Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Grandine e bombe d'acqua hanno devastato campi e frutteti nel Cuneese

CUNEO

  • Foto
  • Foto
  • Foto
Condividi FB

CUNEO CRONACA - Non dà tregua il maltempo che, da settimane, colpisce a intermittenza la provincia di Cuneo, causando danni ingenti all’agricoltura. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo all’indomani dell’ennesimo fronte temporalesco che ha portato bombe d’acqua e grandinate a macchia di leopardo.

Ovunque si segnalano accumuli importanti di acqua, con locali smottamenti ed esondazioni di torrenti, ma a generare danni per le coltivazioni – evidenzia Coldiretti Cuneo – è stata soprattutto la grandine, che negli ultimi giorni si è abbattuta su Saluzzese, Cuneese, Fossanese e Monregalese.

Intense grandinate hanno imbiancato aree circoscritte nei comuni di Bagnolo Piemonte, Barge, Piasco, Busca, Centallo, Castelletto Stura, Cuneo, Caraglio, Peveragno e Mondovì. In queste ore i tecnici di Coldiretti Cuneo sono al lavoro per valutare, azienda per azienda, l’entità dei danni, per i quali una stima quantitativa è ancora prematura.

I comparti agricoli che più ne hanno risentito – spiega la Coldiretti – sono quello cerealicolo e quello frutticolo. Colpiti i campi coltivati a mais, già alle prese con un grave attacco fungino connesso all’elevata umidità atmosferica e del terreno, ma anche i campi di grano e orzo. Rilevanti i danni alla frutta, là dove non sono installati impianti antigrandine.

“Ancora una volta gli agricoltori si trovano a fronteggiare le conseguenze del cambiamento climatico, che si manifestano con una sempre più elevata frequenza di manifestazioni violente. Sale così il conto dei danni di questa primavera, in cui la grandine si conferma l’evento più temuto per i danni irreversibili che provoca ai raccolti, potendo distruggere in una manciata di minuti il lavoro di un anno intero” evidenzia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.

«Sono fenomeni che fino a qualche anno fa si riscontravano soltanto d’estate – commenta Maurizio Ribotta, responsabile provinciale del Settore Tecnico, tecnici in campo di Cia Agricoltori italiani di Cuneo -, e che oggi si manifestano sempre più frequentemente anche in primavera, come effetto dei cambiamenti climatici. Anche questa volta, in pochi minuti i danni causati alle coltivazioni sono stati impressionanti, in alcuni casi compromettendo fino all’ottanta e al cento per cento della produzione».

«Per i frutteti non protetti dalle reti – continua Ribotta -, non c’è stato scampo. Addirittura si sono verificati diversi sfondamenti delle protezioni. Le ferite alle piante, come quelle dei kiwi, si ripercuoteranno non solo sulla produzione di quest’anno, ma anche delle prossime stagioni, aumentando i rischi di insorgenza di patologie».

Di fronte a queste situazioni, gli agricoltori si sentono sempre più disarmati: «Dove non è possibile difendersi con le reti – osserva il presidente di Cia Agricoltori italiani della zona di Saluzzo, Diego Botta -, le assicurazioni dovrebbero dare una mano, ma negli ultimi anni questo strumento risulta sempre più inefficace. Sono aumentati i premi e diminuiti i contributi pubblici, sulla valutazione dei danni c’è sempre da discutere e per i rimborsi si attendono anni. Molti agricoltori non riescono più a sostenere i costi delle polizze e quindi vi rinunciano, a loro rischio e pericolo. Senza contare che esistono delle colture, come quella del luppolo, non ancora parametrate e quindi non assicurabili o non riconosciute dal sistema dei contributi. Chiediamo che la politica prenda atto di quanto sta accadendo e ponga mano alla revisione dell’intero sistema di tutela del reddito agricolo. L’obbligo delle assicurazioni catastrofali sarebbe un paradosso, se poi non trovasse applicazione pratica e sostenibile».

 

 

VIDEO