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Se tra i progetti di interesse europeo ci fosse finalmente la realizzazione del lago di Moiola

MONTAGNA

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PIERCARLO BARALE - A settembre occorrerà inviare alla comunità europea i progetti da realizzare con i finanziamenti accordati. Sia quelli a fondo perduto che quelli ad interessi praticamente zero. Tale massa di denaro dev’essere utilizzata per cambiare radicalmente l’impostazione dell’economia, della pubblica amministrazione, del lavoro, dei trasporti, della scuola, della sanità, del fisco. Digitalizzazione, green economy, trasporti ferroviari con alta velocità, sicurezza sulle autostrade e nuovi collegamenti, ricerca, università, lavoro da remoto. L’importo, tra i miliardi già stanziati, gravanti sul nostro debito pubblico, compresa l’imminente variazione di bilancio, supera abbondantemente i duecento.

Con l’utilizzo del Mes - 37 miliardi per la sanità pubblica incredibilmente rifiutati dai pentastellati - si potrebbe avvicinare ai trecento. Il nostro debito pubblico sul quale non graveranno soltanto quelli a fondo perduto, si avvicinerà ai tremila miliardi. Somma spaventosa, tenuto conto che gli Usa presentano un deficit intorno ai 15 mila pur stampando dollari a gogò. La loro inflazione viene pagata dal mondo intero, Cina compresa, essendo il dollaro la moneta di riferimento planetaria.

Aleggia un timore: che il denaro europeo ed i debiti nostrani siano gestiti dai partiti. Essi cercheranno di compiacere le loro basi, con varie modalità: dai premi per iniziative infondate a inutili finanziamenti agli amici, comprese le società delle loro mogli. Molte paiono occuparsi di fondare o partecipare a società, vedi caso, con clienti nella pubblica amministrazione. Nel corso dell’attività professionale ne ho già viste a capo o con consistenti quote di società di ogni tipo, magari assicuratrici anche per la responsabilità civile degli autoveicoli, superando istruttorie complesse. In un caso si è accertato che la società che assicurava i veicoli a basso prezzo addirittura non esisteva.

La politica viene vista come un mestiere - ovviamente in totale disaccordo con Platone - svolto anche da chi mestiere non ha. Salvo qualche vendita estemporanea di bibite o qualche prestazione a vantaggio del padre imprenditore. Oppure vanta qualche manifesto attaccato ai tabelloni per la pubblicità elettorale.

Il defunto Pci formava i dirigenti alla scuola delle Frattocchie, puntando su qualificazione, istruzione, attitudine, con tanto di indottrinamento. La Dc allevava sul campo i futuri dirigenti, dai manifesti ai santini, dal trasporto degli anziani ai seggi elettorali, alla partecipazione ai comizi tenuti da dirigenti già in servizio. Gli aspiranti politici di professione non venivano messi in lista, soprattutto nei collegi uninominali senatoriali, senza prima aver fatto gavetta: assessori o sindaci nei comuni e poi nelle province; oppure incarichi nell’apparato. Il tutto con una spruzzata di acqua benedetta, che non guastava mai.

Ora i partiti quasi mai sono gestiti da dirigenti nominati a seguito di congressi. Sono diventati appendici del leader. Il partito di Berlusconi (ora al 6% circa di consensi), quello di Renzi (3%), di Salvini (circa 25%), di Grillo e Casaleggio, leader da remoto (ora al 15 %), quello della Meloni in grande ascesa ora a circa il 15% e via via con altri intorno al 3% o anche meno. Se ognuno vorrà gestire una fetta, anche modesta della miliardata in arrivo, addio realizzazione di progetti di grande rilievo. Vi sarà la solita distribuzione a pioggia secondo il manuale Cencelli, di uso universale e consolidato.

I pentastellati potranno riproporre la demolizione dell’Ilva di Taranto da trasformare in giardino-parco di interesse nazionale con circa 12.000 addetti, tutti assunti a tempo indeterminato. Appare secondaria la constatazione che non vi sarà più acciaio per l’Europa, sostituito da effluvi di lavanda, gelsomino, essenze arboree di ogni provenienza. Magari verrà completata con una nuova Disneyland in Puglia. L’acciaio verrà acquistato in Cina, al prezzo stabilito dal produttore. Eviteremo però fumi, inquinamento, importazione di combustibili inquinanti. Certamente la salute degli abitanti di Taranto e dintorni non sarà più a rischio.

