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FRASSINO/ A Parole Erte si presenta il libro "Le ultime tradotte per la Russia" di Giorgio Ferraris

MONTAGNA

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CUNEO CRONACA - Quarto appuntamento con la rassegna Parole Erte 2024 organizzata dalla Biblioteca di Frassino, col sostegno dell’Associazione Fraisensi. Il 4 maggio alle ore 16,30 sarà la volta Giorgio Ferraris, maestro elementare in pensione, da molti anni sindaco di Ormea e Presidente prima della Comunità Montana della Valle Tanaro ed ora dell’Unione, ma anche storico della spedizione in Russia degli Alpini della Cuneense. Ci presenterà il suo libro “Le ultime tradotte per la Russia”; libro uscito nel 2022 per le edizioni “arabAFenice”. Ferraris scrive di una storia poco raccontata dalla pur sterminata pubblicistica della spedizione italiana in Russia. Una storia, se possibile, ancor più tragica dell’intera spedizione del Corpo di Armata Italiano in Russia.

Negli ultimi giorni di dicembre del 1942 partirono in fretta e furia, proprio da Garessio in Val Tanaro, tre tradotte piene di alpini, in gran parte provenienti da questa provincia e soprattutto dalle Valli, dirette a Rossosch, la prima retrovia del fonte sul Don, sede in quel momento del comando militare italiano. Delle prime due, giunte a destinazione quando il comando militare già se n’era andato, non si salvò quasi nessuno; furono praticamente sterminati subito dopo il loro arrivo.

La terza tradotta, composta dal Battaglione Saluzzo, partita due giorni dopo, il 31 dicembre, per una serie incredibile di vicende, in buona parte frutto di atti di insubordinazione e di sabotaggio da parte di alcuni alpini che ne facevano parte, giunse a destinazione alcuni giorni dopo; questo fece sì che il treno poco prima di Rossosch fosse fermato e fatto ritornare indietro. Questi alpini compirono poi a piedi la ritirata sino a Gomel, in Bielorussia, dove in stazione subirono il bombardamento da parte dei Russi, ma in gran parte si salvarono. Alcuni alpini di questa terza tradotta, partita da Trappa, stazione poco a monte di Garessio, già prima di partire diedero l’assalto alla Casa del Fascio e il viaggio successivo fu caratterizzato da continui atti di sabotaggio, che in condizioni normali avrebbero portato a durissime misure disciplinari. Qui, anche grazie alla comprensione del comandante, il maggiore Allemandi, non furono presi provvedimenti; ma tutto ciò consentì quel ritardo che fu per gran parte di loro provvidenziale.

Le tre tradotte trasportavano alpini appartenenti a Battaglioni di complemento, formati sul momento da reclute della classe 1922, ma anche da militari che già avevano partecipato ad altri fronti ed erano letteralmente esasperati, alpini che avevano capito benissimo che il loro destino era la morte. Una storia incredibile, di cui vi sono poche tracce negli archivi militari, che Giorgio Ferraris ha ricostruito grazie a testimonianze ed al diario del Maggiore Allemandi, recuperato dal saluzzese Luca Fino, che sarà presente a Frassino assieme all’autore.

 

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