BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Al mercatino dell'antiquariato di Bra, in provincia di Cuneo, grande successo per straordinarie presenze di espositori: circa 300 bancarelle. Mi avvio per il tradizionale mercatino che si snoda tra le vie del centro. Una full immersion tra bancarelle di vintage, modernariato, collezionismo e antiquariato minore. Che tanto minore non è. Infatti sono alla ricerca dei fratelli Mollo, antiquari braidesi molto conosciuti e apprezzati. Espongono tutti assieme: una bella famiglia riunita per l'occasione. E' un'edizione da record quella di quest'anno, con più di 300 espositori.
Mi infilo tra la folla. Soffro un po' tra tanta gente che girella disordinata. Nascosta sotto il mio cappello di paglia tinta verde acido, diametro ombrellone, osservo la fiumana, tento di tenere la destra per non urtare contro le persone. Ma non c'è senso di marcia: è libero. Ognuno va per conto suo seguendo l'occhio, attratto da quel troppo che brilla sfacciato al sole ed esposto sui banchetti: vetri, cristalli, oggetti in ottone e tanti sorrisi.
Finalmente! Un po' di umanità rilassata, compiaciuta di un tepore tanto atteso e alla ricerca del passato. Sì, il passato che adornava le case della mamma, della nonna, della zia. Grandi case, spaziose, lunghi corridori che conducevano a tante stanze. Eh, sì. Sono davvero altri tempi! Ci siamo ridotti: case piccine, mobili essenziali (il trionfo dell'Ikea) pochi oggetti: e chi li spolvera più! C'è meno tempo, si lavora tutti in famiglia, anzi si vorrebbe... la disoccupazione è ancora una piaga sociale.
Bando alle tristezze! Le persone sorridono felici tra i ricordi. Ma c'è sempre quell'oggetto dei desideri: spolverarlo sarà un piacere. Cammino, ci provo, tra la corrente umana. Il cappello-ombrellone mi fa largo e quando, per la confusione, mi gira un po' la testa, abbasso il capo e vedo solo più gambe, piedi e bimbi che razzolano. Procedo al buio, schivata e anche un po' calpestata. Pazienza!
Come colonna sonora del "docufilm" che sto girando,c'è quel piacevolissimo brusio di persone che si stupiscono, che commentano e che si salutano: “Ciao, come stai? E' un po' che non ci si vede.” “Eh, si tira avanti!”. E' la risposta dei più. Di coloro che non hanno voglia di raccontare le solite cose, ma solo di scoprire tra tanti oggetti quello che vorrebbe ancora possedere. Proseguo e prediligo la parte soleggiata delle vie. Ogni tanto sento: “Ciao Fiorella! Ti ho vista sai, anche se ti nascondi sotto il tuo cappello!”. Agito la mano in segno di saluto. E proseguo. Non mi perdo la piacevolezza del passeggio.
Osservo i venditori. Ognuno ha il suo stile. C'è sempre l'esemplare di quello che ha scritto in fronte "No perditempo". Occhiali scuri, stravaccato su poltrona o sedia, con un giornale in mano che finge di leggere e non si accorge neppure che è girato al contrario.
Invece l'iperattivo che appena ti avvicini al banco: “Guardi pure, neh! Se ha bisogno chieda". E mentre guardi interessata un oggetto non ti molla. Ti spiega ciò che non vorresti sentire e che vorresti solo guardare e, magari, anche acquistare. Ma oggigiorno è difficile sopravvivere. Ognuno ha il suo modo di reagire al disagio.
Finalmente mi imbatto nei banchetti dei fratelli Mollo, la famiglia di antiquari braidesi. Trenta metri circa di esposizione di fronte alla Banca Popolare di Novara. Sono i tre fratelli: Lino detto Jaque, studio filatético numismatico, antichità libraria; Giuseppe, compravendita antichità; Andrea, antichità e restauri d'arte. Tre famiglie con tre attività di antiquariato in Bra. Oggi espongono tutti insieme, l'unione fa la forza, tra padri e figli che operano nel settore sono circa una decina.
“E' un'occasione per ritrovarci in famiglia, è bello stare tutti insieme - spiega Lino Mollo De Laye (figlio di Jaque) con accanto la sorella architetto (anche lei espone e coniuga l'architettura con l'antiquariato). “Mio papà, chiamato Jaque, ha iniziato facendo la raccolta di francobolli nella scatole di cerini. E poco alla volta ha contagiato con l'antiquariato gli altri due fratelli".
“Come mai al mercatino la Mollo's family?”
“I tempi sono cambiati, gran parte del commercio lo svoglo via internet: dialogo a lungo con i miei clienti, ma non li conosco di persona. Mi è tornata la voglia di contatto con le persone. Sai benissimo anche tu che ormai la clientela entra poco nei negozi. Primeggiano i supermercati e le vendite online. Il negozio è messo da parte. Sai, quella voglia di stare con la gente. Salutare clienti che è un po' che non vedi. Riprendere il contatto umano almeno per un giorno. Abbiamo molta merce da smaltire e questa ci è sembrata anche una buona opportunità per farlo".
Infatti, di persone interessate alla merce dei “Mollo” ce ne sono parecchie! Impossibile non fermarsi. C'è di tutto. Ognuno dei tre fratelli, con relativi figli, è specializzato in settori diversi. Gli oggetti brillano al sole e si mostrano vanitosi agli occhi dei passanti, che non resistono di fronte a tanta scelta.
Mi accomodo su una bella sedia antica in legno. E osservo. Al sole. Immobile, come una statua. Sono un tutt'uno con la sedia: un originale oggetto di antiquariato. Tanto che un signore scherzoso chiede a Lino se sono in vendita e quanto costo. Ridiamo tutti quanti! “Sono abbinata alla sedia perchè risaliamo alla stessa epoca. Per questo insieme facciamo la nostra bella figura!” rispondo divertita. Intanto la gente si avvicina al banco ed io parlo a turno con i Mollo.
“Ci piace tornare a una formula antica del mercato per proporci in un modo diverso dal negozio - continua Lino -. Ogni tanto si perdono i collegamenti col territorio. Questa è l'occasione per ritrovarsi con clienti. Ora ho preso in mano l'attività di mio papà Jaque, mi appassiona. Tuttavia continuo l'Università di Ingegneria, sono iscritto a Londra, dove abita la mia fidanzata. Ho sempre avuto un debole per l'Inghilterra e anche per l'ingegneria. Mio papà amava frequentare la Francia, dove ha scoperto l'antiquariato. Così, da una passione, è nata un'attività".
“Cosa ti piace di più di questo mestiere?”. “La scoperta. Ancora più della vendita. Quella è una piacevole conseguenza".
Mi impigrisco, statua d'epoca al sole, e continuo ad osservare la gente che scorre lentamente davanti al lunghissimo banchetto. Molti hanno fatto acquisti e soddisfatti camminano con oggetti in mano, neanche fasciati da carta: hanno trovato, felici, ciò che desideravano da tempo.
Il fascino del mercatino dell'antiquariato colpisce ancora, "miete" le sue vittime che compreranno, forse per alcuni, un ciarafi, un ciapapuer, ma sempre di gran valore per la storia che rappresentano.
Fiorella Avalle Nemolis