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Lago di Moiola, un progetto che sarebbe da realizzare con o senza contributo europeo

MONTAGNA

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PIERCARLO BARALE - La Giornata Mondiale dell’Acqua ha posto all’attenzione generale la necessità di nuovi urgenti approvvigionamenti idrici. Non solo per l’utilizzo agricolo e per le lavorazioni industriali, ma per fronteggiare il sempre maggiore consumo alimentare e domestico. Riduzione dei consumi, riutilizzo, nuovi approvvigionamenti, aumentano le quantità disponibili. Necessitano però fonti da aggiungere a quelle in uso. Esaurita da tempo la ricerca di sorgenti, arrivato quasi al limite l’emungimento dal sottosuolo, la disponibilità di grandi quantità è possibile solo con nuovi invasi sui fiumi o in siti vocati.

Le portate dei fiumi sono note fin dall’inizio del secolo scorso, quando vennero costruite le dighe ancor oggi in attività. Lo scopo era esclusivamente la produzione idroelettrica per illuminazione privata e pubblica, elettrificazione delle ferrovie, produzione industriale, particolarmente rivolta all’alluminio ed alle filature. Carbone, nafta e poi gasolio erano riservati al riscaldamento dei fabbricati privati e pubblici ed alla grande industria. Nuove fonti, sempre fossili, come il metano, sostituirono quelle inquinanti. L’elettricità, in assenza di quantitativi che avrebbero potuto essere forniti solo dal nucleare, non ebbe mai importanza determinante nelle lavorazini industriali di ogni tipo.

L’acqua potabile per le grandi città proviene quasi totalmente dai pozzi e dai fiumi, ai quali si attinge – previa depurazione – non potendo contare su sorgenti se non per piccole o modeste comunità. L’agricoltura e l’allevamento hanno frequentemente segnalato carenze irrigue. Molti sono gli sprechi a causa delle modalità tradizionali, anche se la sommersione dei campi e prati consente il riutilizzo attraverso la falda, alla quale viene restituita. Se si procederà sulla strada iniziata dai frutticoltori, di dotarsi di impianti a goccia con condutture interrate, il consumo diminuirà. Appaiono quasi inesistenti le misure di risparmio nell’uso potabile. Non si parla di riutilizzo con duplicazione degli impianti domestici: potabile e per i servizi igienici. Qualche progresso ci sarà con i nuovi rubinetti e migliori condutture, grazie ai generosi contributi statali.

Occorre quindi più acqua. È necessaria anche più elettricità, derivata dall’idroelettrico, eolico, solare, maree. L’idroelettrico contribuisce, per noi sotto le Alpi, alla produzione. L’utilizzo delle acque fluviali, salvo qualche piccolo rio, è già avvenuto. Vi sono impianti ad acqua fluente, che consentono, anche con salti successivi, discrete produzioni. Ciò avviene con un semplice sbarramento, denominato traversa, che consente di intubare circa la metà del flusso, con il rilascio a valle, dopo il salto e il transito nelle turbine. L’acqua non viene né inquinata né consumata. Le specie ittiche sono salvaguardate, con idonee scale di risalita per i pesci collocate nel contesto della traversa di sbarramento. Ogni possibile utilizzo dei canali irrigui con tali impianti è stata sfruttata, grazie a turbine molto avanzate e con uso flessibile.

Le grandi produzioni idroelettriche sono possibili solo con dighe o grandi sbarramenti e turbine funzionanti a valle di tubazioni con rilevanti portate e notevoli altezze di salto. Per la nostra Provincia, appare possibile, con o senza il contributo europeo, la realizzazione di quello che viene chiamato il Lago di Moiola. Si tratta di utilizzare il sito naturale all’inizio della Valle Stura, con l’accumulo di milioni di metri cubi dal fiume Stura. Finora, nonostante la progettazione avvenuta, non si è passati alla realizzazione. I tempi per gli invasi di grandi dimensioni non coincidono con quelli della politica, che dipende da ciò che i pubblici amministratori intendono realizzare nella durata del mandato elettorale. Occorrono decenni per la decisione esecutiva ed il completamento dell’invaso. Per l’utilizzo effettivo dell’acqua del lago, la distribuzione nei canali irrigui e nelle tubazioni potabili, nonché per il transito nelle turbine, i tempi sono dipendenti dal sito e di quanto già preesista.

