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Gianni Farinetti a spasso per Bra sui luoghi del delitto del suo romanzo

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Gianni Farinetti, nel ventennale del suo romanzo “Un delitto fatto in casa” è tornato a Bra per una passeggiata sui luoghi del delitto.

Una regia ben riuscita, di Gianni Farinetti, con l'associazione “Sei di Bra se...” per la passeggiata letteraria nei luoghi che hanno ispirato l'autore nel suo primo romanzo.

Del resto, lo scrittore braidese nasce come sceneggiatore e regista di documentari. Il ritrovo nel primo pomeriggio, ha radunato una quarantina di persone per questo originale evento letterario.
La particolarità: in diversi luoghi, prescelti dal Farinetti e dal direttivo dell'Associazione “Sei di Bra se...( a cui fa capo la braidese Mariarosa Cappelletti), il gruppo si è raccolto attorno allo scrittore mentre interpretava con l'attrice Elma Casetta, alcuni brani del libro.

Indescrivibile la piacevolezza nell'ascoltare i dialoghi di persona. Emozioni vibranti. Con il libro alla mano seguo la recita di quelle parole stampate, sì, ma senza suoni.
Le pause, le intonazioni, tanto rivelano dell'atmosfera grazie alla voce impostata e calda di Gianni, che si alterna a quella dolce, ma ferma, di Elma Casetta.

Chi meglio dell'autore, che ha creato personaggi, e sono tanti, luoghi, situazioni, può farlo? La descrizione minuziosa degli interpreti, sopratutto di quelli femminili, i dialoghi, le intonazioni, i sottintesi, le insinuazioni spesso velenose, e anche i pensieri non detti, rendono intrigante la trama.
E, così via, passo passo, ci si incammina nel cuore della città. Tra storia e arte con il racconto di un braidese, che torna nei luoghi più cari della sua infanzia.

“Il calore, l'amicizia, è ciò che più mi hanno toccato.” spiega Gianni. “Perché, poi, non é così casuale che un autore sia amato e festeggiato nel luogo natio.
Abbiamo organizzato una regia con l'associazione “Sei di Bra se...”, mi sembra, in modo garbato e ben riuscito.”
Sei stato apprezzato e accolto con calore nella tua città. Come si dice: “Nessuno è profeta in patria”... “Invece, sì. Lo sono stato.” risponde Gianni, con giusto orgoglio.

Nelle pause della passeggiata, spesso colgo sul volto di Gianni un lieve rimpianto. Forse di momenti delle sua infanzia. “Cosa rammenti di più di Bra?” “Giochi in giardino, scampagnate, gite in bicicletta, ma anche alcuni momenti con inspiegabili e ostinate malinconie. Ero tremendamente timido da ragazzino. Detestavo andare a scuola. Facevo amicizia con fatica e, naturalmente, desideravo avere degli amici. Che poi sono venuti.

I più “antichi”qui a Bra: Sandro Barosi; Michele Bonamico; Massimo Ruffinengo e Cristina Boglione.”
E proprio la villa Traversa, dove abita Michele Bonamico con la sua consorte Lilli, è una tra le tappe della passeggiata.
Baci, abbracci, ricordi e letture del romanzo.

Partendo dalla Piazza Carlo Alberto, attraversiamo via Cavour, “il salotto buono” di Bra. Alle due estremità si trovano le due bellissime chiese dei Battuti neri e di San Rocco. Proseguiamo per piazza Caduti per la Libertà, dove si trovano gli storici Palazzo Comunale, Palazzo Mathis, Palazzo Garrone, la chiesa di Sant'Andrea e la chiesa dei Battuti Bianchi.

Ma, la visita più suggestiva è alla chiesa di Santa Chiara del complesso conventuale della Clarisse. Un capolavoro del rococcò piemontese, eretto su disegno di Bernardo Antonio Vittone tra il 1742 e 1748.
Magica la lettura nello stupendo e raccolto coro ligneo, con un'acustica perfetta, e separato dal maestoso altare maggiore da una prestigiosa vetrata.

Poi alla volta delle Rocche di Pocapaglia, che mantengono vive le intriganti leggende della Masca Micilina e del misterioso “Bric Milleocchi”.

Ma la sorpresa è la visita guidata al Castello di Poca Paglia. E proprio il suo proprietario, l'avvocato Gandolfo Miceli ce ne ha illustrato alcune sale. Con lo stupendo panorama negli occhi, offerto dalla grande terrazza del castello, ci siamo avviati al ritorno. “Tra tutti i luoghi che abbiamo visitato – spiega Gianni – le Rocche di Pocapaglia, sono quelle che mi hanno emozionato di più. Ricordo che da ragazzo ci andavo con amici. Un luogo fascinoso, ricco di mistero. La natura selvaggia dava spunti alla nostra fantasia di ragazzi. E poi, all'inizio del romanzo, le Rocche sono stati importanti, come luogo di ispirazione per la narrativa.

Anche il castello che non avevo mai visitato, è stata una piacevole sorpresa, grazie al gentilissimo proprietario che ce l'ha aperto. Anche un ricordo un po' di cuore: i miei nonni paterni erano nati e cresciuti a Poca Paglia, ed essere qui oggi, è stato anche un ritorno e un piccolo omaggio per loro.
“Un ringraziamento?” Certo, al direttivo dell'Associazione “Sei di Bra se...” presieduto da Mariarosa Cappelleti, con la giornalista Caterina Brero, Marina Ferrero e Pierangela Volpengo, e l'assessore alla cultura Fabio Bailo.

Vorrei dedicare questa giornata a una persona che non c'è più, che ho molto amato, che è stata Elena De Angeli, la mia editor. La prima a leggere il romanzo, ed è stata colei che mi ha aiutato a pubblicarlo.
Mi sento molto fortunato e anche privilegiato, era una delle importanti editor italiane.
E' stata l'editor della Ginzburg, Arbasino, Volponi, Morante.
Le devo molto. Purtroppo non c'è più. Ma, ancora adesso e succede spesso, mentre sto lavorando di dire: “Ah, questo lo devo chiedere a Ele”.

La riconoscenza è sempre una bella cosa. Ci fa apprezzare ciò che abbiamo avuto e che forse avremo ancora.

Gianni Farinetti è nato a Bra nel 1953 nella casa dei nonni paterni, in via Cherasco il cavaliere Giovanni Battista Farinetti, noto impresario edile. Dai suoi genitori Nucci e Mario, sono nati Giuseppe professore di filosofia, e Marita, che l'anno reso zio parecchie volte, e pure prozio. Gianni vive tra da Torino e la Langa.
Ha esordito in narrativa nel 1996 con il romanzo “ Un delitto fatto in casa” edito da Marsilio (premio Grinzane Cavour per esordienti); Il Premiere Roman di Chambery e il Premio Città di Penne. Nel 1998 ha vinto il Premio Selezione Bancarella con L'isola che brucia (Marsilio,1997). In seguito ha pubblicato “Lampi nella nebbia” (Marsilio 2000); “Regina di cuori” (Marsilio 2011); “La verità del serpente” (Marsilio 2011); “Prima di morire”. (Marsilio 2014); “Rebus di mezza estate” (Marsilio 2014); “Il ballo degli amanti perduti” (Marsilio 2016) con cui ha vinto il Premio Leonardo Sciascia. I suoi romanzi sono tradotti nei maggiori paesi europei.

Fiorella Avalle Nemolis

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