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L'Occidente non ceda alle minacce di Putin e continui a dare aiuti concreti all'Ucraina

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Conseguenze irreversibili per l’Italia se sosterrà nuove sanzioni europee nei confronti della Russia. Questa la minaccia pervenuta da un alto funzionario del Ministero degli Esteri russo, al quale è stato dato incarico, da parte del ministro Lavrov, di comunicare la minaccia. Naturalmente, con pieno accordo di Putin. Una modalità soft, che non intende essere una dichiarazione di guerra solo per la forma. Ha un intenso significato sostanziale. Tale appare anche l’inusuale minaccia nei confronti del nostro Ministro della difesa Guerini. Quest’ultima, nel linguaggio diplomatico, può essere definita un’espressione da acchiappagalline, non da diplomatici. Le gravose sanzioni inflitte hanno avuto effetti gravissimi nell’economia sovietica.

La guerra di aggressione ad un Paese libero non ha ottenuto le sperate - se non le certe - conseguenze favorevoli per l’aggressore. La Russia sta esaurendo la provvista di missili da crociera Cruise, utilizzati senza alcuna economia dall’esercito e dalla marina, portando distruzioni e morte e provocando l’esodo di tre milioni di profughi. Ha usato in questi giorni il missile ipersonico sganciato da un aereo. Ognuno costa come una scuola. Mosca ne avrà fabbricati alcuni, ma non pare in grado, con il rublo super svalutato e lo Stato al limite del default, di fabbricarne altri. Anche i Cruise hanno un costo milionario e ne sono stati lanciati ben più di tremila. Ricordiamoci che gli Usa spendono dieci volte la Russia per gli armamenti e non ci sarebbe partita se i due eserciti si affrontassero. Usa e Nato sistemerebbero in pochi mesi la questione con Putin, se limitata agli armamenti convenzionali.

Se si dovesse invece procedere usando le atomiche e inviandosi reciprocamente missili con testate nucleari plurime sulle città, la guerra finirebbe nell’arco di un’ora. Se agisce uno e sgancia le atomiche, reagisce l’altro con la forza distruttiva della deterrenza globale. Non ci sarebbero corrispondenti di guerra a narrarlo e televisioni o social a trasmetterli. Per i giornali, non ci sarebbero più le rotative e le attrezzature per stamparli. Fine annunciata della Terra, che ha finora resistito agli inquinamenti, deforestazione, buco dell’ozono, esperimenti nucleari, plastica ovunque, anche nei mari. Neppure Elon Musk riuscirebbe ad uscire dall’atmosfera con un suo razzo personale per raggiungere magari la base spaziale Usa-Urss come ospite imprevisto.

I Russi dovrebbero chiaramente indicare cosa intendono per conseguenze irreparabili. Se si riferiscono alle atomiche, oppure, più modestamente a privare l’Europa e noi in particolare della disponibilità del caviale del Volga. Oppure privarci della gioia di visitare l’Hermitage a San Pietroburgo. Dicano se sganceranno una o dieci atomiche, di quale potenza e su quali obiettivi. Lo precisino bene, perché il doppio di tali bombe arriverà sulla loro testa entro un’ora dagli Usa e dalle basi europee. Sarà certamente una conseguenza irreversibile per noi, ma anche per loro.

Putin, Lavrov e l’alto funzionario che si è fatto portatore della minaccia all’Italia, precisino. Se si tratterà di rinunciare al caviale e alla pinacoteca non attueremo alcuna ritorsione di fronte a tale minaccia. Continueremo a fornire assistenza ed armi, con l’Europa e la Nato, agli Ucraini sotto le bombe. Se invece significa dichiarazione di guerra totale annunciata, facciano un pensierino sulle conseguenze per il popolo russo di tale minaccia. Se invece intendono privarci del gas e del petrolio che ci forniscono da anni per il 40% del nostro fabbisogno, ce la caveremo lo stesso. Meno condizionatori in estate, meno ascensori, meno luci accese, qualche comodità alla quale occorrerà rinunciare. Per l’autunno, avremo altre forniture e non resteremo al buio, al freddo e con le attività lavorative bloccate.

Fin d’ora il Governo liberalizzerà con giudizio la realizzazione di fonti rinnovabili, ovviamente senza pale eoliche sulle spiagge o sulle vette alpine. Le autorizzazioni dovranno essere semplificate, i quattrini per gli investimenti privati non mancano. La tecnologia è nostra e non dobbiamo ricorrere alla Russia. La minaccia deve far scattare il nostro orgoglio per tagliare i ponti con la Russia e sostituire definitivamente le loro forniture, anche se dovremo fare qualche sacrificio. Tutto sommato, staremo assai meglio degli Ucraini sotto le bombe di Putin e continueremo a decidere a casa nostra. Draghi - che ha gli attributi e li utilizza - non ha fatto una piega. Anche il ministro Guerini. Ci sono alcuni putiniani nei partiti di maggioranza - Salvini il più illustre - che hanno fatto udire qualche vocina. Ai simpatizzanti delle prodezze putiniane in Ucraina conviene tacere e digerire la fermezza di tutti i partiti che si sono preoccupati della nostra libertà, senza concedere all’aggressore motivazioni di sorta.

