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Quei casi sempre unici, mai ripetitivi, ascoltati nella mia vita da avvocato

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - È una storia vera. Eccetto i nomi: Giuseppe e Svetlana. Giuseppe, dopo la licenza media, aveva raggiunto una buona posizione lavorativa in una importante azienda, dove la capacità professionale in meccanica ed il carattere determinato per il concretamento del risultato, non erano sfuggiti. Solo nel fine settimana ritornava dall’anziana madre, in una casa di ringhiera nel borgo di un piccolo Comune in provincia di Cuneo. Durante la settimana restava a Torino. La sua azienda - anni '80 - decise di costruire uno stabilimento in Russia. Giuseppe fu tra i prescelti per un paio d’anni di permanenza continuativa nel luogo dell’intervento, poco distante da Mosca. Doppio stipendio per tutto il periodo, albergo pluristellato pagato dalla società. Data la sua posizione di caposquadra, ebbe a disposizione un’auto di grossa cilindrata: il top della marca. Nel corso della trasferta, l’entità del doppio stipendio percepito, in rapporto al rublo, gli consentì di frequentare teatri, avvenimenti, località turistiche. Nel grande albergo dov’era ospitato, conobbe una splendida ragazza russa, appena diplomata al conservatorio, ottima pianista. Con la lussuosa auto a disposizione, indossando abiti eleganti e con portafogli ben rifornito, trascorse con lei un lungo periodo di costante frequentazione: Bolshoi, sale cinematografiche di prima visione, visite a molte località turisticamente o storicamente interessanti. Avvicinandosi il rientro, la ragazza lo volle sposare, in modo da poter lasciare la Russia. Si proponeva di intraprendere, in Italia, un percorso in campo musicale, come pianista. Possiamo immaginare la gioia di Giuseppe, sui cinquanta, signorino. Aderì e la sposò.

Il ritorno in Italia riservò ad ambedue sorprese impreviste. La casa di Giuseppe era quasi una topaia. L’anziana madre viveva da sola, in compagnia di un paio di gatti. La parte del modesto appartamento a disposizione di Giuseppe e della giovanissima moglie offriva ben poco. Il doppio stipendio percepito in trasferta ritornò normale, mentre l’enorme differenza sul valore d’acquisto rispetto al rublo sparì, come l’auto concessa gratuitamente. Dopo alcuni giorni, Svetlana scomparve. Trascorso qualche tempo, si fece viva telefonicamente. Voleva separarsi al più presto. A tal fine vennero nel mio studio. Compresi immediatamente che era impossibile la continuazione dell’insolito matrimonio, pur se preceduto da una lunga luna di miele in terra di Russia. Lo comprese pure il giudice, che tentò l’inutile riconciliazione per dovere d’ufficio. A separazione consensuale dichiarata, tornarono ambedue nello studio, Svetlana mi ringraziò e dopo pochi minuti uscì. Ad attenderla, una lussuosa auto con un elegante guidatore dall’aspetto danaroso. Giuseppe si trattenne ancora. Pagò le mie competenze e non apparve rattristato né dispiaciuto. Mi disse: “È stato molto bello, anche se è durato poco. D’altronde, non potevo pensare che restasse con me tutta la vita".

Svetlana, grazie alla bellezza, signorilità e cultura, aveva pagato un prezzo alto per lasciare la Russia. Per lei probabilmente ne sarà valsa la pena. Sul punto non ebbi modo di conoscere il suo pensiero. Nella luna di miele era vissuta in grandi alberghi, aveva frequentato luoghi non consueti per la sua modesta provenienza di famiglia, era stata scarrozzata su una lussuosa auto e - tutto sommato - in buona compagnia. Giuseppe aveva vissuto anch’egli con modalità e frequentazione di luoghi non consuete, stante la sua modesta provenienza economica ed anche culturale. Aveva avuto veste di ricco accompagnatore di una splendida diciottenne. Ambedue hanno dato ed avuto. Sono apparsi soddisfatti del come è finita. La vicenda fa parte dei tanti ricordi dell’attività professionale, che mi ha consentito di conoscere innumerevoli aspetti della vita delle persone. Sempre interessanti, mai ripetitivi. 

Piercarlo Barale 

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