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La carne dei poveri

CUNEO

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SAVINO ROGGIA - Ecco un’altra frittata, la carne cancerogena! Era nell’aria. Il libero mercato è anche questo: stordisco un comparto per dare ossigeno ad un altro. Si eleva a priorità la fame del mondo ed ecco la contumelia contro l’ambita costata, prosciutto, salame felino, bresaola ed altro. Per sostituirli con che cosa? Le cavallette? O per dare la scossa ai prezzi dei legumi, alla carne dei poveri? Un po’ la sceneggiata contro la saccarina per far posto all’aspartame e, poi, alla Stevia rebaudiana, l’ultima  erba per dolcificare thè e tisane, tra l'altro anch'essa già chiacchierata come la carne oggi.

Pinocchio riderebbe di gusto. Ricorderebbe il passaggio all’Osteria del Gambero Rosso, la Volpe che non ne aveva mai abbastanza, tanto che stimolava il suo insano appetito con un cibreo a base di pernici, evocatrici di lussuria; starne, per la loro capacità di anelare all’alto dei cieli, per finire costantemente a starsene per terra… e concludeva con uva paradisa per il paradigma del dolce vivere ad libitum.

Già, il limite! Come se abbuffarsi di zucchero e farinacei non sia il primo atto per elevarsi ad attore nel teatro del diabete; di sale nel calvario dell’ipertensione per l'epilogo infartuale; il vino nel viaggio per la fatale cirrosi; …. e il caffè per una esistenza spericolata ornata da notti insonni, tachicardia e quant’altro.

Non è una novità che a mangiare carni rosse (e non solo) di qualità incerta e in quantità da elevarsi al ruolo del pane alla lunga potrebbero promuovere tumori. Ma è altrettanto palese che esse insieme ai relativi elaborati contenenti salnitro  i più a rischio) sono stati sempre usati come companatico e non solo per incapacità di acquisto! 

Savino Roggia

 

 

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