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La strada di San Bovo tra passato e presente

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Mi immergo in quel sentiero che porta  alla piazza di S. Bovo di Castino, partendo dal bivio di Rodello e Trezzo Tinella. E’ senz’altro il sentiero più frequentato da chi ama immergersi nel verde della langa, tra biancospino, ciliegio selvatico e tanti altri arbusti. Una strada magica, raccontata dai nostri anziani quando la percorrevano intrisi di leggende e superstizioni.

Si racconta che tra S. Donato di Mango e Trezzo Tinella esista  il famoso “settivio“ (sette strade che si incrociano) dove, nel seicento, le streghe tenevano i loro Sabba; ancora oggi quei luoghi hanno qualcosa di particolare, di magico e anche di scaramantico.

San Bovo é anche la terra letteraria, quella raccontata da Beppe Fenoglio nella sua “Malora”; il Pavaglione è lì per raccontarlo. Lungo quella strada intrisa di fantasia è facile immaginare come la vita scorreva in quei anni di privazioni. Oggi i vecchi cascinali sono diventati residenza di Inglesi e tedeschi in cerca di tranquillità e poesia. 

Tornando a Fenoglio: incontro un signore che si dispiace che il Pavaglione sia un monumento senza vita, dice che dovrebbero fare di più per renderlo vitale, più spettacoli e incontri, non è possibile che un luogo così importante sia lascito a un destino da “rinnovata  Malora”. Se non fosse per qualche volontario sarebbe sempre sprangato, dice.

Continuando il percorso incontro tantissime famiglie con bambini che approfittano della bella giornata per camminare lungo i sentieri che portano alla piazzetta del santo. Ci sono molte stradine che si possono percorrere, si può deviare per i boschi, dove sembra che il tempo si sia fermato e dove non è difficile incontrare qualche capriolo o cinghiale sul cammino. Si può continuare verso Castino e scendere fino a Cortemilia, oppure si possono percorrere a cavallo usufruendo del centro ippico del luogo, che mette a disposizione guide e cavalli; i sentieri che si percorrono sono di una suggestione unica al mondo per le caratteristiche morfologiche che posseggono.

C’è da sottolineare che troppo spesso (la domenica in particolare) passano le automobili, purtroppo ci sono persone che si dicono amanti della natura che non farebbero un passo a piedi per nulla al mondo; neanche in sentieri dove sarebbe d’obbligo poter respirare senza sentire il puzzo dei tubi di scappamento.

Quando arrivo nella piazzetta  del borgo, incontro tante persone che conosco, chi a prendere il sole, altre che fanno una sosta al bar ristoro, altre ancora in chiesa a chiedere una grazia, in attesa della funzione. San Bovo rimane un’ esperienza unica, una strada che si percorre andata e ritorno in due ore, una strada che rigenera la mente e lo spirito, un’esperienza da consigliare!

Bruno Murialdo e Don Chisciotte

 

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