MONDOVì
ALICE MARINI - Che cosa sarebbe la stazione ferroviaria di Mondovì senza il Caffè Sociale? Una domanda provocatoria che apre il confronto sul significato e il futuro di un "presidio da difendere”, in un periodo storico in cui le stazioni dei treni in Italia si stanno progressivamente impoverendo. La Cooperativa Sociale Franco Centro invita la cittadinanza e gli enti operanti sul territorio a un incontro pubblico, che si terrà venerdì 24 gennaio, alle ore 20:30, nella Sala Scimè di corso Statuto a Mondovì.
Nato nell’ottobre del 2019 nei locali dello storico bar della stazione sull’Altipiano, il Caffè Sociale ha una storia significativa alle spalle. Aperto negli anni ’30 (come dimostrano le raffinate decorazioni del soffitto), il locale ha vissuto una lunga serie di gestioni, tra cui quella fortunatissima della famiglia Mondino che, negli anni ’70, lo rese famoso come ristorante. Nel tempo, però, il sito aveva subito un progressivo degrado. Dal 2014, l’associazione MondoQui, con la sua sede in una saletta al pianterreno, è stata l’unico baluardo contro l’abbandono del luogo. Poi, grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale Franco Centro, l’associazione ha ottenuto da Rfi l’utilizzo di due locali all’interno dell’edificio ferroviario a scopo sociale e aggregativo, creando un bar-ristorante etico e culturale.
Il Caffè Sociale, infatti, è un po’ diverso dagli altri bar: non ci sono slot né si vendono tabacchi, la cucina offre prodotti biologici, provenienti da orti urbani e da aziende del territorio, e nel corso degli anni ha ospitato laboratori, corsi, concerti, mostre e momenti di incontro, offrendo anche opportunità di lavoro a persone in condizioni di svantaggio. Oggi conta quattro dipendenti, accoglie borse lavoro, collaboratori impegnati in attività socialmente utili e volontari. Complice l’apertura proprio prima che scoppiasse la pandemia, i bilanci iniziali sono stati passivi, ma nel 2023 il locale ha registrato un attivo, accompagnato da un ricco cartellone di attività che ha fatto ben sperare per il futuro.
“I problemi nascono dal fatto che Rfi non concederà più lo spazio del dehor per motivi di sicurezza, causa vicinanza con i binari" (della Cuneo-Mondovì, linea sospesa) - spiega Daniela Oggerino, presidente della cooperativa Franco Centro. Questo limita le attività alla sola sala interna, che ha una capienza massima di 70 persone. Tra le richieste rivolte a Rfi c’è anche quella di proseguire con l’affitto calmierato, "per darci un po’ di respiro". Più paletti che aiuti, dunque, per una realtà “nata dal basso” che rappresenta un vero bene pubblico per la città. "Quello che chiediamo – prosegue Oggerino – è che le istituzioni facciano pressione su Rfi affinché ci venga incontro. Una richiesta di attenzione e interesse concreto che rivolgiamo alla cittadinanza, alle autorità e al governo della città".
A sostegno del Caffè Sociale è stata organizzata una vendita straordinaria di solidarietà, in programma sabato 25 gennaio nei mercatini solidali dell’usato di Emmaus: a Boves (via Mellana 55, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18), a Cuneo (via Dronero 6/a, dalle 15:30 alle 19) e a Mondovì (piazza San Pietro 1, dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 19). Il ricavato della vendita andrà a coprire il contributo di 5.000 euro già anticipato da Emmaus Cuneo odv nel mese di dicembre alla cooperativa Franco Centro, per sostenere il Caffè Sociale e le sue attività.
Alice Marini