I sogni o le follie dei partiti non si potranno tradurre in realtà. Forse la miliardata farà la fine dei fondi strutturali europei che da decenni, soprattutto al sud, vengono utilizzati al 60% e per il resto restituiti. Non siamo stati in grado di realizzare progetti e tanto meno di eseguirli nei tempi stabiliti. Se si vorrà invece agire nell’interesse effettivo del paese, i progetti da presentare sono già ben conosciuti da chi ha fatto parte del governo o di comitati e task force nominate non solo per l’emergenza sanitaria.

Per la nostra provincia ritengo che la realizzazione del lago di Moiola per approvvigionamento di acqua potabile, ai fini di irrigazione e di produzione di energia idroelettrica sia l’opera che consentirà di adempiere a tutti i presupposti europei: rispetto della natura e dell’ambiente, creazione di riserva di acqua potabile, potenziamento dell’irrigazione, produzione di energia idroelettrica; miglioramento climatico; regimazione del fiume Stura. Lo si potrebbe realizzare anche a costo zero cedendo la produzione idroelettrica. Se invece verrà realizzato con i fondi europei, l’energia verde potrà essere immessa nella rete a cura di chi otterrà l’appalto della stessa. Per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua potabile e di quella per uso irriguo, le reti già esistono. Nessun intervento occorrerà per quella irrigua, mentre per quella potabile servirà un riadattamento del complesso di reti preesistenti.

Il ponte dello stretto, già deliberato, progettato, quasi iniziato, potrebbe partire rapidamente e trovare esecuzione in pochissimi anni (vedi Genova). Abbiamo le imprese in grado di realizzarlo, come hanno fatto in tante altre parti del mondo, dove sono stati recentemente costruiti ponti ancor più impegnativi: vedasi il Bosforo, quelli che uniscono la Danimarca alla Svezia, quelli eseguiti in Giappone e in Canada. Perlomeno della miliardata resterebbe qualcosa, per consentire soprattutto all’alta velocità ferroviaria di raggiungere Palermo servendo anche la Calabria.

Ci sarà la consueta opposizione dei vari traghettatori e di qualche sindaco- sceriffo che ritiene di vivere un film western. L’alta velocità ferroviaria ovunque consentirà trasporti di persone e beni senza inquinamento o rumorosità, nell’attuazione dei presupposti indicati dall’Europa. I treni non inquinano, ma sfrecciano ai 300 all’ora ovviamente se c’è la rete. Con i pendolini costruiti a Savigliano si arriva intorno ai 200 all’ora sulle linee attuali. In poche ore da Milano, Torino o Venezia si potrà arrivare a Palermo senza le formalità di imbarco aereo ed il conseguente inquinamento. Il ponte gioverebbe a tutti, ma non sarebbe pronto per la prossima tornata elettorale. Quindi potrebbe essere non appetibile per i nostri governanti. Essi, per la maggior parte sprovvisti di lavoro proprio, puntano alla elezione, alla poltrona, ai vari benefici non solo di ordine economico. Qualcuno con un occhio di riguardo anche verso gli amici o i parenti, lasciando perdere le mogli per le quali abbiamo già detto.

Per il lago di Moiola, il Comitato per la valorizzazione della Valle Stura era in attesa di un incontro con il presidente della Provincia di Cuneo per l’esame della bozza di Convenzione predisposta al fine di costituire una Fondazione, che veda partecipi i sindaci della Valle Stura di Demonte ed i Consorzi irrigui tramite la loro associazione provinciale. Il Covid-19 ha bloccato anche tale iniziativa. Alla luce dell’urgenza, da parte del governo, di presentare all’Europa, entro settembre, i progetti da realizzare con i contributi europei, pare opportuno riprendere i contatti tra Comitato e presidente della Provincia, per consentire di dare ufficialità all’iniziativa, ove venga conseguita l’adesione dei sindaci dei comuni della Valle Stura e dei Consorzi irrigui.

Piercarlo Barale

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