BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - "E' inconfondibile, entrando in biblioteca, l'odore della carta, la fragranza che sprigionano i libri. Soprattutto quelli antichi. Non saprei rinunciarvi. Il profumo dei libri anticipa il piacere che si prova nella lettura, proprio come il profumo del cibo ne anticipa il gusto".
E' il commento appassionato di Barbara Davico, bibliotecaria all'archivio storico di Cherasco, nata a Bra nel 1979, laureata in economia aziendale. Vive a Cherasco col marito Giuseppe Trinchero e il figlioletto Raffaele di due anni e mezzo, già sensibile al profumo della carta stampata. "Ogni sera quando rientro a casa dal lavoro - spiega Barbara - per prima cosa mi chiede: “Mamma, mi hai portato la sorpresa?".
Cos'è, un giocattolo nuovo?
"No, la sorpresa è il libro per bimbi che poi sfogliamo assieme prima di andare a letto".
Barbara raccontami delle mansioni di bibliotecaria.
"E' dal 2014 che lavoro nell'archivio storico di Cherasco, che dal 2017 è anche biblioteca. L'archivio storico, in periodo non pandemico, è aperto al pubblico il martedi e il giovedi mattina a tutti".
Di cosa ti occupi esattamente?
"Catalogazione, lettura e interpretazione di documenti, contatto col pubblico. Mi dedico agli studenti universatari per le ricerche sulle tesi di laurea, agli studiosi, sia di storia che di arte. Ci relazioniamo con la sovraintenza delle Belle Arti sulla documentazione per il restauro di immobili, è un aspetto molto interessante, vengono alla luce anedotti inediti che mi stimolano a spaziare e ad approfondire su vari argomenti".
Si nota in te quel gusto nella ricerca...
"Sì, infatti, mi hanno affibbiato il nomignolo di can da trifule! Ogni giorno posto il mio almanacco, mi piace legare le date ad avvenimenti storici o a personaggi illustri".
Altri importanti competenze dell'Archivio Storico?
"La ricerca geneaologica inerente ai certificati originali di nascita, matrimonio e morte, in seguito inoltrati all'ufficio Anagrafe del Comune, che provvede ad inviarli ai richiedenti; collaboriamo anche con le parrocchie. Sono tutti documenti digitalizzati".
E' un archivio storico pregevole e ben fornito.
"Peccato che siano in pochi a conoscerne l'esistenza! E' un gioiello ricco di documentazioni, che parte dal '300, contiene il catasto che risale al 1200. Vi è conservata la copia originale del catasto dei fratelli Maffei, di fine Settecento, l'altra copia originale è conservata nell'archivio di Stato di Torino. E' il primo catasto figurato (contiene i numeri mappali) raffigurante l'intero territorio di Cherasco (comprese le frazioni) e di Narzole, che fino al 1802 era annessa a Cherasco. Istituito a scopo puramente fiscale, oggi è molto utile per risalire alla storia dei proprietari degli immobili nel tempo. Restaurato recentemente, grazie al finanziamento della Banca di Cherasco, ora stiamo procedendo alla sua digitalizzazione, al fine di preservarne la delicatissima carta nel consultarlo".
Com'è l'affluenza in biblioteca?
"Dopo il brusco calo del 2020, dovuto anche alla pandemia, nel 2021 c'è stata una sorprendente affluenza. Al di fuori del mio lavoro di bibliotecaria, mi reco saltuariamente con una borsata di libri nelle scuole per promuovere la lettura. Credo nella lettura ad alta voce e sin dai primi anni di vita: è dimostrato scientificamente che è il momento in cui i bimbi apprendono più nozioni".
A proposito di iniziativa personale, com'è nato lo scaffale del libro sospeso?
"Raccolgo i libri che, per varie ragioni, andrebbero buttati. Non sia mai! Li ritiro, controllo che siano in buono stato stato e quelli che non abbiamo in biblioteca, li catalogo, registrandoli come omaggi. Mentre degli autori classici, ben vengano delle copie in più. Sono molto richiesti per le letture nelle scuole, per esempio Fenoglio lo è per il suo centenario. Gli altri libri svincolati dal prestito li sistemo in uno scaffale nell'androne della biblioteca di Cherasco. Sono libri raccolti per circolare, a disposizione di chi vuole leggere a casa, o prestare, o regalare, oppure restituire. Viceversa, chi vuole, può portarne altri da esporre nello scaffale".
La tua definizione di cultura?
"Mi piace citare Claudio Abbado, il celebre direttore d'orchestra: la cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti".
C'è un libro che ha cambiato la tua vita?
"La casa di bambola di Henrik Ibsen. L'ho letto ai tempi del liceo. Mi ha aperto gli occhi sulla, oggi tanto dibattuta, condizione della donna. Svela le ipocrisie del perbenismo borghese".
Ah, però! Interessante...
Fiorella Avalle Nemolis