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Europa, Salvini e il manifesto dei sovranisti: quante giravolte dovremo ancora vedere?

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Salvini ha firmato un manifesto dell’Europa dei sovranisti con Orban, ritenuto il profeta della "democrazia illiberale", ed altre destre estremiste europee, tra le quali spicca la Le Pen. Si tratta della “Carta dei valori europei”, sottoscritta da 16 partiti, facenti tutti parte dell’Unione europea. Fanno riferimento alla destra cattolica nazionalista. La finalità è costituire un gruppo unitario antieuropeo, con il tricolore utilizzato per finalità ben lontane dalla nostra carta costituzionale e anche dalla politica nazionale. Il programma antieuropeo poggia su questi presupposti: nessuna integrazione fra i Paesi Ue; nessun federalismo europeo; no agli Stati Uniti d’Europa. L’integrazione europea, con il superamento dei nazionalismi e la cessione di sovranità, vengono ritenuti “ingegneria sociale del passato”, da evitare. Anzi, di fronte ai quali si è indotti ad una legittima resistenza. L’Europa viene ritenuta invasiva, opprimente, da contrastare; con la quale non sussistono vedute condivise. Per ora si tratta di una formazione di 146 deputati europei, che costituiscono una minoranza nel Parlamento.

La partecipazione tricolore, con l’accoppiata Meloni-Salvini, guida la formazione delle destre, aperta a nuovi arrivati, che ne condividano i principi. Sono i seguenti: anti-immigrazione, anti-islam, anti-Europa, anti-omosessuali, anti-atlantismo. Si rifanno invece alle “competenze inviolabili degli Stati”; alla cooperazione europea, ma solo se “basata sulle tradizioni, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa” e della famiglia tradizionale. Sono contrari alla immigrazione di massa e contestano quello che viene indicato come “l’iperattivismo moralista” dell’Europa. Rifiutano in particolare tale attività della Ue, rivolta soprattutto verso Ungheria e Polonia, che hanno approvato leggi limitative della libertà di stampa e dell’indipendenza dei giudici.

Per quanto riguarda Meloni, la sua linea è in perfetta sintonia con i valori del partito che è divenuto leader in Europa tra i sovranisti. Nel nostro Paese si trova all’opposizione del governo Draghi, coagulando le forze, anche provenienti da altre formazioni politiche, che meglio si ritengano rappresentate da Fratelli d’Italia. Stupisce - ma non più di tanto - l’iniziativa di Salvini di salire sul carro europeo di Meloni, accodandosi, con lo scoramento di Giorgetti e di parte dell’elettorato lombardo-veneto, al peggio dell’Europa sotto il profilo dei valori della solidarietà, socialità, condivisione, aiuto reciproco, accoglienza, accettazione delle diversità.

Fino a qualche giorno fa, Salvini cercava di scippare il partito a Berlusconi, allettandolo con la bandiera di Mediaset sul torrino del Quirinale. Nonostante gli anni, lo stato di salute precario ed i precedenti giudiziali trascorsi ed in atto del già cavaliere. La mossa europea di Salvini segna la presa d’atto dell’insuccesso al tentativo di incorporazione di Forza Italia nella Lega. Peraltro si era verificata una forte opposizione dei pochi rimasti in tale partito. È stata anche azzerata la volontà dei familiari e soci del già cavaliere di cedere il costoso giocattolo, avendo già ottenuto dallo Stato tutti quanto era possibile per le aziende di famiglia. Tallonato da Meloni, dalla quale appare sorpassato nei sondaggi, Salvini ha giocato una carta arrischiata, che potrebbe fargli perdere voti nel Settentrione, dove industriali, professionisti, commercianti ed artigiani non si trovano a proprio agio in compagnia della parte più retrograda dell’Europa.

Salvini e Meloni, con Orban e soci, si richiamano ai principi del cristianesimo ed invocano una società senza omosessuali, islamici, immigrati, ovviamente senza zingari e rom. Hanno letto il Vangelo al contrario. Stanno seguendo l’insegnamento di quei cardinaloni e vescovi che hanno spesso parteggiato per i dittatori, mentre il clero locale veniva perseguitato perché si trovava con il popolo oppresso e taglieggiato. Appaiono assai distanti dalla predicazione e dall’attivismo di papa Francesco, che non giudica gli omosessuali, non vieta la comunione ai separati e divorziati. Tantomeno ai politici che governano stati laici secondo costituzioni democratiche. L’Europa è stata voluta non solo per finalità economiche, ma per evitare guerre di ogni genere, anche religiose, processi sommari, poteri personali, uomini forti al comando. La seconda guerra mondiale è stata la continuazione della prima, così come quest’ultima aveva fatto seguito all’orribile bagno di sangue di Verdun.

Il totale distacco della componente Meloni-Orban e Salvini, con gli altri Stati aderenti alla Carta, rappresenta un vulnus molto pericoloso per l’integrità stessa dell’Ue. Sostenere che si vuole un’Europa senza islamici, rifugiati, immigrati, omosessuali, motivando tutto ciò addirittura dall’appartenenza alla dottrina cristiana e al giudaismo, è un’assurdità. Nulla di tutto ciò sostengono tali religioni. Salvini ora ritiene di rappresentare addirittura gli italiani - con Meloni - alla guida della fronda antieuropea. Gioiscono i leghisti Borghi e Bagnai, che volevano liquidare l’euro, ora hanno accettato il governo Draghi con incredibile incoerenza.

Ma le giravolte salviniane non sono finite così. Ha espresso solidarietà intempestiva e certamente immeritata alla polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, in occasione della mattanza a danno dei detenuti, che avrebbero dovuto custodire e rieducare, per il loro reinserimento nella società. Stante l’imponenza dell’intervento punitivo messo in atto, non si può dire che sia opera di qualche mariuolo o delle solite mele marce. Soprattutto, dopo quanto è emerso dalle sconvolgenti registrazioni venute alla luce, nonostante tentativi non riusciti di distruzione dei filmati.

La Lega sostiene il governo Draghi. L’Europa, con l’assenso anche dei paesi frugali, Olanda in testa, ci ha donato un’ottantina di miliardi e prestati 130, per consentirci la ripresa. Come illogica, irrazionale ed irriconoscente risposta, Salvini, con la Lega al governo, mette in dubbio l’esistenza e soprattutto il futuro dell’Europa stessa. Ancora una sciocca giravolta del "Capitano" dimostra che il sorpasso meloniano lo ha indotto ad iniziative scoordinate, intempestive, tali da minare in modo rilevante il consenso per il Carroccio.

Il sermone di John Donne, ripreso da Hemingway nel titolo del suo famoso romanzo “Per chi suona la campana”, così recita: “E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te". Che cosa ci toccherà vedere, approssimandosi l’elezione del capo dello Stato? Altre giravolte? E a quale prezzo per il Paese?

Piercarlo Barale 

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