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Il regista Francesco Amato ha scelto Bra per presentare il suo ultimo film "18 regali"

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Francesco Amato, regista e sceneggiatore braidese, ha scelto la città dove è cresciuto e dove è iniziata la sua formazione cinematografica come prima tappa con il pubblico per la presentazione del suo ultimo film "18 regali".

"E' stata Anna Vitton Corio, titolare del cinema Vittoria Multisala di Bra, a propormi di presentare il mio film e incontrare il pubblico, accompagnato da mia figlia Susanna, che ha interpretato il ruolo di Anna bambina - spiega Francesco - Una scelta affettuosa nei miei confronti e coraggiosa da parte sua, programmarlo proprio durante il periodo natalizio, che la tradizione dedica alla visione dei film più importanti".

Ormai la voce di Francesco ha un timbro da adulto, pacato, riflessivo, ma sempre determinato e combattivo. E' rassicurante ascoltarlo, niente atteggiamenti, chiaro nell'esprimersi, semplice nei modi, educato.

Francesco, cosa hai provato a tornare nella tua Bra? Come indossi l'abito della celebrità?

"Non la indosso proprio, non la vivo, non mi riguarda. Ho provato emozione, questa sì! Indimenticabile la mia formazione cinematografica braidese. E' una tradizione ormai tornare nella mia città, da Roma, con i treni ad alta velocità, la raggiungo in poche ore. Ricordo che nel 2006, al cinema Vittoria, durante la proiezione del mio film “Ma che ci faccio qui” e al cospetto di un'affollatissima assemblea d'istituto del liceo Giolitti, sono intervenuto a dare la mia testimonianza di giovane regista. Nel 2007 ho presentato il mio film "Cosimo e Nicole" nella sala Impero di Bra. Anche durante la manifestazione di "Corto in Bra", sin dall'inizio ho partecipato come giurato, e poi con i miei film. La mia passione si è alimentata già dal liceo, con le frequentazioni al Centro Polifunzionale per il "Cine Club". Anche il brano degli Oasis scelto per il film "18 regali" è quello che ho sentito e ballato al Macabre, locale storico che ha lasciato una traccia importante. Tutto testimonia un rapporto di emozioni: Bra non se n'è mai andata, vive con me, non posso prescindere da essa, penso".

Francesco, la trama del film è una storia struggente che hai reso vera, vedi le battute e l'ironia nei dialoghi tra la Puccini e la Porcaroli, ma al tempo stesso, così dolce e delicata. Quali strumenti usi?

"Non c'è progettualità nel raccontare una storia d'amore, un melodramma consapevole, ma non smielato. Mi rappresenta l'ironia e la leggerezza di regista di commedia, la capacità, credo, di entrare nella psiche dei personaggi e anche la decisione, sì, ma senza essere mai soddisfatto. Nella mia formazione cinematografica braidese ho sempre mangiato pane e Woody Allen!".

Ecco svelato il segreto della tua capacità nello sfumare il melodramma con una sapiente spolverata di leggerezza e di ironia! Sai come si dice, "l'ironia è l'intelligenza in abito da sera!"

“Fiorella, sei tu a dirlo!”.

Mi domando con che animo tu sia entrato in contatto con Alessio Vicenzotto, il papà di Anna nella vita.

"E' stata la produzione a prendere i contatti per il consenso di Alessio. Ad entrare in un momento di dolore di una persona aiuta la professionalità, come quella del medico che svela al paziente una patologia grave. E' un equilibrio tra anima calda ed emotiva, e quella più fredda e razionale".

Quindi, come riesci a tenere sotto controllo la genialità?

"E' questione di grande forza e solidità emotiva, richiede attenzione ed allenamento anche a livello fisico, è un sforzo, il cervello è un muscolo che va allenato".

Assodato che la celebrità non ti sfiora, come ti consideri?

"Uno strumento per la felicità, le storie passano attraverso di me. Sono uno sgobbone e lavoro una gran quantità di ore con i miei attori".

Cosa assapori dall'uscita del film?

"La soddisfazione che vivo in sala osservando il pubblico: tante ragazze e ragazzi, anche adolescenti accompagnati dai genitori, uniti nella visione del film. Non ultimo gli incassi che hanno superato di gran lunga il previsto. Su questi aspetti penso il film abbia vinto".

Con chi hai visto la prima volta il tuo film, prima che uscisse nelle sale?

“Insieme ad Alessio Vicenzotto. E' stato un momento importante. Ha elaborato la sua storia, si è messo in gioco, per dare conto del messaggio di speranza di sua moglie Elisa. Per quanto riguarda Anna, forse un giorno vedrà il film, e anche se non sarà la stessa cosa, percepirà l'abbraccio di sua madre. Spero sia il mio diciannovesimo regalo!”.

