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La "buona politica" per la provincia di Cuneo che si riconosce nei valori della Sinistra

CUNEO

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Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione informale alla quale hanno partecipato, a titolo personale, uomini e donne che, per i loro trascorsi e per il loro impegno quotidiano, si riconoscono inequivocabilmente nei valori della sinistra e dell’ampio campo progressista, alternativi alle politiche liberiste attuate senza distinzioni sia dai governi di centro destra che da quelli a guida Pd, che hanno fatto crescere un senso diffuso di ingiustizia, di disuguaglianza e che hanno aumentato le distanze tra chi detiene il potere politico ed economico e la maggior parte dei cittadini.

La finalità della riunione era quello di verificare la possibilità di promuovere l’avvio di un percorso capace di unire le tante energie e le tante competenze della società civile, del mondo dell’associazionismo sociale e ambientalista, delle organizzazioni politiche della sinistra presenti sul territorio.

Per avviare in provincia di Cuneo - così come è fondamentale si realizzi il prima possibile sul piano nazionale - una proposta politica che ponga al centro della propria azione il rispetto della persona e dei diritti sociali e civili, la tutela dell’ambiente e dei beni comuni, riconducendo la pratica politica a servizio per la collettività.

La considerazione di partenza è stata che esiste nel nostro paese una forte domanda di “sana politica”. Una domanda reale che aspetta risposte concrete, fatta da quegli elettori che non sono andati a votare alle recenti elezioni amministrative.

Oppure da coloro che resistono nei partiti solo perché non sanno dove andare e non trovano all’esterno formazioni politiche che diano loro fiducia e che abbiano un minimo la possibilità di incidere sulla realtà del nostro paese. Oppure ancora da coloro che votano per protesta movimenti in cui sostanzialmente non credono, ma che incarnano la loro rabbia ed il loro disagio.

A questa domanda, bisogna prendere atto con rammarico, che ad oggi non c’è risposta adeguata. A questa domanda vogliamo dare una risposta credibile.

Per questo motivo è indispensabile che coloro che credono nei valori fondanti della sinistra e coloro che credono fortemente nella democrazia e temono l’involuzione autoritaria, populistica e razzista in corso – la storia insegna che una tale involuzione è possibile anche in sistemi democratici di società mature – si possano finalmente ritrovare in una unica, nuova, ampia casa comune.

I cittadini hanno il sacrosanto diritto di avere un soggetto politico in cui potersi riconoscere ed avere fiducia, un luogo in cui trovare il loro punto di riferimento, fatto di persone per bene con l’unica ambizione di lavorare per il bene comune.

Non è ovviamente realistico pensare che possa partire solo da Cuneo l’avvio di questo percorso. E’ chiaro che gli orientamenti che si assumeranno a livello nazionale saranno un riferimento inevitabile, e che dunque non si potrà prescindere dalle decisioni assunte in altri luoghi. Ma sarebbe sbagliato rimanere passivi in attesa che qualcuno, là in alto, risolva il problema. Anzi crediamo che proprio dal basso, dai territori, può e deve avviarsi quell’impulso ad agire unitariamente a partire dai problemi reali della comunità.

Non la casacca, ma l’impegno, la capacità e la disponibilità dimostrata sul campo diventino un oggettivo discrimine per la selezione dei nostri rappresentanti nelle Istituzioni ad ogni livello, per evitare che si ripetano gli errori del passato, quando gli elettori si sono trovati a votare persone paracadutate da altri luoghi che poco conoscevano i nostri problemi. La forza e la possibilità che si realizzi di questo nuovo progetto deve risiedere nelle sue radici.

Il senso generale di insicurezza e di abbandono da parte delle istituzioni si manifesta nei cittadini in forma di paura, rabbia, diffidenza, e li mette alla mercé di quei politici che propongono risposte sommarie, individuano nemici (deboli) da combattere, li mette gli uni contro gli altri. Non propongono soluzioni, si nutrono di problemi e dello stato di debolezza del cittadino/elettore.

Il vero nodo è come riconquistare la loro attenzione e la loro fiducia, come rispondere in maniera efficace e concreta alle loro legittime esigenze, come portarli a combattere le enormi sfide che il pianeta si trova a dover affrontare. E’ come coinvolgerli nelle decisioni importanti, come riuscire a comunicare, che la loro salvezza passa inevitabilmente dalla loro partecipazione. A questi obiettivi primari devono essere indirizzati i nostri sforzi, partendo, per l’appunto, dal territorio e dal presupposto che, in questo mondo, da soli, non si risolve nulla.

Riteniamo che la varietà di sensibilità, di competenze, di esperienze e percorsi personali di chi vorrà prendere parte a questo progetto siano nel dialogo e nel confronto aperto una grande ricchezza, non un limite. Vogliamo che questa iniziativa sia più ampia e partecipata possibile perché non abbiamo alcun interesse a recitare un ruolo di pura testimonianza.

L’obiettivo è ambizioso: ricostituire un campo progressista forte e riconosciuto, capace di proporsi come forza di governo dei processi in corso, modificare la realtà nel verso ritenuto più efficace per il conseguimento del bene comune. Per conseguire questo obiettivo sarà indispensabile definire un Programma, all’altezza delle sfide presenti e future, che, in alternativa alle politiche deboli e dannose di questi anni, indichi scelte e priorità da assumere.

Solo dopo aver delineato una visione di futuro condivisa i temi delle alleanze e delle leadership potranno essere affrontati con quelle forze che con chiarezza accetteranno il confronto su quelle priorità e sulla effettiva situazione del paese. Come si suole dire: è venuta l’ora di smettere con la narrazione e del raccontare balle al paese.

Per fare tutto ciò è sul tavolo la proposta di creare un Comitato Promotore a livello provinciale con il semplice compito di creare una rete territoriale per unire le idee e le forze, per scambiare informazioni e per promuovere attività coordinate, assieme, a livello provinciale, o supportando le iniziative dei singoli nuclei territoriali che si vorranno avviare.

Così come promuovere l’organizzazione di eventi ed iniziative con la presenza di autorevoli personalità di rilievo nazionale che ci tengano aggiornati su temi d’attualità con risvolti sulle realtà locali. Il tutto in attesa che a livello nazionale finalmente si chiarisca lo scenario sul come procedere. Ma soprattutto quello di farci trovare pronti, con persone per bene del nostro territorio, il giorno non lontano in cui gli elettori saranno chiamati a scegliere il nuovo governo cui la nuova formazione politica ambisce a far parte.

Ad un tale Comitato saranno liberi di partecipare, a titolo personale, tutti coloro che si riconoscono in quanto sopra riportato, disponibili a sacrificare il proprio tempo per il compito non facile di costruire questa nuova, unica casa comune.

Fabrizio Botta, Guido Chiesa, Mario Cravero, Maria Luisa Martello, Rocco Olita, Roberto Pignatta, Gabriella Roseo, Alberto Spadafora.  

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