MONDOVì
CUNEO CRONACA - Al via il 53° Festival dei Saraceni di Pamparato 2020. Nonostante le numerose difficoltà avute nell’anno causate dall’emergenza Covid, il Comune di Pamparato e la Fondazione Academia Montis Regalis di Mondovì che dal 2019 gestisce lo storico Festival dei Saraceni, hanno realizzato un cartellone di eventi che va ad arricchire l’offerta culturale e specificatamente musicale sul territorio della provincia cuneese.
Il Festival ha avuto un preludio, per dirla in termini musicali, nella settimana scorsa con il Summer Camp per bambini e ragazzi, iniziativa consolidata ormai da anni dove 24 partecipanti hanno realizzato nel corso di una settimana una vera e propria operina musicale scritta nel 1920 da Paul Hindemith dal titolo Costruiamo una città. Partendo dalla realizzazione delle scene ed arrivando all’esecuzione musicale per solisti, coro ed orchestra, i giovani musicisti hanno potuto vivere un’esperienza a trecentosessanta gradi sul mondo del teatro e dell’opera lirica.
Seguiti e diretti dalla regista Maria Paola Viano, unitamente a tutti i docenti dei corsi, il progetto si è potuto rappresentare al pubblico domenica sera 12 luglio nella riaperta Piazza Maggiore di Mondovì, all’interno del Festival delle Accademie, iniziativa della Fondazione Cirko Vertigo che ha completato la serata con uno originale spettacolo dedicato a Romeo e Giulietta.
Il 18 luglio alle ore 21 il Festival si inaugurerà nella Chiesa di San Biagio a Pamparato con un concerto dell’Accademia dei Solinghi, storico ensemble torinese guidato dalla cembalista Rita Peyretti e che vedrà la partecipazione del soprano Teresa Nesci, del controtenore Gianluigi Ghiringhelli e della giovane ma affermata violista da gamba Eleonora Ghiringhelli. Il concerto, dedicato all’Amor Sacro, prevede musiche di Caldara, Legrenzi, Cavalli e Monteverdi.
Si dolce è il tormento è il titolo della rappresentazione di giovedì 23 luglio alle ore 21.00 sempre a Pamparato ma nell’Oratorio dei Sant’Antonio dove sarà scenicamente proposto un programma per soprano, tenore tre strumenti. Curato dalla regista Maria Paola Viano, i protagonisti saranno due giovani voci ma in grande ascesa artistica: Margherita Scaramuzzino (soprano) e Davide Galleano (Tenore) che si alterneranno a sonate a tre per due violini e basso continuo interpretate da Paola Nervi e Bruno Raspini ai violini barocchi e Matteo Cotti al clavicembalo.
Dal 30 luglio al 1 agosto il Festival proporrà un all’interno tre giorni dedicati all’Arpa Celtica in collaborazione con la Celtic Harp International Academy con diversi eventi a partire dai concerti pomeridiani diffusi nelle vie dei centri della Val Casotto, eseguiti dagli allievi dei corsi di arpa celtica, alla conferenza/concerto della celebre solista Alessia Bianchi, alla performance conclusiva dell’Euron ensemble, uno tra i più importanti ensemble europei di musica irlandese.
L’8 e 22 agosto i due eventi Off del Festival dedicati ad un pubblico più ampio ed eterogeneo. Amore baciami (anche se non sono Duke Ellington…) è Il primo concerto su musiche di Duke Ellington, rivisitate ed arrangiate dal chitarrista jazz Lorenzo Minguzzi con un ensemble di profilo artistico internazionale: con lui avremo Silvia Carbotti alla voce, Sandro Lanzafame al pianoforte, Davide Liberti a contrabbasso e Claudio Saveriano alla batteria. Il secondo concerto vedrà protagonista la band monregalese dei Doctor Blue’s che proporranno un revival dei grandi classici del Blues degli anni ‘60/’70. Il gruppo è composto da Olli Rocca alla chitarra e voce, Alberto Bracco, alla batteria e voce, Gianfranco Bruno al basso, Giorgio Vacchetta alle tastiere e ai fiati ed Ermano Dardanelli al sax. I due concerti saranno eseguiti in piazza e rispettivamente a Pamparato e a Serra Pamparato sempre alle ore 21.00.
Novità di questo anno è la presenza di un concerto nella residenza reale di Val Casotto previsto per il 20 agosto alle ore 18.00 ed interamente dedicato ad Antonio Vivaldi con l’esecuzione da parte dell’Orchestra Classica di Alessandria delle celebri quattro stagioni intercalate da tre concerti per flauto, archi e basso continuo del compositore veneziano: la Tempesta di Mare, il Gardellino e la Notte. Solisti di altissimo profilo saranno Glauco Bertagnin al violino Giuseppe Nova al flauto.
