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L’esempio dell'Alto Adige-Südtirol come possibile soluzione per il conflitto tra Ucraina e Russia

CUNEO

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CUNEO CRONACA - "Il conflitto tra Ucraina e Russia porta con sé problematiche di portata vasta in ambito economico e sociale, per una Europa che deve saper parlare in modo autorevole mettendo la diplomazia davanti alla prospettiva delle armi. Il vero nocciolo della questione, al di là dell’allargamento Nato a Est (elemento da maneggiare con molta cautela), è la soluzione ai problemi della popolazione di cultura e lingua russa delle regioni orientali dell’Ucraina, quelle autoproclamate repubbliche del Donbass e di Lugansk che da anni vivono in condizioni estreme, tra l’abbraccio, fin troppo affettuoso, del governo russo, e la minaccia di subire ritorsioni da parte di frange estremiste del nazionalismo ucraino.

L’Italia, come paese, può fornire ai due contendenti un esempio virtuoso di autonomia forte ma nel rispetto della sovranità, ovvero l'Alto Adige/Südtirol. Pochi ricorderanno che decenni fa la questione altoatesina era un conflitto che vide anche atti di terrorismo contro i carabinieri italiani e atti di sabotaggio e violenza, con tale controversia che fu dibattuta persino all’Onu. In Alto Adige/Südtirol, come oggi, vivevano persone in prevalenza di lingua e cultura tedesca le quali mal sopportavano un eccesso di centralismo amministrativo romano, che avrebbe minato il loro sentirsi, prima di tutto, altoatesini e tedeschi nella mentalità.

Tale conflitto avrebbe potuto avere conseguenze gravissime per l’Italia se non ci fosse stata la lungimiranza, da parte dei governi De Gasperi e poi di quello del centro sinistra democristiano, di capire che dare una maggior autonomia amministrativa all’Alto Adige/Südtirol non voleva dire rinunciare alla sovranità italiana su tale regione, ma bensì arricchire il tessuto culturale e sociale italiano concedendo una maggiore libertà a tutti i cittadini che, per cultura e modo di pensare, si sentivano più vicini ad un viennese o un tedesco piuttosto che ad un romano. 

Per questo, salvo fatto il rispetto della sovranità delle singole nazioni, il modello altoatesino sarebbe quello da perseguire per cercare una pacifica convivenza nelle regioni del Donbass e di Lugansk, lasciando che chi è russo per cultura e lingua possa, in settori come istruzione e cultura e polizia locale, sentire di esprimersi senza aver timore di poter essere aggredito o minacciato da un nazionalismo centralizzato esasperato.

Se, invece, si andrà a eliminare ogni elemento linguistico e culturale forzando quindi la assimilazione delle minoranze russofone presenti in Ucraina ma maggioranza nei territori del Donbass e di Lugansk, si rischieranno gravi tensioni che potrebbero portare ad incidenti da cui potrebbe nascere un conflitto armato ben più forte della guerra “a bassa intensità” iniziata nel 2014 dopo le rivolte di Euro Maidan".

Lorenzo Pallavicini, Cuneo

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