CUNEO
RICCARDO SARTORIS - Dopo aver insistito più e più volte, dopo varie interpellanze consiliari, dopo aver scritto e dibattuto, finalmente abbiamo avuto una risposta.
No, non sarebbe corretto: in verità le risposte alle nostre domande non sono arrivate, la giunta comunale si è limitata ad allegare alla risposta all’interpellanza della minoranza sul punto, il contratto stipulato tra la cooperativa che ha avuto in gestione la Tettoia Vinaj per 30 anni ad un canone mensile medio di 4600 euro e la società del Baladin.
La travagliata storia è nota e se c’è ancora qualcuno che non la conosce, suggeriamo di andarsi a leggere i nostri precedenti interventi.
Il Comune ha qualche milione di euro che gli proviene da soldi pubblici europei, lancia un bando per un project financing che prevede la ristrutturazione e successiva gestione dell’immobile con determinate caratteristiche, determinando un canone vantaggioso per il gestore in linea con l’interesse pubblico della struttura, il suo ruolo strategico per il rilancio dell’area e la filosofia del progetto di valorizzazione dei prodotti enogastronomici della nostra provincia (si parla di Casa del Cibo).
Vince un Consorzio dell’Emilia Romagna, che poi deve cedere il progetto ad un altro Consorzio perché viene messo in Liquidazione Coatta Amministrativa (una grave anomalia sulla quale l’Amministrazione tace). La gestione dell’immobile decorre dal 1° gennaio 2016, così come il canone.
A maggio 2016 viene siglato l’accordo tra il Consorzio e la società Open Baladin per la gestione dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande per 10 anni sotto forma di affitto di ramo d’azienda. Il prezzo determinato comunque per tutti i 30 anni di concessione comunale prevede un canone medio mensile di 7000 euro.
In 30 anni prevediamo che il Baladin verserà nelle casse del Consorzio 2.520.000 euro, mentre quest’ultimo girerà al Comune “solo” 1.656.000 euro. Il guadagno netto del Consorzio sarà di 864.000 euro, corrispondente a 2400 euro mensili (per 30 anni) bel guadagno, vero?
Per essere un immobile pubblico, ristrutturato con denaro pubblico ed avente finalità eminentemente pubblica restituendo nuova vita a una struttura oggi inutilizzata per convertirla, assieme all’adiacente ex Infermeria Cantore, a uno spazio per l’insediamento di imprese commerciali ed artigianali che possa avere anche un’importante funzione di vetrina e presidio del territorio, ci sembra che l’unica cosa che non si sia provveduto a tutelare sia l’interesse pubblico.
Siamo sempre alle solite: non c’è alcuna programmazione, ma soprattutto nessun interesse a verificare che dopo i grandi proclami ci siano i fatti. Guardate le entrate del Comune per l’affitto dei locali commerciali di sua proprietà (vedi foto) e poi cercatevi un immobile comunale la prossima volta che avete intenzione di mettere su un’attività commerciale.
Che ne pensate? Mettete a confronto l’Acli di Tetti Pesio con gli ex Lavatoi di Cuneo e poi vi farete idea di come vanno le cose al Comune di Cuneo. Pensate che questa Amministrazione sarà in grado di gestire il prossimo Bando delle Periferie? Noi pensiamo di no.
Si può fare?
Si deve fare!
Riccardo Sartoris, presidente Movimento Consumatori sezione di Cuneo