che sono andati a votare in massa superando il 70%, ciò non può e non deve avvenire e affinché ciò non avvenga c’è solo da sperare nella saggezza del presidente della Repubblica Mattarella che stimoli la costituzione di un governo "di scopo" con l’unico scopo di elaborare un’altra legge elettorale nel pieno rispetto della dignità della Democrazia con la “D” appunto maiuscola e della Politica con la “P” sempre maiuscola.

Angelo Bodino

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