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La ripresa si vede solo col binocolo: come ce lo spiegano gli eletti?

CUNEO

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PIERO ARESE - Il recente comunicato dell’Unione Industriale di Cuneo sull’occupazione in provincia e sulle relative previsioni (leggi qui: http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=6793) contraddice i facili ottimismi che qui e là si manifestano in modo talvolta palesemente strumentale.

I segnali in economia vanno approfonditi e rapportati a meccanismi che non sempre sono di facile lettura. Sarebbe interessante, potendo andare ancor più nello specifico, conoscere la situazione di Cuneo e relativo comprensorio, in rapporto alle varie realtà territoriali limitrofe.

Il modo classico per uscire dalla crisi in modo stabile è la creazione di nuovi posti di lavoro. E per creare nuovi posti di lavoro sono indispensabili gli investimenti. E gli investimenti si verificano dove le condizioni ambientali e strutturali li propiziano.

Una di queste condizioni fondamentali sono le linee di comunicazione. Questo problema è specifico per l’area cuneese. Vedi completamento dell’Autostrada At-Cn, vedi Tenda bis.

In una contingenza in cui l’economia di carta sta sopravanzando l’economia reale, le infrastrutture sono essenziali, soprattutto oggi in cui una speculazione sui cambi, o in Borsa, crea più ricchezza che non attivarsi nel ciclo produttivo, con tutti i rischi connessi.

Ma la finanza non crea posti di lavoro, nè cicli virtuosi di beni materiali. Il fenomeno è complesso, ha una dimensione mondiale, con le relative interdipendenze, in cui si intrecciano vari aspetti delle economie nazionali che richiedono un governo ed una mediazione internazionale che oggi manca.

Tornerò su questo discorso, su quest’economia che premia più i furbi e gli speculatori che non i produttori reali. Per intanto, che cosa ne pensano gli eletti, ai vari livelli, del nostro territorio?

Piero Arese

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