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Cuneo esempio compiuto di larghe intese alla Berlusconi-Renzi del "fin che la barca va"

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Dopo i fuochi artificiali delle candidature e delle fantasmagoriche promesse elettorali, molti cittadini si domandano, perplessi, quale governo potrà emergere dopo le elezioni.

In questi giorni, tutti i più autorevoli commentatori si dilettano a passare in rassegna le varie opzioni, anche le più improbabili. Un po’ per alimentare il dibattito e un po’ per non scontentare nessuno. Ma tutti fanno trapelare - anche se non troppo chiaramente per non rompere il giocattolo - che l’unica opzione realistica è il cosiddetto governo delle “larghe intese”, ossia l’accoppiata Berlusconi-Renzi.

Non è solo il calcolo matematico a suffragare questa tesi, ma anche la lettura della campagna elettorale, condotta in punta di fioretto da entrambi i protagonisti, molto soft uno nei confronti dell’altro. E anche l’osservazione che si è evitato, da entrambe le parti, con grande accuratezza, di proporre scontri diretti tra personaggi di spicco nei vari collegi elettorali, sì da creare, sin dall’inizio, un favorevole clima di collaborazione tra le parti. Se quindi il governo delle larghe intese è il futuro prossimo venturo di questo paese, la domanda che sorge spontanea è: “Quale politica potrà mettere in atto un governo di tale fatta?”.

I cittadini di Cuneo non hanno bisogno di esercitare una grande fantasia per dare la risposta a questo quesito, dal momento che stanno sperimentando, da qualche mese a questa parte, un governo di “larghe intese”. Anzi, direi, di larghissime intese, dal momento che nella compagine che governa la città vi sono ex o non ex di vari partiti del centrodestra e, su alcuni argomenti specifici, persino esponenti della minoranza. Quale, quindi, il giudizio su questa Amministrazione?

Un dato di fatto è che una maggioranza così composita, per la sua stessa natura di "budino informe", ha grandi difficoltà ad esprimere una politica chiara, una visione, un progetto per la città: troppe le spinte in diverse direzioni, che necessariamente si traducono in progetti spot, un po’ di qui, un po’ di là, tanto per non scontentare nessuno e tenere la baracca in piedi, sin che la barca va. Non è un mistero per nessuno che quando Borgna, il prossimo anno, potrà essere tentato di fare il salto verso mete più ambiziose, questa maggioranza ha notevoli probabilità di esplodere in mille pezzi. Esattamente come capiterebbe a livello nazionale se dovesse venire a mancare la figura centrale di Berlusconi.

Proprio la presenza di una figura come Borgna, centro di un complesso equilibrio di forze eterogenee, impedisce infatti che emerga una qualsivoglia figura alternativa di riferimento. Non lo è la vicesindaca, ormai da troppi anni sulla scena cittadina, né altri assessori, figure che appaiono impossibilitate o non particolarmente interessate ad emergere in base alla loro personalità. Il giudizio così formulato può apparire impietoso e, qualcuno potrebbe pensare, persino ingiusto. Ma è proprio l’analisi di fatti concreti che induce a queste amare conclusioni.

Nei prossimi articoli ne passeremo in rassegna alcuni...

Guido Chiesa

(1-continua)

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