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La spiegazione ai picchi di caldo estremo anche in Granda: "Episodi sconosciuti in passato"

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Dopo l'autunno più caldo registrato in oltre due secoli e un inverno insolitamente mite dominato da alte pressioni e venti caldi di foehn nei giorni che hanno preceduto il Natale, il mese di gennaio prosegue sulla stessa linea eccezionale. Le temperature, insolitamente elevate per questo periodo dell'anno, sfiorano valori tipici della stagione primaverile, non solo sul territorio italiano ma in tutto il continente europeo, con picchi di calore (soprattutto in Spagna e in Francia) che sfidano le statistiche.
 
Spiega in un post la pagina ufficiale della Società Meteorologica Italiana Onlus www.nimbus.it, che si occupa di ricerca e divulgazione su meteo, clima e ghiacciai: "Da molte zone di pianura soprattutto del Nord Italia dove l'anomalia calda in corso, per quanto sensibile, è attenuata dalle inversioni termiche - non è facile rendersi conto pienamente dell'eccezionalità dell'anticiclone subtropicale che sta interessando il Sud-Ovest europeo.
 
Nella carta (in foto) di classificazione statistica delle temperature al livello isobarico di 850 hPa, dunque a circa 1600 m di quota (fonte: PolarWX/Tomer Burg, University of Oklahoma), i colori porpora indicano che i valori termici a quella altitudine sono senza precedenti per fine gennaio sulla Penisola Iberica, almeno nel database di reanalisi ERA-5 dal 1979. Lo stesso vale (altra carta qui non pubblicata) anche per l'altezza di geopotenziale al livello isobarico di 500 hPa (potremmo dire, semplificando molto, la pressione atmosferica in quota).
 
In sintesi, in almeno 45 anni non si era mai visto un anticiclone dinamico così potente e caldo nel Sud-Ovest europeo nel periodo statisticamente più freddo dell'anno, struttura dalle caratteristiche pienamente estive.
 
Il rosso scuro al Centro-Nord Italia indica che, per quanto un po' più al margine, siamo comunque a livelli termici estremamente rari a circa 1600 m in libera atmosfera, corrispondenti al 99,5° percentile della distribuzione statistica, ovvero una situazione che si verifica appena nello 0,5% dei casi osservati finora.
 
Al suolo le temperature più straordinarie si sono misurate dove è giunto il foehn, rimasto per lo più confinato nelle valli alpine. Citiamo il caso di Susa (Torino), dove la stazione meteorologica Arpa Piemonte a quota 520 metri nella giornata di giovedì 25 febbraio ha misurato una massima di 24,9 °C, primato nella serie iniziata nel 1990 non solo per il mese di gennaio, ma per tutto il trimestre invernale (supera i 23,7 °C del 20 gennaio 2007, e per il trimestre, i 24,1 °C del 29 febbraio 2012).
 
Si tratta di episodi di entità sostanzialmente sconosciuta in passato, e che ora - via via - entrano a far parte della nuova distribuzione statistica di un clima alterato dalle crescenti concentrazioni di gas serra nell'aria".
 
(Immagine tratta dalla pagina Facebook della Società Meteorologica Italiana - NIMBUS)

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