Il Festival si concluderà con un doppio progetto artistico dell’Orchestra Giovanile dell’Academia Montis Regalis: Indagine sul Classicismo, un titolo particolare ma significativo in quanto attraverso l’esecuzione di autori considerati minori del settecento musicale, si andranno a scoprire quegli elementi stilistici e compositivi che contribuiranno in modo determinante alla nascita del classicismo musicale. Il direttore e compositore Vanni Moretto condurrà i due concerti che saranno eseguiti il primo venerdì 11 settembre alle ore 21.00 presso la Sala Ghislieri di Mondovì Piazza e il secondo sabato 12 settembre alle ore 17.00 presso la chiesa di San Biagio a Pamparato.
53° Festival dei Saraceni di Pamparato
Luglio agosto settembre 2020
Sabato 18 luglio, ore 21.00 – Pamparato, Chiesa di San Biagio
Amor Sacro
Accademia dei Solinghi
Teresa Nesci, soprano, Gianluigi Ghiringhelli, contralto
Eleonora Ghiringhelli, viola da gamba
Rita Peiretti, direttore al cembalo
Musiche di C. Monteverdi, A. Caldara, G. Bononcini, A. Vivaldi
Giovedì 23 luglio, ore 21.00 – Chiesa di Sant’Antonio
Sì dolce è ‘l tormento
Rappresentazione scenica per voce maschile, voce femminile e strumenti
Regia di Maria Paola Viano
Musiche di C. Monteverdi, F. Cavalli, B. Marini
Festival Internazionale di Arpa Celtica
Giovedì 30 luglio
ore 18.00 –19.00 Musica nelle frazioni con allievi dei corsi internazionali di Arpa Celtica *
ore 21.30 – Pamparato, Chiesa di Sant’Antonio
Concerto: The Aphesis
Venerdì 31 luglio
ore 10.00 –18.00 Mostra aperta al pubblico di arpe cura di Arpitalia *
ore 18.00 –19.00 Musica nelle frazioni con allievi dei corsi internazionali di Arpa Celtica *
ore 21.30, Salone Consiliare del Castello di Pamparato
Concerto/conferenza: L’antica arpa irlandese con Alessia Bianchi
Sabato 1° agosto
ore 18.00 –19.00 Musica nelle frazioni con allievi dei corsi internazionali di Arpa Celtica *
ore 21.30 - Pamparato, Sagrato della Chiesa di San Biagio
Concerto finale del Festival Internazionale di Arpa Celtica
Euron Ensemble
Sabato 8 agosto, ore 21.00 – Pamparato (capoluogo), Piazza Marconi Concerto OFF
Amore baciami (anche se non sono Duke Ellington…)
Silvia Carbotti, voce
Lorenzo Minguzzi, chitarra e arrangiamenti
Sandro Lanzafame, pianoforte
Davide Liberti, contrabbasso
Claudio Saveriano, batteria
Giovedì 20 agosto, ore 18.00 – Castello di Val Casotto
Le stagioni e le emozioni**
Giuseppe Nova, flauto
Orchestra da Camera di Alessandria
Sabato 22 agosto, ore 21.00 – Serra di Pamparato Concerto OFF
Doctor Blues - I grandi classici del Blues degli anni ‘60/’70 *
Olli Rocca, chitarra e voce
Alberto Bracco, batteria e voce
Gianfranco Bruno, basso
Giorgio Vacchetta, tastiere e fiati
Ermano Dardanelli, sax
Venerdì 11 settembre, ore 21.00 – Mondovì Sala Ghislieri
Indagine sul Classicismo, I parte
Orchestra giovanile dell’Academia Montis Regalis
Vanni Moretto, direttore
Sabato 12 settembre, ore 17.00 – Pamparato, Chiesa di San Biagio
Indagine sul Classicismo, II parte
Orchestra giovanile dell’Academia Montis Regalis
Vanni Moretto, direttore
Ingresso: 5 euro
* evento gratuito
** Ingresso 10 euro
Per informazioni:
Academia Montis Regalis
Via F. Gallo 3, 12084 Mondovì - Tel. 0174 46351
PARTNER E SPONSOR DELL’INIZIATIVA
ENTI ORGANIZZATORI
COMUNE DI PAMPARATO
FONDAZIONE ACADEMIA MONTIS REGALIS ONLUS
CON IL SOSTEGNO DI
MIBACT
REGIONE PIEMONTE
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
FONDAZIONE CRC
FONDAZIONE CRT
COMPAGNIA DI SANPAOLO
IN COLLABORAZIONE CON
CELTIC HARP INTERNATIONAL ACADEMY
SCUOLA COMUNALE DI MUSICA DI MONDOVI’
AMICI DELL’ACADEMIA MONTIS REGALIS
I CONCERTO
Sabato 18 luglio, ore 21.00 – Pamparato, Chiesa di San Biagio
Amor Sacro
Accademia dei Solinghi
Teresa Nesci, soprano, Gianluigi Ghiringhelli, contralto
Eleonora Ghiringhelli, viola da gamba - Rita Peiretti, direttore al cembalo
PROGRAMMA
Alessandro Grandi (ca. 1577-1640)
O felix o lucidissima nox
Francesco Cavalli (1692-1676)
O bone Jesu
Ave Regina
Diego Ortiz (ca. 1525 – dopo 1570)
Recercada Primera e Ottava
Claudio Monteverdi (1567 – 1643)
Jubilet
Giovani Legrenzi (1625-1690)
Ave Regina Celorum
Antonio Caldara (prob.1670 – 1736)
Ego sum
Claudio Monteverdi
Ego flos campi
Marin Marais (1656-1728)
LesFolies d’Espagne
Henry Purcell ( ? – 1664)
Suite VI prelude, almand, horpipe
Henry Purcell ( ? – 1664)
My dearest, my fairest
L'Accademia dei Solinghi ha iniziato l'attività nel 1990. Il nome del complesso è stato scelto in omaggio alla dotta Accademia fondata nel '600 dal Cardinale Maurizio di Savoia e alla sua guida è stata chiamata Rita Peiretti, rinomata sia per gli studi che per le esecuzioni di musica antica.
