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L'artista del vetro di Chiusa Pesio Patricia Lamouroux presidente dei Perliers d'Art de France

MONDOVì

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ANTONELLA GONELLA - L’artista del vetro di Chiusa Pesio, in provincia di Cuneo, Patricia Lamouroux, è la nuova presidente dei Perliers d’Art de France. L’associazione si è riunita a fine febbraio a Parigi e ha deciso la sua nuova guida per i prossimi mesi: un incarico di grande responsabilità, in un periodo economico non facile, che si muoverà nel solco della tutela e della diffusione di un’arte rara, riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’Unesco nel 2020. Il traguardo è stato raggiunto grazie all’impegno congiunto dei Perliers de France e del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di vetro di Venezia.

Più che un’associazione, quello dei produttori di perle di vetro è uno stile di vita. Lo dimostra un progetto nato dalla sensibilità di chi è abituato per mestiere a trattare la fragilità: la collaborazione con il centro di oncologia infantile Gustave Roussy e le perle del cuore, donate ad ogni piccolo paziente, una per ciascuna tappa di un percorso terapeutico spesso complesso, sempre difficile per i bambini e le famiglie. “Unite formano collane a volte lunghe metri – spiega la nuova presidente – che diventano un simbolo di coraggio e resistenza. I ragazzi le indossano e, quando si incontrano negli ospedali, ‘leggono’ i rispettivi percorsi di vita proprio attraverso le perle: le collane sono la rappresentazione visiva della storia di ciascuno e, insieme, un segno di speranza”.

All’orgoglio per un progetto ormai consolidato oltre confine, si unisce la speranza per la creazione di qualcosa di analogo in Italia, dove l’arte della lavorazione del vetro vanta esempi di eccellenza. “Sarebbe bello poter contare anche qui su un’associazione nazionale: una vera e propria rete capace di unire i tanti perliers che oggi sono attivi sul territorio e si occupano della promozione e diffusione di un mestiere a rischio scomparsa”.

Originaria di Bordeaux, Patricia Lamouroux si trasferisce in Italia e sceglie Chiusa Pesio dove il vetro è di casa da secoli. In valle, dove tra Settecento ed Ottocento nascevano i cristalli pregiati della Regia fabbrica trasferita da Torino, oggi si producono perle di vetro: minuscoli mondi che catturano luce e colori. E che hanno una storia antichissima: quelli di Venezia, Germania, Francia e Boemia erano merce di scambio apprezzata oltre oceano. Moneta, dunque. Oggi come allora le sfere trasparenti trasmettono il valore della bellezza. Realizzarle significa trovare un equilibrio tra il vetro e la fiamma del cannello che lo scioglie, rendendolo duttile: bisogna modellarlo con le bacchette, capire e rispettare i tempi della materia incandescente.

E in fondo tutta questa storia è questione di equilibrio e tenacia. La bottega in via Fratelli Carle a Chiusa Pesio, un po’ atelier un po’ laboratorio, nasce nel 2012: dieci anni fa. Il nome, Clair de Lume, è duplice omaggio alle origini francesi della padrona di casa e alla sua vita in Italia: impossibile ignorare l’eco della celebre composizione per pianoforte di Claude Debussy. Qui si creano gioielli e componenti d’arredo e il lume non è l’unica tecnica utilizzata dalla titolare, che realizza anche i vetri Tiffany, gli smalti, la lavorazione a cera persa. Ma soprattutto condivide tecniche e segreti, organizza corsi e dimostrazioni perché il vetro va sentito tra le dita, è questione di consistenza, di sensibilità. Forse non è un caso che questo materiale riciclabile al 100 per cento si lavori proprio qui, a un passo dalla sede delle Aree Protette delle Alpi Marittime, dove la tutela e rispetto dell’ambiente sono di casa da sempre.

Il prossimo progetto? E’ già realizzato, in parte. La scuola del vetro con le sei postazioni per tramandare l’arte alle nuove generazioni: nata in collaborazione con il Museo Cavalier Giuseppe Avena che custodisce i tesori de maestri del passato e il Comune di Chiusa Pesio, attende gli ultimi ritocchi all’impiantistica prima dell’apertura. Rappresenta l’atto concreto del progetto SeVeC (Seta, vetro e ceramica) che nel 2017 ha coinvolto la Regia Fabbrica dei Vetri e dei Cristalli di Chiusa Pesio, Il Filatoio di Caraglio e il Museo della Ceramica in una rete del saper fare capace di portare in Granda gli studenti di Istituto Europeo di Design, IAD, Accademia Albertina e Brera. E’ accaduto prima della pandemia, quasi un’altra vita. “Ma – spiega Patricia Lamouroux - confido nel grande coraggio del Comune di Chiusa Pesio per la ripresa e il rilancio di un’operazione che farà rivivere l’antica sapienza dei vetrai della valle. In fondo il vetro esiste fin dal tempo dagli Egizi, ha dato nei secoli prove sufficienti di resistenza”.

Clair de Lume sarà in trasferta nel capoluogo provinciale, in contrada Mondovì, in occasione di Made in Cuneo, sabato primo aprile; dal 22 al 25 aprile e dal 29 aprile al 1° maggio esporrà le sue creazioni al Museo civico Casa Cavassa e in palazzo Monterosso, nell’ambito di Start Saluzzo 2023. Per informazioni: www.clairdelume.com.

Antonella Gonella 

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