CUNEO
GUIDO OLIVERO - Non son più tanto giovane, gli anni cominciano a pesare e così anche i tanti Natali vissuti. A dire il vero per me pesano di più gli anni dei Natali. Ora vi spiego il perchè.
Da molti anni ho deciso di trascorrere le festività natalizie in un ciabot che sta in un bosco di vecchi e grandi castagni. Un casotto di fine settecento costruito in pietra a secco che con gli anni si era rovinato ma alcuni anni fa ho ingaggiato dei bravi artigiani che hanno sistemato il tetto e hanno rafforzato i tiranti di sostegno e gli hanno dato nuova e lunga vita. Non han fatto solo questo perchè hanno anche sistemato l'interno dando la possibilità di poterci abitare ogni tanto.
In estate è un piacere vivere in quel ciabot e godersi la frescura dei grandi castagni, così anche in autunno vivendo li vi è la possibilità di raccogliere tutto il ben di Dio che il bosco offre. Però vi confesso che la vera gioia la provo in quell'antico casotto nel periodo natalizio.
Da anni parto con lo zaino pieno di provviste da casa e un libro, di solito un romanzo. Parcheggio sempre la Panda nella piazzetta di fronte al cimitero e poi m'incammino lungo una stretta strada che s'inerpica in mezzo ad un bosco di betulle. Se c'è neve aggancio le ciastre agli scarponi e lentamente attraverso quella delicata macchia che con il terreno innevato è una meraviglia e poi dopo una specie di falso piano inizia un sentiero abbastanza ripido che s'infila in mezzo a castagni selvatici e poi più in alto si attraversano boschi con grandi piante di castagno domestico.
Dopo circa un'ora di cammino si vede in lontananza su una sorta di balza il ciabot. Con quel colore chiaro non distante da un enorme castagno tutte le volte che lo osservo da lontano mi fa una certa tenerezza. Penso a quanti occhi l'avranno ammirato nei suoi tanti anni di vita e come me avranno detto che bel ciabot.
Arrivato dinnanzi alla robusta porta di legno di rovere come sempre poso lo zaino sulla panchina di pietra che due ragazzi del Mali mi hanno costruito e poi con calma apro la porta ed entro in quel piccolo paradiso atterrato lì a cavallo di una stella cadente sotto il grande castagno.
In quei giorni prima di Natale la prima cosa che faccio è quella di accendere la stufa di ghisa perchè neve o non neve il freddo in quel piccolo locale si fa subito sentire. Accesa la stufa metto a posto nella dispensa le buone cose che avevo messo nello zaino per festeggiare il Natale in quell'angolo sperduto ma a me tanto caro.
Ovviamente anche qualche dolce tipico per quella storica ricorrenza e poso il libro sulla mensola non distante dal letto. Come da tempo faccio, i vini per festeggiare il Natale e la fine dell'anno li porto nel ciabot già in autunno e li sistemo in un armadietto a muro non lontano dalla dispensa. Sistemato il tutto, e con il piccolo ambiente oramai riscaldato mi distendo sul letto appoggiato al muro di destra con di fronte una grande finestra che dà sul bosco e tra il guardar la bellezza del bosco e la lettura di qualche pagina del nuovo libro che mi son portato appresso, faccio fatica a rimanere sveglio.
Quando c'è la neve distendersi su quel comodo letto e guardare le piante con sopra la neve è un qualcosa di magico e ancor di più quando nevica. Il silenzio è assoluto, si sente solo il parlare della legna dentro la stufa. Il cuore riposa e la mente corre alle cose più disparate. Nonostante gli anni torno fanciullo e penso ai Natali trascorsi ai piccoli regali che portava il bambin Gesù ai pranzi con i nonni con i genitori che oramai i Natali li festeggiano, magari meglio, ma in modo che a noi umani vivi non è dato sapere.
Lì disteso al calduccio sul letto non vi nascondo che sempre scappa una lacrima pensando a quel tempo che è andato e non tornerà più. Ma le giornate in quel posto e in quel periodo sono comunque di grande pace. La natura che mi sta attorno mi fa sentire bene. Ogni tanto vedere una volpe che corre veloce nel bosco è qualcosa di bello o come sempre mi accade, quando sono in quell'angolo di paradiso, vedere la mattina dei caprioli lungo il pendio sopra il ciabot mi fa pensare a quanto sono fortunato.
Come tutti gli anni preparo in quei giorni anche un piccolo presepe sulla piccola finestra che dà sul cortiletto di fianco all'antica carbonaia. E poi il giorno prima di Natale qualche parente stretto si fa vivo per gli auguri. Fino a tre persone riesco a sistemarle perchè oltre al mio letto c'è un letto a castello che avevo acquistato anni prima in un rifugio alpino.
Quindi pur apprezzando la solitudine quella sera e il giorno di Natale mi fa sempre piacere condividere quell'angolo di paradiso con le persone più care. Insieme se non nevica fortissimo la notte di Natale si va alla messa di mezzanotte giù in paese. Tornati a casa, cioè nel ciabot, si stappa una bottiglia di buon vino e poi tutti a nanna per poi essere pronti il giorno dopo a festeggiare come si deve la ricorrenza.
Cosi faccio oramai da tempo e vi devo dire che è per questo motivo che i Natali non mi pesano. Lo spero anche per tutti quanti voi. Con questa speranza vi voglio augurare un meraviglioso Natale e se avete dei ciabot da qualche parte se potete ridategli vita e poi provate a trascorrere lì le vostre vacanze natalizie, son sicuro che provereste le stesse e intense emozioni che provo da tempo nel mio magico ciabot, arrivato forse a cavallo di una cometa in quel bosco di castagni.
Guido Olivero
(Nella foto, il presepe nella cappella del crocifisso del Santuario della Madonna degli Angeli a Cuneo)