CUNEO
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Sanremo sì, Sanremo no. E Sanremo è stato! Un Fiorello vestito da Achille Lauro, il cantante che scandalizza per i suoi look stravaganti. E allora Renato Zero? Io c'ero nei magnifici anni Settanta, faceva scalpore per i suoi scenografici costumi di scena.
Lo showman ha bucato lo schermo indossando un sontuoso mantello coperto di fiori, un giardino primaverile, sulle note di "Grazie dei fior", il brano vincitore interpretato da Nilla Pizzi il 29 novembre del 1951. Un richiamo significativo alla prima edizione del Festival della canzone italiana.
Le poltrone rosse dell'Ariston miseramente vuote, "senza culi" dice Fiorello per rimarcare l'assenza di pubblico. Così che per animarle ha intimato ai braccioli "sù, giù!". Una ironica ginnastica da camera, anzi da platela. Amadeus che annuncia i brani musicali assediato dalle sue gag di Fiorello in un varietà con musica e scenografie spettacolari.
Loredana Bertè che galvanizza le poltrone vuote, suscitando amore o odio. Divide da sempre, vestita da tutti i giorni, abitino nero, corto, molto corto. Capelli turchini sciolti, appena asciugati, cosparsi di farfalle, non si è fasciata la testa per scegliere il look della festa, lei interpreta se stessa. Coerente, di rottura sempre, irriverente, un po' bambina. Un'artista e basta.
E poi, e poi... ancora spettacolo e musica. Un festival che scatenerà polemiche, non è una novità! Il suo pregio? Per una volta i cantanti al posto dei virologi. Uno schiaffo al Coronavirus: un augurio di rinascita.
Fiorella Avalle Nemolis