A Moiola si verifica una straordinaria coincidenza tra il sito e l’esistenza del fiume Stura, ricchissimo di acqua. È possibile realizzare un lago con milioni di metri cubi di capienza, parecchi chilometri di lunghezza, per turismo, irrigazione, accantonamento di acqua potabile, rilevante produzione di energia elettrica. L’attuale disordine meteorologico, con bombe d’acqua, alluvioni - le due del Tanaro, distruttive -, l’evento di Limone, recentissimo, è necessario porre rimedio a tali eventi. Il lago di Moiola consentirà abbondante approvvigionamento idrico per uso potabile ed agricolo. Regimerà il fiume Stura, al quanto vivace e garantirà sicurezza ad una vasta area della provincia.

Le reti di distribuzione per utilizzo irriguo e potabile sono già esistenti. Occorre solo collegarle all’uscita dall’invaso, successiva alle turbine. In molti casi, la realizzazione delle reti per la distribuzione su vaste aree appare molto più costosa dell’invaso stesso. In Meridione e non solo, sono stati realizzati alcuni invasi, con rilevanti spese, destinati a raccogliere acqua per uso potabile ed irriguo, senza poterla distribuire. Situazioni aberranti, in quanto stona assai osservare tali laghi in un desolante deserto circostante. Per Moiola, con un salto dall’invaso alle turbine di non rilevante altezza, la produzione di energia elettrica sarà notevole grazie alla quantità d’acqua in uscita per tutto il corso dell’anno. La produzione di energia potrebbe essere sufficiente a coprire il canone del mutuo necessario per la realizzazione dell’opera. Con le auto elettriche, che diventeranno milioni nei prossimi anni, sarà necessario disporre di rilevantissimi quantitativi di energia pulita, da distribuire nell’intera penisola. Si eviterà l’inquinamento soprattutto cittadino e non sarà necessario costruire nuove centrali termoelettriche, anche se il metano è molto meno inquinante degli altri combustibili.

Per Moiola esiste una progettazione con studio dei flussi dello Stura. La popolazione interessata al lago, in ragione della residenza o della proprietà di terreni in loco, pare favorevole, grazie all’impegno profuso dal Comitato Valorizzazione Valle Stura. Non vi saranno espropri, ma trasferimenti volontari dalle abitazioni destinate a finire sott’acqua a case nuove, con vista lago. Punto determinante sarà l’appoggio della Provincia e dei sindaci dei comuni interessati. Non pare trascurabile l’utilizzo sportivo per canoa, vela e stabilimenti balneari con un turismo di notevole importanza e vantaggioso per l’intera vallata. Anche il clima verrà positivamente mitigato e questo aspetto interesserà una vasta area che comprenderà parte del Cuneese. Confluirà nel lago assai meno della metà della portata dello Stura, senza impoverire la falda acquifera delle zone a valle. Infatti il flusso superficiale non avrà sensibili riduzioni, mentre a seguito delle irrigazioni l’acqua prelevata verrà, dopo l’utilizzo, restituito alla falda acquifera sottostante.

Con le opportunità in corso grazie ai consistenti contributi europei, l’opera può essere totalmente finanziata. Ove ciò non fosse possibile, l’apporto della produzione elettrica sarebbe sufficiente a coprire interamente il canone ventennale del mutuo per la totale opera. Se gli amministratori ed i politici ne consentiranno la realizzazione, renderanno un servizio alla collettività provinciale, evitando così una non lontana carenza di oro blu anche per noi, che viviamo sotto le Alpi. Per coloro che avranno avuto lungimiranza e coraggio nel realizzare il sogno del lago di Moiola, vengono a mente le considerazioni espresse nella Divina Commedia, nel Canto XXII del Purgatorio, dal poeta Stazio nei confronti di Virgilio, maestro e guida di Dante: ”Facesti come quei che va di notte che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé  fa le persone dotte”. Gli amministratori che avranno, nel corso del loro mandato, portato la loro attenzione all’oro blu e alla realizzazione del lago di Moiola, avranno guardato al futuro e non alla loro rielezione. 

Piercarlo Barale 

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