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La sanità piemontese di fronte al problema della meningite

CUNEO

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“Dopo l’ultimo caso in provincia di Cuneo, ho ritenuto di portare all’attenzione di questa giunta il problema meningite. A Fossano, infatti, una maestra d’asilo ha contratto la malattia e l’Asl locale ha invitato i bimbi e le loro famiglie a vaccinarsi. Le persone sono spaventate.”

La consigliera regionale Maria Carla Chiapello ha presentato un’interrogazione a risposta immediata durante l’ultimo question time in consiglio regionale per chiedere quali siano i protocolli in serbo per eventuali occasioni di emergenza contagio. Quello di Fossano è l’ultimo episodio in Piemonte. Ad Asti nel mese di febbraio si è ammalata una bimba di 9 anni. In tutto i casi da inizio anno sono 6.

“Si tratta di una forma non grave della malattia, ma è normale che si risvegli in noi tutti il ricordo delle tante morti per meningite che si sono verificate in un passato neanche troppo lontano.”

Nel frattempo in Toscana dal 2015 ad oggi ci sono stati 50 casi di questa patologia, prevalentemente di origine virale e molto infettiva. 4 persone sono morte. La Regione ha quindi varato un programma straordinario di vaccinazione per raggiungere almeno il 75% della popolazione tra gli 11 e i 20 anni e il 50% nel resto della popolazione.

“La mia intenzione era quella di sapere se anche in Piemonte siano previsti provvedimenti di questo tipo. L’Assessorato alla sanità ha spiegato che la soglia di intervento per le vaccinazioni di massa è quella di 10 casi per 100 mila abitanti. Il protocollo di intervento per contenere la diffusione del contagio è invece quello dettato dalle linee guida del Ministero: indagine epidemiologica con identificazione dei contatti stretti del malato e trattamento con antibiotici.”

In Piemonte, dal 2010 i bambini vengono vaccinati contro la meningite da pneumococco e da meningococco “C” entro i primi due anni di vita. In altre regioni, tra cui la Toscana, viene offerto anche il vaccino anti-meningococco “B”. In Piemonte non è ancora inserito nel piano vaccinazioni perché il settore non è ancora pienamente uscito dalle difficoltà economiche del passato. Il nuovo piano vaccini non è ancora  stato inserito nei nuovi LEA.”

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