BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Quando nel 1968 aprimmo il negozio Map, la piccola Sara aveva appena compiuto tre anni e trascorreva con noi tutta la giornata. Dell'asilo non ne voleva sapere, così al mattino i magnifici tre - papà Map, mamma Mapessa e figlia Mappina (così ci chiamavano) - aprivano bottega insieme. D'inverno, aprendo la porta del negozio, ci accoglieva un ambiente gelido, quasi quasi fuori si stava meglio, perlomeno non si sentiva l'umidità. Eravamo ben coperti, a vederci sembravamo in partenza per una settimana bianca.
Il freddo era il cruccio di babbo Mario: “Quelle bimbe, la scimmietta (io) e Sara, si prenderanno un malanno! Non sono abituate. Di Marzio non si dava pena perché di costituzione robusta. Mi esortava a cercare un altro locale più sano, perlomeno con il riscaldamento e i servizi. Babbo Mario e mamma Gina si offrirono di ospitare Sara, almeno per i mesi invernali: il soggiorno a Bordighera (vi si trasferirono raggiunta la sospirata pensione di babbo Mario), per Sara fu davvero molto salutare.
Babbo Mario ci invitava a stabilirci a Bordighera: “Cosa ci fate in quel paese del cucu - diceva tirando su dal naso, quel tic che spuntava quando era contrariato -. Qui avreste successo col negozio, è una città turistica e il clima è salutare". Come dargli torto? Però la famiglia dei Map era affezionata al paese del cucu, non voleva lasciare le proprie radici. Sara dai nonni viveva in una reggia, lei, unica principessa del reame, trascorreva la giornata come tanti bimbi avrebbero voluto: mare, giochi, vestitini nuovi e menù personalizzato. Ma la piccola Sara sentiva la nostalgia della sua mamma Fiorella, così giovane, divertente e un po' bizzarra, e del suo papà. Le mancava tutto questo.
Per fortuna dopo l'inverno arrivava la bella stagione e Sara, rientrata nel paese del cucu, percorreva tutto il perimetro del cortile del negozio a bordo della sua jeep gialla (a pedali). Trafficare con il legno (faceva già piccole sculture) e osservare papà Marzio in laboratorio era molto più interessante. Ha imparato presto, ancora oggi si costruisce da sé i mobili e i complementi d'arredo e le disquisizioni tecniche via remoto, tra i dei due costruttori, sono frequenti grazie alla tecnologia. Manca sul calendario Santo Internet.
Tornando alle gelide giornate, negli anni Settanta il signor Inverno faceva il suo dovere: dispensava freddo e tanta neve. Che bellezza i paesaggi innevati. Marzio, esperto fuochista, accendeva la stufa a cherosene, nel frattempo restavamo in tenuta - “stiamo partendo per la settimana bianca” - finché non si percepiva un po' di tepore.
E per sentire meno il freddo facevo un po' di movimento, spazzando il marciapiede antistante al negozio, così consumato che quasi non si distingueva dalla strada, il dislivello era impercettibile. La strada, ancora a doppio senso, era una nuvola di polvere fine e penetrante, il traffico era ridicolo rispetto a oggi. Molti braidesi si recavano ancora al lavoro in bicicletta, estate e inverno, le famiglie si spostavano in auto solo la domenica. Era una grande festa.
Eppure questi disagi, ai giorni nostri inaccettabili, non ci pesavano molto, il nostro obiettivo era avviare le innumerevoli attività: fu questa la nostra personale rivoluzione sessantottina.
Fiorella Avalle Nemolis