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La gioia ancora possibile di partorire un bimbo in casa

CUNEO

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SILVIA BONINO (ostetrica di Cuneo) - Elena, cosa ricordi della gravidanza? ”Durante la gravidanza ero in crisi con il mio corpo, situazione che mi trascinavo da anni ma placata con il matrimonio dopo lungo tempo di psicoterapia, ma esplose appena seppi di essere gravida nonostante la felicità,  ne parlai con te, tu mi ascoltavi,  non mi sono mai sentita derisa o incompresa, anzi mi hai  consigliato di nuovo un paio di sedute da una psicologa che mi servirono molto.

Hai fatto un corso preparto...

"Si, uno al consultorio ed uno da te. Nel corso che feci con te si parlava molto di autostima, riportavi aneddoti di filosofici e una volta hai detto una frase che mi colpì: «Dopo la sofferenza c’è la maturità dell’uomo, un’occasione da non perdere».

Durante la gravidanza temevi il dolore del parto?

”Sì, ma mi fissai su quella frase".

Quando hai sentito i primi dolori?

”TI  chiamai a casa mia molto prima che iniziasse il travaglio, mi hai visitato e mi hai  mi detto che non ero ancora in travaglio, mi demoralizzai ma tu mi fecesti un tracciato e mi dicesti che non mi avresti abbandonata, saresti stata sempre accanto a me, a mia disposizione e così successe, andammo anche a fare la spesa insieme”.

Cosa ti successe quando iniziarono i dolori veri?

"Quando iniziai  a perdere muco striato e sangue e a sentire forti dolori andai in confusione, non avevo mai accettato di vedere il mio sangue mestruale, provavo schifo e paura, ma tu con serenità mi hai fatto andare sul bidet di casa, lavarmi, toccarmi, tutto con estrema leggerezza".

"Poi insieme andammo  in camera da letto, io mi aspettavo che tu mi visitassi perché le contrazioni erano già intense, invece incominciasti dolcemente a massaggiarmi senza dire una sola parola, poi mi hai fatto stare su di un fianco coperta. Anche se le contrazioni mi facevano più male, tu  mi dicesti di portare pazienza,di respirare e poi mi hai  preparato un bel bagno caldo".

"Tra una contrazione e l’altra mi domandavo perché non mi visitavi e mi facessi fare il bagno, ma tu era silenziosa, ti  muovevi leggera e mi davi sicurezza, capivi che potevi avere i tuoi motivi".

"Nell’acqua calda, avvertivo le contrazioni meno intense. Poi mi hai fatto uscire, mi rivestii, hai sentìto il battito della mia creatura e mi hai consigliato di fare una bella passeggiata nel giardino della mia villetta a schiera in Cuneo, era una bella giornata di estate".

"Fuori le contrazioni erano intense e sovente dovevo appoggiarmi a qualcosa, a te o a mio marito. Ad un certo punto ti chiesi: «Perché senti sempre il battito e non mi visiti?». Tu mi hai risposto: «Ti fa piacere essere visitata, lo capisco, anch’io ho tanta voglia di farlo, perché sono curiosa di sapere a quanti centimetri è la dilatazione, facciamo un gioco: io sto insieme a te e tu cerca di capire cosa dice il tuo corpo e se riesci anche a sentire il collo del tuo utero».

"Fuori le contrazioni aumentarono di durata ed intensità, tu “cantavi” con me ad ogni contrazione, poi dopo quasi due ore hai detto a mio marito di rimettere acqua nella vasca. Io iniziavo ad avere qualche fremito e te lo dissi: «Silvia, sento che sono quasi aperta». Allora tu mi hai chiesto se potevi lasciarmi sola10 minuti perché dovevi preparare il tutto per il parto".

Hai capito che eravamo al termine del parto?

”Si,ma rientrata  in casa ritornai in vasca, l’acqua ridusse di nuovo l’intensità delle contrazioni, ma sentivo voglia di spingere e qualcosa in vagina, Tu mi dicevi  di rimanere tranquilla, respirare e spingere se ne avevo voglia. In poco tempo scivolò nell’acqua la mia bimba ancora tutta avvolta dalle membrane".

"Tu me l’hai data in braccio  e mi hai detto: «Sta bene, ma ha ancora le membrane, ora tocca a te farla nascere!». Con le mani le staccai la pellicola sottilissima che le ricopriva il volto, ci guardammo: capii che l’amore è una sensazione inspiegabile!".

Come sono state le tue sensanzaioni?

”Vivere il parto sentendo di essere compresi, capiti, non giudicati, è una grande prova. Dopo il mio primo parto sono guarita dalle mie fobie e due anni dopo affrontai il mio secondo, che fu stranamente più difficile, ma con te di nuovo accanto non persi mai il controllo e feci un bambino in sacrale di 3860 grammi".

Silvia Bonino

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