MONTAGNA
CUNEO CRONACA - Riceviamo: "È una giornata chiara d’autunno, quando la stagione che avanza segna già di ombre nere le rocce e i boschi si tingono dei colori più vivi; nei valloni la prima brina e in alto tra le rocce l’erba che già ingiallisce sotto il cielo sereno di ponente. Giorni limpidi, fatti per sognare.
Salgo con le pecore a cercare ancora un po’ d’erba lungo una gorgia dove “la baucho” rimane verde tra le rocce. Ma le mie pecore non arriveranno mai nei pascoli alti...
Questo è il mio montone sambucano, razza a rischio d’estinzione; tre anni, selezionato resistente alla scrapie;
Questa è la mia pecora, Crèmo, un “noujoùn” (novella); non aveva ancora un anno, in primavera avrebbe partorito un agnello nuovo;
Questa era Canèlo, anche lei una femmina di rimonta di appena 10 mesi;
Questo è quanto rimane di una pecora con il suo agnellino…
Questo è Sansone, giovane montone di un anno, anche lui sambucano, selezionato resistente alla scrapie….
Potrei continuare: diciotto animali mi hanno ammazzato i lupi quel giorno, in un pomeriggio chiaro d’autunno, fatto per raccogliere i sogni belli per l’inverno: la stagione sta per finire, le pecore sono gravide, le mammelle si ingrossano, fra poco avrò tanti agnellini e sarà un bel presepio nelle stalle tiepide… Già!
C’era un branco di lupi ad attendermi; e i lupi fanno i lupi: mangiano le pecore. Ma gli uomini dovrebbero essere uomini, non vigliacchi. Quanta gente si è mossa per soccorrerle? Quanti soldi ha speso la società “bene”, “ecologista”, con un santo senso etico della giustizia e del bene comune? Niente. La colpa è sempre del pastore che non ha fatto bene il suo lavoro, non ha custodito bene le pecore, non ha messo in atto le giuste misure di prevenzione, non ha i cani sufficienti, non... Non sa convivere con i lupi!
Sull’altare del perbenismo ecologista la gente della montagna, i pastori, novelli Abramo, sacrificano giorno per giorno le loro creature e sé stessi. Sono la gente della montagna, i pastori, la razza a rischio di estinzione. Il lupo non è più un animale a rischio di estinzione: solo in Piemonte sono presenti circa 500 lupi, quasi come in tutta la Francia.
Molti lupi ormai (oltre il 70% in alcune regioni) sono ibridi, incroci con cani, e in quanto tali non dovrebbero essere protetti, poiché minacciano la biodiversità stessa del lupo; inoltre sono molto più pericolosi, perché confidenti con l’uomo. I lupi stanno perdendo la paura dell’uomo e questo non è più secondo natura. Il pastore non può convivere con il lupo.
Sul lupo sono state costruite enormi speculazioni economiche, business che rendono molto: in realtà a chi finge di proteggere il lupo non interessa nulla del lupo, ma dei soldi – milioni di euro – che crescono attorno all’immagine del lupo. Per questo ormi l’uomo conta meno del lupo. A chi importa qualcosa delle nostre pecore, di noi pastori, di noi gente di montagna?".
Anna Arneodo, Sancto Lucìo de Coumboscuro