ALBA
A Monforte d'Alba, in provincia di Cuneo, si è tenuto il convegno organizzato dalla Confederazione Italiana Agricoltori Cuneo, avente come tema centrale il futuro delle Langhe. L’incontro, moderato dal giornalista Roberto Fiori, ha visto la partecipazione dei relatori Mauro Manzone, Maurizio Castelli, Maria Teresa Mascarello, Giorgio Rivetti, Alessandro Masnaghetti e Miroslav Lekes.
Dopo i saluti del sindaco di Monforte Livio Genesio e l’introduzione di Claudio Conterno, si è subito entrati nel vivo del discorso con un intervento di Maria Teresa Mascarello, che pur non nascondendo i tanti cambiamenti positivi, ha riportato una visione critica di ciò che è accaduto negli anni invitando a ricordare il passato per poter costruire il futuro e porre dei limiti al cambiamento, concentrandosi sul dialogo e sulla collaborazione. Aspetti su cui la Langa più presuntuosa viene invitata a lavorare.
Giorgio Rivetti ha illustrato la visione che il territorio sta dando all’estero, in particolare negli Stati Uniti, sottolineando l’importanza del dare un’immagine positiva e mettendo in evidenza il valore del lavoro che è stato fatto da chi è uscito, facendo conoscere i prodotti al di fuori dei nostri confini. Ha concluso il suo intervento mettendo l’accento sulla responsabilità di chi ora deve, con prudenza, guidare la macchina dello sviluppo e concentrarsi per migliorare con la coesione fra produttori e professionisti del settore.
Maurizio Castelli ha offerto un confronto con la Toscana affermando che la qualità media dei vini delle Langhe è alta, a discapito della variabilità che si riscontra invece in Toscana portando alcuni esempi della sua area di provenienza. Ha concluso il suo intervento esprimendo il suo grande rispetto nei confronti dei produttori piemontesi.
Alessandro Masnaghetti ha riportato l’attenzione verso il futuro invitando il numeroso pubblico a ricordare la storia: “Il mondo del vino ha sempre vissuto dei momenti di crisi. Ci saranno dei momenti di difficoltá”. Critica la tendenza a sposare certe filosofie ed invita ad estrapolare ciò che c’è di buono dalle posizioni estremiste. Sottoscrive infine un pensiero espresso da Rivetti sul potenziale dell’Alta Langa che andrebbe supportato e invita i produttori di Barbaresco a “darsi una mossa” e prendere esempio dai produttori di Barolo nella promozione del prodotto.
Nino Aragno, editore, ha regalato un intervento simpatico che ha spezzato il ritmo della discussione per qualche minuto, soffermandosi sull’affascinante rapporto tra uomo e terra, sul senso di comunità e radicamento.
Miroslav Lekes dell’Azienda Agricola Réva ha espresso invece il punto di vista di chi è straniero e sceglie di investire in Langa evidenziandone gli aspetti positivi. Dopo aver raccontato il suo percorso, ha voluto sottolineare l’importanza del responsabilizzare i giovani lasciando loro l’opportunità di sperimentare.
L’ultimo fra i relatori a manifestare il proprio punto di vista è stato il giovane Mauro Manzone, produttore che esprime il proprio orgoglio per essere cresciuto nel mondo del vino e in un territorio così ricco ed attraente come quello delle Langhe. Dopo un paragone del mercato attuale con quello di un tempo, Manzone ha concluso con una riflessione sul cambiamento di concetto dal mondo contadino antico rispetto a quello moderno.
In conclusione, i relatori si sono confrontati con il pubblico sulle difficoltà che si stanno riscontrando nel passaggio generazionale del testimone con una bella e interessante condivisione di pensieri ed opinioni sulla Langa che verrà.