Nella storia recente - purtroppo - abbiamo fornito esempi spiacevoli di doppiezza e di cambiamenti di alleanza. Siamo i fondatori dell’Unione Europea. Restiamone degni in questo momento difficile. Dimostriamoci solidali con gli altri Stati dell’alleanza militare Nato. Restiamo vicini agli Usa, che nel dopoguerra ci hanno tutelati dall’avanzata del comunismo sovietico. Ci hanno evitato la fame, inviando ogni giorno a Livorno una nave carica di viveri che sono stati distribuiti nella Penisola. Abbiamo accettato le basi Usa con armi nucleari e missili sul nostro territorio. Così facendo, è stato tenuto lontano il criminale Stalin, responsabile, dal dopoguerra fino alla morte di milioni di morti per fame soprattutto in Ucraina; di deportazione di popoli, di assassinii su ordinazione. Grazie agli Usa ed alla determinazione dei nostri governanti di allora, in prima fila De Gasperi e Togliatti, abbiamo evitato decenni di oppressione toccati ai Paesi satelliti di Mosca.

In questi anni, il mondo pareva avviato ad una generale concordia, pur se funestato da tante piccole guerriglie locali. Stavamo cercando di azzerare il Covid, distribuire le risorse per evitare la fame e il sottosviluppo. Ecco invece l’iniziativa criminale di Putin, alla ricerca di un nuovo impero sovietico da creare a suon di missili. Ciò che vediamo avvenire ogni giorno - marito assassinato, moglie stuprata dai soldati russi, città circondate, abitanti deportati in Russia, ospedali bombardati - non è propaganda ucraina. È invece la triste ed incredibile verità, che le bugie russe non possono nascondere. Il popolo russo non conosce la realtà: pensa che l’Ucraina sia l’aggressore e l’esercito russo sia stato inviato da Putin per difendere i Russi ucraini dalle vessazioni. Non hanno approvato la guerra i componenti russi della stazione spaziale, apponendo alle tute la bandiera ucraina. Non vorrei essere nei loro panni quando torneranno a Terra.

L’Occidente non ceda alle minacce putiniane. Sono starnazzi di un leader sconfitto, alla guida di uno Stato soffocato dalle sanzioni economiche. Lasciamolo minacciare. Non siamo soli, c’è la Nato a proteggerci, il nostro esercito è affidabile e modernamente equipaggiato. Se alcuni putiniani in Parlamento o sui giornali e social si faranno sentire, accogliamoli come si deve. Non con una risata o una super pernacchia, perché le crudeltà putiniane in Ucraina non consentono di attuare il detto: “Una risata ti seppellirà”. Diciamo loro di tacere per rispetto dei morti, degli esuli e dei coraggiosi rimasti a difendere il loro Paese anche dalle cantine dei loro condomini. L’Europa ed i singoli Stati dell’Ue siano compatti nelle decisioni e non correggano a ribasso le sanzioni. Magari, nei consueti sondaggi nazionali, aumenterà il numero dei contrari al sostegno all’Ucraina. Non si governa con i sondaggi, frutto dell’emozione immediata. Il Parlamento ha deciso, dopo ponderata discussione. Si proceda e si tenga la barra dritta in tale senso, come stanno facendo i partner europei e la Gran Bretagna, anche se uscita dall’Ue, ma ben presente nella Nato. Non confondiamo il pacifismo con l’abbandono codardo dell’Ucraina aggredita dal criminale Putin, che ha chiamato in aiuto le brigate assassine georgiane ed i tagliagola siriani.

Quando il fratello è aggredito, occorre difenderlo. È un principio non solo religioso, ma di civiltà. Putin ha ricordato tale assunto, ma applicandolo al contrario. Ha aggredito i fratelli ucraini filorussi e russi e li sta bombardando, uccidendo, deportando. Ritiene così di dare applicazione al precetto evangelico. Che fegato! Sentendo la sua propaganda, si ha l’impressione di trovarci nel paese dell’incontrario e che tutto ciò che narrano i nostri giornalisti ed i mezzi di informazione sia immaginato e non reale. Resti libera l’Ucraina e continuiamo a darle aiuti umanitari e armi per la difesa. 

Piercarlo Barale

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