CUNEO
CUNEO CRONACA - "In un'epoca segnata da campagne elettorali sempre più a colpi di social network, suona interessante la battaglia per la presidenza della provincia di Cuneo, ente di secondo grado dopo la riforma Del Rio ma molto sentito dalla politica locale, con un ritorno al passato, di quando tale ente era conteso a suon di voti dei cittadini con campagne elettorali anche aspre (basti pensare ai duelli tra Raffaele Costa ed Elio Rostagno).
Dopo anni di stagnazione, la sfida Robaldo-Dalmazzo propone una chiave di lettura interessante, soprattutto per le sorti del capoluogo della provincia, Cuneo, dove la "coalizione Robaldo", ovvero l'accordo tra Partito Democratico ed Azione trova il suo senso compiuto e in cui il civismo che caratterizzò il mandato di Borgna appare ora retaggio del passato.
Le scorse elezioni comunali a Cuneo hanno visto Patrizia Manassero vincitrice, pur al ballottaggio e con una percentuale di votanti minore rispetto a cinque anni fa. Tuttavia, la partita sulla presidenza della provincia assume un ruolo determinante, perché se Dalmazzo riuscisse a ribaltare i pronostici e a vincere le elezioni, è indubbio che in tal caso sarebbero venuti a mancare voti dei grandi elettori, che a Cuneo hanno un coefficiente superiore di ben cinque volte a quelli di un elettore dei piccoli borghi.
Il patto tra Pd e Azione a Cuneo si fonda anche sulle sorti di quanto avverrà in Provincia e quindi tale coalizione, con i vertici nazionali dei rispettivi partiti che si stanno combattendo aspramente sulle elezioni politiche, sarà in grado di reggere anche in caso di esito negativo nelle elezioni provinciali?
Riuscirà la giunta Manassero a destreggiarsi tra un Pd che strizza l'occhio ad un campo di sinistra parzialmente progressista e un Terzo Polo che qui in provincia ha come proconsole un esponente storico del centro destra liberale oppure, soprattutto da parte dei "terzisti", ci sarà voglia di un robusto rimpasto di governo cittadino?".
Lorenzo Pallavicini, Cuneo