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Il Caffè Sociale alla stazione ferroviaria di Mondovì: esempio di rinascita dal basso

MONDOVì

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ALICE MARINI - Alla stazione di Mondovì, in provincia di Cuneo, l’attesa del treno sarà di nuovo un piacere. L’apertura del Caffè Sociale nei locali dello storico bar porta con sé una serie di esperienze che fanno ben sperare per il futuro di un luogo dimenticato da diversi anni.

Aperto negli anni Trenta, il posto ha avuto un periodo felice con la gestione della famiglia Mondino che l’ha reso famoso come ristorante per un "bollito" che richiamava non solo viaggiatori, ma tantissimi clienti che vi si recavano per gustarlo. In seguito ci sono state gestioni più infelici che ne hanno determinato la chiusura nel 2014.

Dopo qualche anno l’associazione MondoQui con i ragazzi della cooperativa sociale Franco Centro, una volta ottenuto da Rfi l’utilizzo di due locali all’interno dell’edificio ferroviario a scopo sociale e aggregativo, hanno deciso di restituire alla città un bene che è pubblico, creando un bar-ristorante etico e culturale, aperto a tutti, che offre opportunità lavorative per chi parte da una condizione di svantaggio e lascia spazio all’incontro tra le persone del quartiere e non solo.

Il Caffè Sociale è un po’ diverso dagli altri bar: non ci sono slot né si vendono tabacchi, la cucina offre prodotti biologici, provenienti da orti urbani e da aziende del territorio, e mira ad ospitare laboratori, corsi, concerti e mostre, nell’ottica di accogliere anche chi al bar non ci va mai: bambini, mamme, anziani.

Si spera che l’impresa abbia successo e sia di auspicio per altre iniziative simili, ad esempio a Cuneo. 

Alice Marini 

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