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Ex infermeria della caserma Cantore: scrivere belle parole a Cuneo per poi fare tutt'altro?

CUNEO

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RICCARDO SARTORIS - Finalmente, dopo mesi di attesa, sappiamo chi andrà ad occupare i locali dell’ex infermeria della caserma Cantore di Cuneo oggetto di un’accurata ristrutturazione per oltre due milioni e mezzo di euro: si tratta di una società cooperativa denominata "Pensare in Granda".

Le finalità dell’opera erano quelle di ospitare: incubatore di impresa, attività artigianali, altre attività imprenditoriali. Si era arrivati addirittura ad indicare l’immobile come Maison de la créativité des arts et de la musique. Come suona bene in francese…

In quest’ottica il Comune di Cuneo aveva limitato il canone di locazione a 12.000 euro l’anno (mille euro al mese) per 30 anni!!

La finalità era nobile: facciamo una bella cosa con i soldi pubblici, creiamo uno spazio affinché i giovani possano esprimere la loro voglia di creare ed aiutiamoli a crescere imprenditorialmente.

Moltissimi sono gli aggettivi utilizzati per presentare l’opera all’interno del Project Financing che come Associazione di tutela dei diritti dei Consumatori abbiamo richiesto agli Uffici comunali ed abbiamo ottenuto. Se avrete la pazienza di andare a leggere il documento vi accorgerete di come si possano scrivere tante belle cose e di come si possa arrivare a fare tutt’altro.

Iniziamo dalle voci di spesa che comprendevano, oltre alle opere murarie: una rete di fibra ottica ed allaccio a banda larga per 120mila euro; gli impianti elettrico/termoidraulico/allarme/cablaggio per 523mila euro ed addirittura l’arredamento completo dei locali con mobili e pareti attrezzate per 182mila euro.

Praticamente chi fosse entrato nella struttura non avrebbe dovuto metterci un euro! Ristrutturazione chiavi in mano, come si dice.

Ancora una volta, se la finalità fosse stata quella di consentire a chi non può permetterselo, di trovare gli strumenti per sviluppare la propria attività, per creare aggregazione per giovani e innovazione tecnologica per start up, non ci sarebbe stato nulla da obiettare.

Appunto, se…

In verità, quella che si è insediata all’interno dell’immobile, sarà anche una società cooperativa, il cui nome evoca intendimenti mutualistici e di sostegno sociale, ma ha scopi ben diversi da quelli della Maison…

Il meccanismo è stato semplice: il Comune affida i lavori di ristrutturazione ad un Consorzio (Consital) il quale avrebbe dovuto anche gestire la struttura versando i mille euro al mese al Comune, la gestione avrebbe potuto avvenire anche attraverso altro soggetto in sub-concessione, ed è ciò che è avvenuto, come per la Tettoia Vinaj.

Il problema è che la Consital ha sub-locato l’immobile alla Ping, senza che risulti che il Comune sia stato informato delle condizioni economiche e di utilizzo. Ma ha senso per voi?

Il proprietario non sa nulla di più dei suoi immobili? Noi lo troveremmo pazzesco!

A questo punto, è preciso dovere dell’Amministrazione comunale richiedere alla ditta che ha ottenuto la concessione dell’utilizzo dei locali il contratto di affitto e/o concessione a favore della società cooperativa Pensare In Granda (Ping, appunto) e pretendere di conoscere quali saranno le tariffe applicate per l’utilizzo dei locali: perché se in generale un privato occupa un edificio pubblico interamente pagato con soldi pubblici e paga un affitto modesto e per trent'anni come abbiamo scritto sopra, è da escludere ogni speculazione.

Si può fare?

Si deve fare!

Riccardo Sartoris, presidente Movimento Consumatori Sezione di Cuneo

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