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Ladri nelle campagne di Cuneo e provincia: non furtarelli, ma quintali di frutta e verdura

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Parecchi anni fa, un ragazzino venne arrestato e condannato dal Tribunale per i minori di Torino perchè aveva rubato un melone in un orto del Torinese. Sorpreso dal proprietario, dopo l'intervento delle forze dell'ordine, venne portato al carcere minorile. Fu processato e condannato a pena detentiva. L'assurdità dell'accanimento giudiziario emerse clamorosamente sui giornali. Il "giudice del melone", che aveva svolto funzione di pubblico ministero nel processo, si procurò una generale disapprovazione. Così come il proprietario del frutto. Anzichè chiamare i carabinieri, avrebbe potuto donare il melone al ragazzino, probabilmente affamato, ed evitare la denuncia. Era una ragazzata.

L'irrazionalità della risposta dello Stato di fronte a fatti che di penale nulla avevano, salvo la forma, provocò la totale riforma della giustizia minorile. Ora è tra le più avanzate e mira al totale recupero di chi - adolescente - ha commesso reati, anche di rilevante gravità. Con l'impostazione precedente, anche il furto di caramelle o di una copia di giornale - salvo il buon senso dei denuncianti - costituiva furto aggravato ed obbligava a processi, con irrogazione di pene detentive. Più o meno negli stessi anni del "melone" ebbi a patire un furto di mele golden - una cinquantina di cassette.

Da sempre avvengono furti "stagionali", soprattutto di prodotti pregiati. Nelle zone di coltivazione degli asparagi sono assai frequenti, sempre notturni, come succede da qualche anno per i preziosi porri di Cervere, in provincia di Cuneo. Le nocciole, particolarmente richieste, vengono rubate, sia nei frutteti che già nei sacchi. Così avviene per le olive nella Puglia, e talvolta anche per l'uva, nelle nostre Langhe e non solo. I ladri raccolgono, sostituendosi ai coltivatori, che rischiano siccità, grandinate, malattie, sostenendo spese e dedicando lavoro, per ritrovarsi poi senza il raccolto, oppure con asportazioni rilevanti e spesso danni alle colture.

I piccoli furti sono sempre stati tollerati e non potevano essere evitati: sono fisiologici. Come quelli nei negozi e supermercati, che ammontano - secondo stime consolidate - al 10 per cento dei prodotti in esposizione. In questi ultimi anni, però, sono aumentati i quantitativi rubati, da calcolare in quintali e decine di quintali in molti casi. Dove la criminalità organizzata ha messo piede, i furti vengono eseguiti con mezzi e personale adeguato alla quantità che si asporta. Le comunicazioni con cellulari sono essenziali per accertare l'assenza di proprietari o custodi. Sono quasi sempre furti su iniziativa dell'organizzazione criminosa, che ruba "sul venduto", incaricandosi di rivendere in proprio o affidando l'incarico ad altri componenti o a venditori spregiudicati. Di fronte all'entità dei danni, occorre rivedere i criteri di prevenzione e di sorveglianza e seguire la "filiera" dei ladri.

Piercarlo Barale 

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