Nel corso di questi anni ha partecipato a numerosi concerti sia in Italia (Torino, Foligno, Ventimiglia, Cagliari, Palermo, Venezia, ecc.) che all'estero (Spagna, Tunisia, Turchia, Francia, Inghilterra, Messico, ecc.) accolta ovunque con calorosi consensi. Ai Solinghi si deve la prima rappresentazione in epoca contemporanea di moltissime composizioni barocche, sia da camera che per orchestra, degli "Intermedi delle Sirene" (1595) di Pietro Veccoli e delle opere: "La Zalizura" (1618?) di Sigismondo d'India" e "Mitridate Re del Ponto" (1767) di Quirino Gasparini (tutti musicisti operanti alla corte dei Savoia). L'Accademia ha inciso per le etichette Claudiana di Torino, "Stradivarius" e "Rugginenti" di Milano, "Dynamic" di Genova; cd trasmessi regolarmente dalle principali emittenti sia europee che americane.
NOTE AL CONCERTO
A fianco della produzione di musica vocale destinata a situazioni e contesti prestigiosi (come le grandi basiliche di Venezia e di Roma), che coinvolge organici vocali e strumentali molto ricchi, in Italia, a partire dal primo Seicento, viene apprezzata e si diffonde una produzione musicale composta per occasioni meno impegnative, che prevede organici ridotti e quindi minore dispendio di mezzi. Si tratta di musica che – a differenza di quella creata ad hoc per le occasioni più importanti (che riscuote grande successo ma difficilmente viene “esportata” altrove) – incontrerà grande fortuna e diffusione in Italia e anche all’estero, per le maggiori opportunità che offre di essere replicata.
Questo repertorio vocale prevede per lo più brani a voce sola, oppure a due o più voci soliste, su testi liturgici o devozionali, oppure su temi amorosi, con l’accompagnamento del basso continuo ed eventualmente dei violini o dei flauti. L’organico ridotto, il ridimensionamento dell’impianto armonico e in generale la semplificazione della struttura non diminuiscono però l’impegno degli esecutori, perché questa scrittura più essenziale e dal contrappunto semplificato, che tende a mettere in risalto la parola piuttosto che a sacrificarla per esigenze musicali, spesso richiede per l’esecuzione un uso più accentuato e sapiente dei mezzi espressivi.
È il caso di alcuni brani sacri o profani a una o due voci proposti in questo concerto, composti per lo più da musicisti che nell’arco del XVII secolo sono attivi a vario titolo a Mantova, presso la corte dei Gonzaga-Monferrato, e a Venezia, nella Cappella ducale di San Marco: come direttori (Claudio Monteverdi, Francesco Cavalli e Giovanni Legrenzi), collaboratori (Alessandro Grandi), cantori o strumentisti (Antonio Caldara, Giovanni Sances). A questi compositori di area veneziana è stato accostato anche Henry Purcell, per osservare come il grande musicista inglese abbia accolto alcune suggestioni provenienti dai musicisti italiani fondendole con il proprio stile.
In queste composizioni, la gamma dei sentimenti e degli affetti riconducibili all’ambito religioso e profano è piuttosto ampio e si mescola nei due ambiti: una commistione che ci fa capire che si tratta in entrambi i casi di slanci amorosi di sé verso l’oggetto della devozione o della passione.
Nella parte sacra la dedizione è espressa da monologhi-invocazione (sia pure a due voci): si va dall’atteggiamento intenso e contemplativo di Ego sum di Caldara, e Bone Jesu di Cavalli, a quello di ispirata devozione mariana dell’Ave regina Caelorum sempre di Cavalli, devozione che diventa ancora più ardente e concitata nell’Ave Regina Caelorum di Legrenzi; e poi ancora, con Monteverdi, si passa dai toni sensuali di Ego flos campi (su testo del Cantico dei Cantici) alle note gioiose e brillanti di Jubilet.