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"Il giardino incantato" a Bra: una prospettiva più intima e creativa su Romano Reviglio

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' speciale la visita nelle sale affrescate al piano nobile del palazzo Mathis di Bra, in provincia di Cuneo, quando incontro la prof.ssa Lidia Botto, già docente in disegno e storia dell'arte. L'occasione è l'esposizione retrospettiva dedicata all'artista cheraschese Romano Reviglio (1928-2008). E' un privilegio per me accompagnarmi con Lidia Botto, che lo ha conosciuto e frequentato.

La mostra di Reviglio permanente al palazzo Mathis, disallestita temporaneamente, lascia il posto fino al 12 dicembre alla nuova esposizione per un approfondimento sull'universo creativo dell'artista, anche attraverso opere inedite. E' intitolata “Il giardino incantato”.

Lidia, mi conduci nel mondo incantato di Romano Reviglio, che tu definisci il pittore dell'anima?

Sorride, accoglie con entusiasmo la mia richiesta: conosce bene il percorso artistico di Romano Reviglio, ma non di meno quello di vita: “Con Romano Reviglio e la signora Mariuccia ero legata da una bella amicizia, spesso ero ospite a casa loro, e l'ho visto anche lavorare. La sua pittura mi è sempre piaciuta tantissimo".

Un ritratto dell'artista Romano

"Romano è artista raffinato, legatissimo al territorio, scrutatore di vasti orizzonti, in una continua ricerca formale e poetica. Cheraschese di nascita, classe 1928, frequentò il liceo classico a Bra, dove aveva intrecciato legami di amicizia che sarebbero durati per tutta la vita".

Come si è approcciato al mondo della pittura?

"Romano è un raffinato autodidatta che ha raggiunto risultati altissimi, pur facendo a meno di frequentare scuole d'arte o accademie. Le sue opere sono frutto di un'elaborazione personale, di un'ispirazione interiore".

Quali i temi della sua pittura?

"Nella prima parte della sua vita artistica ha fatto una pittura ancora realistica, anche se trasfigurata dal suo tratto, dalla sua visione, specialmente nella rappresentazione delle architetture che, in qualche modo richiamano Cherasco, ma se osservate attentamente, non corrispondono esattamente a quelle originali, fanno parte del suo immaginario, quindi, sognate, surreali, dai colori lucenti, che prendono forma con tratti rapidi e decisi di inchiostro di china".

Cosa lo legava così tanto alla sua città?

"Cherasco fu per lui la città ideale, perfetta, amatissima, che non volle mai lasciare, rifiutando allettanti proposte e sicuri successi che lo avrebbero portato lontano. Cherasco deve molto a Reviglio, che sensibile e colto, ne ha sempre difeso l'integrità e la bellezza. Acquistò la seicentesca cappella barocca di San Giacomo, salvandola dalla distruzione per fare posto ad un distributore di benzina. Restaurò quel piccolo, ma prezioso gioiello dell'artista cheraschese Sebastiano Taricco, al solo scopo di vederla rinascere".

"L'isola che non c’è" è un altro tema, ripetuto, ma sempre diverso con i suggestivi velieri persi negli azzurri mari lontani. Salpiamo con le vele spiegate al vento verso fantastici viaggi dell'anima, per rifugiarci nella sua idealizzata “Isola che non c'è” avvolti nell'incanto di armoniosi e vibranti di colori. Nel tema "Le pagine" Romano Reviglio raffigura dipinti astratti, e secondo il suo sentire, esplora spazi suddivisi in forme sempre diverse: talvolta geometriche, in prevalenza curvilinee, che intrecciandosi compongono colori con una variata e brillante tavolozza. Negli ultimi anni fu attratto dalla pittura informale, cui si dedicò attraverso una ricerca rigorosa e difficile, realizzando grandi tele dai colori decisi e talvolta cupi e dalle forme dure e fortemente espressive.

Com'era l'amico Romano?

"Era una persona molto colta, mite, con un gran rispetto per tutti. Di Romano mi piaceva la profondità, e il suo non essere mai sopra le righe. Secondo me era un grande artista, perchè non ha mai smesso di ricercare, un artista in tutti i sensi, la sua pittura mi è sempre piaciuta tantissimo".

Dove creava le sue opere?

“Rifugiato nello studio al piano terreno del suo bellissimo palazzo Galateri di Genola, ora popolato dai suoi quadri, valorizzati nel loro tratto moderno, a volte astratto o informale, dal contrasto dell'edificio barocco. Romano Reviglio ci ha lasciati nell’aprile del 2008, ma la sua pittura continua a regalarci emozioni".

Ringrazio Lidia Botto, certa che la sua dotta ed affettuosa testimonianza darà un'ulteriore luce sull'artista cheraschese Romano Reviglio.

Lidia Botto in pensione, già docente in disegno e storia dell'arte, si è dedicata alla pittura e alla scrittura di storia dell'Arte locale, di cui ha numerose pubblicazioni, tra cui "Tesori di arte in Bra" e altre divulgazioni scientifiche di storia dell'Arte su riviste specializzate, come: “La società di studi storici di Cuneo”; Piemonte artistico culturale; Bra o della Felicità.

L'esposizione sarà visitabile fino al 12 dicembre 2021, dal giovedi al lunedi h: 9/12,30 e 15/18. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria all'Ufficio comunale Turismo e Cultura, tel. 0172.430185- mail turismo@comune.bra.cn.it.

Fiorella Avalle Nemolis

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