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I ghiacciai piemontesi che soffrono ci mostrano come il clima sta cambiando anche le Marittime

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Nell’ambito delle attività previste dal Tavolo Tecnico nazionale "Rischio connesso ai fenomeni di dissesto in ambienti glaciali e periglaciali" e d’intesa con il Comitato Glaciologico Italiano, nel corso dell’estate 2023 Arpa Piemonte ha svolto una intensa campagna glaciologica al fine di documentare le trasformazioni dell’alta montagna, accelerate dal cambiamento climatico in atto. 

Favorito dal bel tempo stabile tra agosto e inizio ottobre il personale esperto dell'Agenzia ha svolto 14 missioni durante le quali sono stati visitati 43 ghiacciai, sui principali massicci montuosi piemontesi, dalle Marittime all’Ossola. 

Lo scopo del monitoraggio è consistito nella valutazione visiva dello stato complessivo dei ghiacciai, della presenza di aree collassate, di dissesti che coinvolgono direttamente i corpi glaciali, di laghi di neoformazione e di eventuali situazioni di evidente pericolo. I rilievi sui ghiacciai hanno compreso sopralluoghi diretti, sorvoli in elicottero(con il supporto logistico del Settore Protezione Civile della Regione Piemonte) e con drone. Le informazioni raccolte sono state elaborate ed integrate con immagini e dati satellitari. 

A conclusione della campagna glaciologica è possibile tracciare un primo quadro dello stato dei ghiacciai, accomunati da una tangibile sofferenza conseguenza di inverni poco nevosi ed estati molto calde. Tranne limitate eccezioni, risulta praticamente scomparsa la neve residua dell’inverno passato sotto i 3500 metri di quota, questa sopravvive solo negli alti bacini glaciali del Monte Rosa.

Al di sotto, senza più protezione, il ghiaccio si presenta esposto, grigio e solcato da rigole di acqua di fusione. In tale contesto risulta fortemente compromessa la stabilità delle pareti rocciose circostanti i ghiacciai, per cui i crolli contribuiscono ad aumentare la copertura detritica dei ghiacciai. 

Molto singolare la situazione riscontrata a partire dal 2022 e in particolare sulle montagne del Cuneese, dove l’intensa fusione estiva ha messo in luce la presenza di corpi glaciali sepolti e finora protetti dalla copertura detritica e quindi talora sconosciuti. 

L’ambiente periglaciale, a causa dell’esposizione a temperature via via più elevate, sta subendo un’accelerazione delle dinamiche di dissesto; spesso nelle aree remote di alta quota le tracce delle instabilità rimangono nascoste per anni prima di essere riconosciute; il monitoraggio visivo ha invece permesso di riconoscere e documentare importanti frane avvenute nell’estate 2023; si citano ilcrollo della base dello spigolo Murari sul sottostante ghiacciaio della Bessanese (Val d’Ala), il crollo dalle pareti rocciose soprastanti il ghiacciaio di Bors (Val Sesia), la colata detritica del T. Castelfranco che ha raggiunto e coinvolto il ghiacciaio del Belvedere (Valle Anzasca). 

L’osservazione ha interessato inoltre alcuni laghi glaciali, presenti sopra o ai margini dei ghiacciai, ad esempio quello della Croce Rossa, svuotatosi nel corso dell’autunno 2022 e non più ricostituito, e quello al Passo del Collerin, presente dal 2022, entrambi in Valle di Viù. 

Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, in collaborazione con la Società Meteorologica Italiana, il Comitato Glaciologico Italiano e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari è stato effettuato il rilievo 3D del ghiacciaio del Ciardoney (Valle Soana, To).  

La campagna glaciologica 2023 di Arpa Piemonte è parte del programma di osservazione e monitoraggio dello stato di evoluzione dei ghiacciai e degli ambienti periglaciali; l’attività si inserisce in un contesto di grandi trasformazioni dell’alta montagna indotte dalla sequenza di anni caldissimi legata ai cambiamenti climatici in atto.  

Per documentare l'attività svolta sul campo nel corso della campagna glaciologica e per illustrare sinteticamente i risultati ottenuti, è stato realizzato un breve video. 

(Testo e video tratti dal sito di Arpa Piemonte)

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