FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Valentina Casetta nasce ad Asti nel maggio 1988. Conseguita la laurea magistrale in corso professionale contabili, nel 2015 si diploma sommelier e investendo in formazione, passo dopo passo, si configura nella veste di ambasciatrice turistica, con tour enogastronomici e culturali sul territorio di Langa e Roero. Al telefono la voce di Valentina è squillante, vibra di entusiasmo, sprigiona armonia, la stessa che lei cerca nei calici di vino per coglierne con acuta sensibilità i pregi.

Che significa per una sommelier degustare il vino?

“E' percepire l'anima del vino per delinearne l'identità attraverso i sensi: quello visivo, olfattivo e gustativo. Sono i tre passaggi fondamentali per l'identificazione. Il profilo armonico del vino è quando il colore, l'aroma, il profumo e il sapore sono coerenti nell'insieme e ne definiscono l'eccellenza".

Fammi un esempio.

“Se il vino è di un bel rosso rubino, immagino sentori di frutta a bacca rossa o nera: lampone, mora, ciliegia, ribes nero, fragola, mirtillo, prugna. Sono questi odori, profumi che poi mi confermano il gusto".

Un episodio riguardante la degustazione in cui hai vissuto una speciale sensazione immaginifica percepita dal cervello?

"Tutti i vini mi danno sensazioni speciali, ma c'è una tipologia di vino bianco che mi inebria: odorandone il profumo, l'aroma, immagino i vigneti coltivati a cavallo tra la zona dell'Alessandrino e della Liguria. E' uno straordinario equilibrio bilanciato tra vini piemontesi che odorano di frutta a polpa bianca, mischiato alle note balsamiche della macchia mediterranea, quelle più sapide marine. Un'esaltazione di colore, profumo e sapore di due terre completamente diverse, le cui note peculiari si completano, tanto che nel calice trovi il territorio".

Cosa ti affascina nella degustazione?

"In particolare, nel caso di piccole aziende, è ritrovare nel vino la personalità, il carattere del produttore che incarna anche quello dell'enologo e del commerciante. Se il produttore è timido, riservato, quando si stappa la bottiglia anche il vino ha bisogno del suo tempo per esprimersi".

Cos'altro svela il vino?

"La sua caratteristica storica, antropologica. La storia dell'uomo e dei vitigni si è intersecata, si è evoluta seguendo l'esigenza del gusto, dando origine ad una varietà importante nel mondo. Il vino nato nell'Europa centro orientale in seguito si è sviluppato in Mesopotamia, in Egitto, in Magna Grecia, viaggiando, seguendo le popolazioni che hanno dominato nel bacino mediterraneo, fino all'Impero Romano. E' straordinario come da un solo vitigno si è arrivati a diecimila vitigni nella sola Europa".

Il Covid ha cambiato qualcosa nella tua professione di ambasciatrice enogastronomica?

"Prima del Covid, quando rappresentavo le aziende enogastronomiche all'estero, viaggiavo molto. Adesso, un po' per esigenze personali e per forza maggiore, mi sono reinventata sul territorio di Langa e Roero, scrigno di peculiarità. Sono ben felice di approfondirne la conoscenza per trasferirla nei tour enogastronomici e insieme culturali".

Come ti sei approcciata a questo cambiamento professionale?

"Durante la prima chiusura ho investito in tempo e in denaro più sull'aspetto professionale che su quello personale, rinunciando magari a un paio di scarpe nuove, ma ne è valsa la pena. Ho seguito corsi di approfondimento e ora come docente per avvicinamento al vino, mi occupo di corsi a studenti online. L'esperienza con le lezioni online, sia individuali che di coppia, ha accresciuto la mia competenza di ambasciatrice turistica nell'approccio con il consumatore finale".

Qual'è la differenza tra guida turistica e ambasciatrice turistica?

"La guida turistica accompagna e racconta la storia dei monumenti, mentre l'ambasciatrice turistica accompagna e fornisce un'esperienza completa: la visita ad una azienda vinicola, oppure ad un'azienda che coltiva piante di nocciole per trasformarle in prodotti, ricostruendo anche la storia del territorio. Accompagnare il turista illustrando luoghi, usi e costumi del nostro territorio: farlo sentire a casa".

Quindi in nomen omen, si addice a te che di cognome fai Casetta!

“E' proprio così! Coltivo in me il sogno di aprire uno spazio tutto mio, appunto una sorta di "wine house". Un luogo conviviale dove accogliere turisti desiderosi di informarsi e formarsi, anche se in uno spazio di tempo breve, per portarsi a casa loro un'esperienza indimenticabile".

Qualche preferenza?

"Una bella cascina, in quanto alla località nel territorio di Langa e Roero c'è l'imbarazzo della scelta. Sia chiaro, mi accontenterei anche di uno spazio più modesto".

La pandemia col vento del cambiamento ha fornito a Valentina un'opportunità, anziché ripararsi ha reagito costruendo un mulino a vento, investendo tempo e denaro in formazione e aggiornamento.

Si è cucita addosso la divisa di ambasciatrice turistica con i tre punti fondamentali: esperienza in pubbliche relazioni, sensibilità e tecnica in qualità di sommelier, empatia nell'accoglienza in cantina, e non solo.

Per lo spazio in cui sfoggiare la divisa il cognome Casetta è una sorta di presagio.

Fiorella Avalle Nemolis