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Ho fatto un sogno...

CUNEO

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“I SOGNI SON DESIDERI” DICONO LE FAVOLE... MA È DAVVERO COSÌ?

GIULIA MATTALIA e DEBORA BESSONE - Ogni volta che chiudiamo gli occhi sappiamo che potremmo sognare: potrebbe trattarsi di un sogno tranquillo, apparentemente normale, di un incubo che ci fa svegliare di soprassalto, o ancora di un sogno che vorremmo non finisse mai.

Se per alcune persone ricordare i sogni è un fatto quotidiano, per altre non è lo stesso. Oggi sappiamo che durante il sonno il nostro cervello è in funzione e crea immagini e storie che diventano i nostri sogni. Tuttavia, non sempre la mattina ci ricordiamo le avventure vissute durante la notte.

Il mondo onirico è stato da sempre terreno di ricerche, credenze, usanze popolari. Ad esempio, nel'antichità il sogno è stato utilizzato come mezzo di cura, quando non si riuscivano a trovare altre soluzioni per determinate malattie. Ancora oggi molte persone credono nel forte potere premonitore dei sogni e si affidano ad essi per spiegare l'inspiegabile o per tentare la fortuna, per esempio associando ai sogni i numeri con cui giocare al Lotto.

Esistono diverse prospettive temporali con cui approcciarsi al sogno: passato, presente e futuro.

Alcuni attribuiscono al sogno una valenza legata al passato: l’esperienza onirica è considerata quindi un modo per rivivere nel presente esperienze emotivamente significative, vissute in precedenza. C’è chi ne attribuisce un significato in termini di “sogno premonitore”, dandone sfumature legate a desideri o paure che ciò che si è sognato possa realmente accadere. Per altri ancora, il significato attribuito al sogno viene utilizzato per spiegare emozioni ed esperienze vissute nel periodo attuale.

Al risveglio a volte capita di ricordare il sogno:ecco che cerchiamo allora di darne un senso, una coerenza, un inizio e una fine. Ci sembra forse di avere solo un vago ricordo del sogno fatto e quando cerchiamo di raccontarlo ci rendiamo conto che ci mancano alcuni dettagli, forse interi pezzi, che fino a poco prima ci erano chiari.Nel momento stesso in cui ci svegliamo e apriamo gli occhi iniziamo a ricostruire il sogno. Questo meccanismo di per sé crea una modifica al sogno stesso, in quanto tentiamo di renderlo fluido, coerente e quindi ricordabile. Successivamente, quando lo raccontiamo o lo scriviamo,il sogno subisce un’ulteriore modifica, poiché dobbiamo tradurre le immagini in parole e costruire un racconto. E ogni volta che lo raccontiamo ci accorgiamo di aggiungere e togliere pezzi, ci ricordiamo nuovi particolari e attribuiamo ad essi significati diversi.

Il mondo onirico ha da sempre suscitato la curiosità della gente, e sognatori di ogni epoca si sono rivolti a diverse figure di esperti per poter dare senso ai propri sogni, fino ad arrivare alla psicologia. Il primo nome associato all’interpretazione dei sogni, è sicuramente quello di Sigmund Freud. Padre della psicoanalisi, Freud utilizzava i sogni per indagare l’inconscio dei suoi pazienti; attraverso le libere associazioni costruiva dei significati che venivano poi attribuiti al sognatore.

Nel nostro approccio il sogno viene utilizzato come porta di ingresso per lavorare sul presente. In psicoterapia quindi viene analizzato il contenuto in termini di emozioni e significati per il sognatore stesso: chi meglio del regista conosce la storia e quello che vuole raccontare? Il terapeuta, interprete in questo caso, serve solo come bussola per il paziente per meglio orientarsi nel mondo onirico.

L’interpretazione non viene data dall’esterno, ma  viene fatta dal sognatore stesso, sotto la guida del terapeuta. Insieme viene analizzato il racconto del sogno in ogni dettaglio, per passare poi a darne una coloritura emotiva e a trovare un significato legato alla vita attuale della persona. 

Può essere interessante la mattina prendersi qualche minuto per recuperare il sogno fatto la notte, e magari scriverlo.

Forse i sogni non sono sempre desideri, ma sicuramente rappresentano le nostre emozioni!

Dott.sse Giulia Mattalia e Debora Bessone

Facebook: “Lunettes studio di psicologia – Giulia Mattalia e Debora Bessone”

E-mail: lunettes.studiodipsicologia@gmail.com

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