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L'architetto di Saluzzo che restaura meridiane in tutta Italia e sogna una scuola per i giovani

SALUZZO

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ANTONELLA GONELLA - "Solaria" significa orologi solari: i nomi, dicevano gli antichi latini, spesso contengono il destino. Quello dell’architetto Fabio Garnero di Saluzzo è senz’altro segnato dalle meridiane: ne ha restaurate a decine. Altrettante sono quelle progettate e realizzate dalla sua ditta, la Solaria Opere, per committenti che desiderano una creazione personalizzata. A farlo in maniera professionale e certificata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, sono solo in tre in tutta Italia. E a Saluzzo, in questi giorni, è arrivata anche la chiamata della Fondazione Cologni di Milano per l’inserimento nell’elenco dei “Mestieri in via d’estinzione” ma, a dispetto delle apparenze, quello dell’architetto Garnero è un lavoro attuale e vivissimo, tanto che, dopo aver destato la curiosità della fondazione, ha ricevuto la proposta di un progetto di specializzazione per gli studenti del Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale. 
 
“Tutto – spiega Garnero - è iniziato un anno fa con l’intervista da parte di una docente del Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione, incaricata di censire le figure professionali rare, da preservare e, se possibile, tramandare. Così è nata l’idea dei corsi di approfondimento per i futuri restauratori, ma nel futuro c’è la speranza di trovare spazio per una realtà autonoma, una scuola per trasmettere conoscenze e saperi sui quadranti solari”. E le nozioni necessarie sono tante, perché diventare gnomonisti, questo il nome delle figure professionali cancellate ad inizio ‘900 dall’avvento degli orologi di precisione, non è questione di improvvisazione. 
 
Recuperare un orologio solare significa saper effettuare incursioni in architettura, pittura, astronomia, scienza, matematica, ebanisteria, decorazione e perfino oreficeria. Soprattutto vuol dire avere a che fare con un patrimonio fragilissimo e a rischio scomparsa, perché spesso collocato sui muri esterni di edifici antichi, esposto alle intemperie o alla disattenzione umana. Paradossalmente il nemico di questi strumenti solo apparentemente semplici è proprio il tempo, lo stesso che registrano attraverso lo scorrere di un’ombra su una superficie demarcata da linee e numeri. “Per garantirne la sopravvivenza servono concentrazione e devozione”. E passione: quella dell’architetto Garnero nasce nel 1994 come censore nell’ambito del percorso universitario.
 
Così conosce gran parte delle meridiane del territorio: solo in provincia di Cuneo ne cataloga oltre 2000. Partecipa, inoltre, alla realizzazione di piani di protezione e tutela in collaborazione con enti e amministrazioni: impara ad amare questo patrimonio immenso e fragile e spera in una maggiore attenzione da parte ministeriale per la sua tutela. Per questo provvede alla divulgazione: tiene corsi per operatori turistici, guide naturalistiche, incontri pubblici e nelle scuole. Scrive libri: “Le parole del tempo” (L’Artistica Editrice) risalente al 2008, un altro è in cantiere. Nel 2022 ha dato alle stampe "Pirati - Una famiglia e l'incubo covid" (Echos Edizioni), storia dell'esperienza vissuta durante la recente pandemia. “E’ il primo passo – dice -, perché capire significa imparare ad apprezzare e, quindi, tutelare. Solo attraverso la conoscenza possiamo sperare di salvare i quadranti solari a rischio scomparsa”.
 
Spesso gioca in casa, ma le “sue” meridiane si trovano ovunque in una mappa di interventi di restauro che è anche un viaggio nel passato di un’arte antica e misteriosa. Così a Marmora nella chiesa di San Massimo, a Prazzo in San Michele, a Busca e a Brossasco sulla parete della canonica, a Bellino in Borgata Chiazale, a Cartignano in San Lorenzo, a Genova al Castello d’Albertis. E poi a Buriasco, a Campello Monti nel Verbano-Cusio-Ossola, in provincia di Varese e Roma. Il più antico, tra quelli di datazione certa su cui ha lavorato, è il quadrante solare marmoreo conservato nel Museo di Casa Cavassa, a Saluzzo, risalente al 1597. Più indietro nel tempo bisogna fare tappa sull’altipiano di Arcinazzo Romano, in Lazio, dove l’architetto saluzzese viene convocato per repertare un frammento di un orologio, un “pelecinum”, rinvenuto durante una campagna di scavi archeologici. Segnava l’ora niente meno che per l’imperatore Traiano (I secolo d.C.), nella residenza estiva con tanto di complesso termale dove si ritirava dalle fatiche romane. Fabio Garnero ne ha vista una simile a Narbonne, così ricostruisce una replica in tutto rispondente all’originale: oggi l’opera è esposta nell’area a beneficio dei turisti.
 
L’intervento più recente, in ordine di tempo, risale a poche settimane fa e non è un restauro: si trova a Varazze nella casa di un committente privato che desiderava unire la sua passione per la storia medievale ad un omaggio al borgo toscano di Monteriggioni. Grazie ad una valida squadra di collaboratori e consulenti, Solaria Opere realizza anche orologi solari su commissione, perché una tecnica così antica merita continuità. La ricetta è semplice: prevede artigiani qualificati, tecnologie moderne ed estrema cura nei dettagli, a partire dai colori delle pitture murarie, interamente realizzati in cantiere, a garanzia di un risultato finale unico ed irripetibile. Ma gli orologi solari diventano anche sculture: sono catini concavi, lastre, sfere, fino ai cubi in marmo di Carrara o all’orologio fontana realizzato in Francia, a Narbonne, dove l’ombra e l’acqua scorrono sulla pietra insieme al tempo. E per gli appassionati c’è anche il quadrante solare portatile: si chiama Orologiotto. In formato ridotto, un modello dal diametro di 10 centimetri in legno intagliato e inciso a laser, è facile da montare e da usare, regolabile sulle diverse latitudini. Con il tempo il prototipo cresce e si adatta alle esigenze dei richiedenti, raggiungendo dimensioni ragguardevoli, fino ai 400 chilogrammi di granito nero di una recente installazione.
 
Affascinanti da osservare, le meridiane sono testimoni  del passato e maestre di vita: raccontano storie, a saperle ascoltare. Invitano a rallentare, a riappropriarsi del tempo, in controtendenza con i ritmi della società contemporanea. E presto potrebbero diventare opportunità di lavoro per le nuove generazioni.
 
Antonella Gonella 

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