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Il fuoco ultimo nemico dell'agricoltura nelle valli di Cuneo

MONTAGNA

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Superata l’emergenza, ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ la stima di Coldiretti in riferimento agli incendi che hanno colpito il Piemonte, in particolare il Cuneese e il Torinese, anche se non è ancora possibile quantificare complessivamente i danni. Quelli maggiori si registrano in alta Valle Stura e in alta Valle Varaita, luoghi simbolo per la produzione delle nostre produzioni tipiche, dove sono stati distrutti i pascoli di vaste aree e le risorse foraggere indispensabili per l’alimentazione del bestiame. Continuano intanto ad essere presidiate le zone di Casteldelfino, Pietraporzio e Demonte, dove sono in corso le operazioni di bonifica.

A causa della bruciatura di alberi ed essenze arboree, anche di particolare pregio, come abete e castagno, non sarà facile ristabilire il normale habitat del bosco. Di fronte a questa emergenza, le imprese agricole sono state fondamentali per presidiare il territorio e hanno svolto un'importante attività, collaborando con i soccorritori, mettendo a disposizione i loro mezzi ed autobotti al fine di aiutare i volontari, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine impegnate nelle operazioni di spegnimento, “ma è una priorità assolutamente fondamentale che le istituzioni e gli enti preposti prevedano misure per sostenere l’agricoltura di montagna, su cui non mancheranno gravi ripercussioni”, commentano Delia Revelli, presidente, e Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cuneo.

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