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Undici posti letto nella Casa di Prima Accoglienza della Caritas di Saluzzo intitolata a Mons. Bona

SALUZZO

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CUNEO CRONACA - Si è tenuta in forma ristretta, a causa delle limitazioni imposte dal Covid19, la riapertura della Casa di Prima Accoglienza in Corso Piemonte 63 della Caritas di Saluzzo. 

La struttura, che offre 11 posti letto esclusivamente maschili insieme ad un servizio mensa, è stata intitolata per volere dell’episcopo a Mons. Diego Bona, Vescovo di Saluzzo prima di Mons. Guerrini. Bona, eletto nel 1994, restò a capo della Diocesi del Marchesato fino al compimento dei suoi 75 anni, quando rassegnò le dimissioni. Fino al 2002 fu anche presidente nazionale del movimento Pax Christi, fondato da don Tonino Bello. 

Un’altra targa, oltre a quella scoperta in Corso Piemonte 63 è stata affissa di fronte alla sala polivalente in fondo al cortile dove si trova la piccola cappella utilizzata dalla Caritas nei mesi estivi sempre per volere di Mons. Bodo questa struttura è stata intitolata ad Anna Maria Busso Olivero che dal 2000 al 2009 è stata direttrice della Caritas Diocesana. La sua scomparsa a 86 anni ha suscitato grande commozione tra operatori e volontari che la ricordano per il suo lungo impegno a fianco delle persone in difficoltà. 

Il Vescovo Mons Bodo commenta: “La Caritas è la testimonianza concreta di una presenza reale al bisogno più semplice, ma più importante della persona umana: dare un tetto, dare la possibilità delle cose più essenziali, della famigliarità, quel sorriso, quel pasto, quella stanza per riposare, per riprendersi, per ritrovare quella dignità che tante volte viene calpestata e non sappiamo neanche il perché. Ringrazio tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno preso parte a questa Casa di Prima Accoglienza, a Luigi, alla Papa Giovanni. 

Senza accorgercene abbiamo unito tre spiriti, ma simili: il Cenacolo e i frati che si rifanno a San Francesco hanno il medesimo carisma che li unisce nel servizio verso coloro che hanno bisogno. Lo stesso pensiero di cui scriveva Mons. Bona nel suo testamento spirituale: “Chiedo perdono se non ho potuto aiutare gli ultimi degli ultimi”.
Una grande Provvidenza per il nostro territorio e per la nostra Diocesi”. 

Il direttore della Caritas, Carlo Rubiolo, sottolinea: “L’apertura di questa Casa è stata possibile grazie alla collaborazione di tante realtà e istituzioni. Ringrazio l’Associazione Papa Giovanni XXIII, in particolare Luigi Celona, che ha gestito la struttura in precedenza e il nostro Vescovo che ci ha dato una spinta poderosa, costringendoci a ripensare la decisione di chiudere e ha iniziato a tessere una rete di relazioni che hanno portato a questa giornata. Ringrazio il Convento di San Bernardino che ha deciso di inviarci Frate Andrea Nico Grossi che condividerà con noi questo cammino e la Comunità Cenacolo che con i suoi ragazzi ha trasformato questo luogo ripulendolo, ritinteggiandolo e risistemando l’esterno. 

Ringrazio Don Giuseppe Dalmasso che ha permesso l’acquisizione di questo spazio polivalente in fondo al cortile, che è un altro segno in termini di accoglienza e di solidarietà.

Oggi, infatti, si procede a due intitolazioni che a noi sono molto care, di cui una, la sala polivalente ad Anna Maria Busso Olivero. L’ho incontrata la prima volta ai tempi della sua candidatura a sindaco di Saluzzo. Mi era apparsa una signora molto compita e fine. Ero rimasto colpito dal contrasto tra il suo salotto “quasi goldoniano” e la scelta di entrare nell’agone elettorale. Lo stesso contrasto che viveva come direttrice della Caritas: un contesto in cui bisogna venire in contatto con il “lato b dell’esistenza” (povertà, disagio, emarginazione) eppure lei sapeva guardarlo con grande intelligenza, eleganza, sensibilità”. 

Alla cerimonia, unica autorità presente, il sindaco Mauro Calderoni che ha rappresentato l’istituzione con queste parole: “Un momento importante per la città di Saluzzo che rinnova l’impegno della comunità ad accompagnare i propri concittadini nelle difficoltà che ci possono essere nella vita di ognuno di noi. Le interazioni tra gli organi istituzionali e il mondo del volontariato sono ormai diventati un’abitudine, così come il confrontarsi su tavoli trasversali dove sono diverse le sfaccettature da affrontare in periodi difficili come quello dell’inizio della primavera e l’arrivo dell’estate, quando il nostro territorio affronta la sfida dell’accoglienza legata all’economia locale che non ha dei paletti normativi prestabiliti. Con questo mi riallaccio all’opera di Monsignor Bona che verrà oggi ricordato e che si era ritrovato ad affrontare l’ondata migratoria albanese in un momento storico impegnativo per il nostro Paese. Se ripensiamo a quegli anni, quello che affrontiamo noi da una decina d’anni a questa parte è un compito meno impegnativo. Ho un ricordo personale anche di Anna Maria, io ho iniziato a far politica proprio durante la sua avventura nel 1995 quando, cambiata la normativa, ci fu per la prima volta l’elezione diretta del sindaco, lei seppe convogliare intorno a sé forze molto diverse dal punto di vista culturale, sociale, politico. La sua disponibilità a lavorare per gli altri la trasferì nel suo incarico in Caritas ed è quindi molto bello che venga ricordata così oggi”. 

La targa a ricordo di Anna Maria Busso Olivero è stata scoperta del nipote 28enne Luca mentre Mons. Bodo ha donato un’icona del Buon Pastore alla Casa di Prima Accoglienza che per la sua gestione vedrà la sinergia tra operatori della Caritas, volontari dell’associazione Avass ODV e della Comunità Cenacolo che ha messo a disposizione tre persone per vivere nella struttura dando un servizio di supervisione. 

La Mensa sarà gestita da Frate Andrea Nico Grossi, 51 anni, trasferitosi da Parma nella Comunità di San Bernardino. La struttura offrirà il pranzo anche a senza dimora e persone in difficoltà seguite dal Centro d’Ascolto della Caritas, con la possibilità di servire fino a 150 pasti nel cortile dove sono stati attrezzati tre grandi gazebo con panche e tavoli per garantire il distanziamento ed evitare il contagio. 

Il Vescovo e il direttore della Caritas fanno appello alla generosità della comunità saluzzese che più volte nell’ultimo anno ha dimostrato la sua vicinanza alle persone colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia. Per chi volesse sostenere l’attività della Casa di Prima Accoglienza è possibile fare una donazione all’associazione Avass ODV con un bonifico all’IBAN IT73F0538746770000038005274 

Per quanti (privati cittadini o aziende/supermercati/negozi) volessero donare cibo fresco/confezionato è possibile portarlo direttamente alla mensa in Corso Piemonte 63. 

Per eventuali informazione contattare info@caritassaluzzo.it 

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