"Dobbiamo solo prenderci per mano e vivere ogni giorno con coraggio!" Queste le parole di Elisa Girotto che compaiono alla fine del film, insieme alla sua immagine.

Il film è ispirato alla straordinaria storia di Elisa Girotto, che ha lasciato 18 regali per i futuri compleanni della figlia, dopo la scoperta di avere poco tempo per vederla crescere. Come ogni anno Alessio (Edoardo Leo) consegna alla figlia Anna (Benedetta Porcaroli) un regalo lasciatole da Elisa (Vittoria Puccini).

E' il diciottesimo compleanno di Anna, quando al momento di scartare l'ultimo regalo, prevalgono in lei rabbia, ribellione per il senso di vuoto incolmabile e insopportabile: il giorno del suo compleanno ricorda quello della morte della mamma. Così, fugge dalla festa organizzata dal padre e soppraffatta dal dolore si trova a vagare nella notte...quando la magia del cinema, attraverso uno straordinario viaggio tra emozioni e speranza, fa incontrare mamma e figlia.

Francesco Amato, biografia

Regista, sceneggiatore e documentarista, inizia a lavorare dietro la macchina da presa sin da giovanissimo, quando si trasferisce a Bologna per frequentare il Dams. Qui realizza il suo primo cortometraggio Figlio di penna, con cui è in concorso a Cannes ne “La semaine de la critique” nel 2002, e nello stesso anno vince nella sezione “Visioni Italiane” al Torino Film Festival.

Seguono, tra il 2004 e il 2005, i documentari Vietato sostare sul portone, Questa è la mia terra, I Gabbiani e i cortometraggi Autoritratto e Il nano più alto del mondo. Nel frattempo si trasferisce a Roma dove frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia: nel 2006 realizza il suo film di diploma, Ma che ci faccio qui!, prodotto dal CSC e RaiCinema, distribuito in sala da Istituto Luce. Proiettato in oltre 20 paesi, il film è candidato al David Donatello e ai Globi d’oro come Miglior Opera Prima.

Nel 2012 vince il Festival del Film di Roma 2012 nella sezione “Prospettive Italia” con Cosimo e Nicole, prodotto da Cattleya: “una storia alla Ken Loach” interpretata da Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, che riceve successo di critica e numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero.

Tra il 2013 e il 2014 torna al mondo dei documentari realizzando per Slow Food in co-regia con Stefano Scarafia tre mediometraggi in Africa, e si affaccia al mondo della musica dirigendo Cristiano Godano e Kasia Smutniak nel videoclip “Seduzione” dei Marlene Kuntz.

Successivamente scrive con Francesco Bruni e Davide Lantieri l’insolita commedia Lasciati andare, che dirige nel 2016, interpretata da Toni Servillo, Veronica Echegui, Carla Signoris e Luca Marinelli. Il film, prodotto da Cattleya e RaiCinema, è un successo di critica e di pubblico: distribuito da 01 Distribution, nell’Aprile del 2017, realizza un incasso di oltre 2 milioni di euro. Vince il Globo d’Oro come Miglior Commedia dell’anno ed è in nomination per le Miglior musiche firmate da Andrea Farri. L’interpretazione di Carla Signoris ottiene il Nastro d’Argento come Miglior attrice non protagonista. Ai Ciak d’oro, si aggiudica la nomination per Migliore attrice non protagonista e Migliore sceneggiatura, e riceve il premio Miglior attore non protagonista a Luca Marinelli. Il film viene venduto in oltre 20 paesi del mondo, tra cui USA, Canada, Israele, Turchia, Grecia, Spagna, Taiwan, Cina e Australia.

Parallelamente al cinema, Francesco Amato lavora per la tv: nel 2016 cura, insieme a Giampaolo Simi e Vittorino Testa, il soggetto e la sceneggiatura di “Nero a Metà”, serie in 12 episodi da 50 minuti prodotta da Cattleya e RaiFiction, con protagonista Claudio Amendola, andata in onda su Rai1 nel 2018 registrando ottimi ascolti.

Di grande successo è anche un’altra serie per cui lavora tra il 2018 e il 2019, di cui questa volta però firma la regia: “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”, con protagonista Vanessa Scalera, che, in onda su Rai1 a partire dal 22 settembre 2019, raccoglie un incredibile consenso di pubblico e di critica. La serie -in 6 episodi da 100 minuti- è prodotta da ITV Movie e RaiFiction.

Intanto sul canale Nove il 12 dicembre andrà in onda un documentario a cui, parallelamente a tutto il resto, Amato lavora da oltre dieci anni: Umberto Bossi, sulla vita di Umberto Bossi e le origini della Lega Lombarda negli anni ’80, prodotto da EIE Film per Discovery Channel.

Fiorella Avalle Nemolis

(Foto Tino Gerbaldo)

 

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