CUNEO
Ciao, carissimo Beppe, sei stato parte importante anche del mio percorso professionale nell'informazione in provincia di Cuneo e nel Piemonte (giuseppe grosso)
Giuseppe "Beppe" Sajeva, alla soglia dei suoi 95 anni (li avrebbe compiuti il 26, gli amici pensavano già a come festeggiarlo) è scomparso, nella mattina di mercoledì 16 marzo all’ospedale Carle di Cuneo, dove era ricoverato da paio di giorni. Era tante cose: residente a Boves, originario di Torino, ex partigiano ebreo (di famiglia sefardita arrivata dai Balcani), combattente dell’esercito israeliano (e di un corpo italiano che doveva sbarcare in Giappone nel 1945), giornalista locale. Le sue condizione di salute, buone compatibilmente con l’età, erano peggiorate nell’ultimo mese.
Aveva scritto, fino a dieci anni fa, su varie pubblicazioni locali (dopo una vita professionale vissuta alla Stampa, tra tipografia, sviluppo, controllo vendite e pubblicistica, per oltre mezzo secolo). Lucido fino alla fine, mai aveva smesso di leggere, mangiare e assaporare qualche bicchiere di vino. La vecchiaia era stata vissuta come un suo "inferno", come capita a chi è sempre stato in salute e attivo, specie dopo la morte della moglie Nina Chialvo, avvenuta 7 anni fa. Le guerre vissute gli erano rimaste sempre dentro, a bruciare. Tanto ha scritto, anche memorie. Tanto poteva ancora scrivere. La pandemia, per lui, è stata soprattutto una "scusa" per potersi isolare dal mondo, per stare in pace.
Il saluto è limitato al momento dalle camere mortuarie del Carle, alle 14,30 di oggi, giovedì 17 marzo, prima della partenza per la cremazione a Magliano. Le sue ceneri si mischieranno, nel cimitero di Boves, a quelle della sua Nina. Come da sua volontà, non son stati stampati tiletti e la bara è stata subito chiusa. La notizia è corsa veloce, online, e Beppe ha raccolto, in poche ore, quello che aveva seminato: l’affetto di tanti, a Boves e non solo.
Adriano Toselli