Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Divulgare la cultura del cibo e non solo: il viaggio di "Gemmadora" tra le colline di Alta Langa

MONDOVì

  • Foto
  • Foto
Condividi FB

FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Nel primo pomeriggio di questo rigido gennaio, un raggio di sole prepotente squarcia la nebbia, illumina e accende il colore turchese della poltrona nel mio studio. Come sospesa in quel magico fascio di luce, vi è accomodata Paola Gula, originaria di Ceva, nonché nota giornalista di enogastronomia e scrittrice.

Mi aspetto da un momento all'altro che, per un sortilegio, Paola lasci cadere i suoi panni a terra e si trasformi in una gatta nera, proprio come succede a Gemmadora, la protagonista del suo libro, che in fuga dalla sua famiglia d'origine, dopo tre ore di macchina nel buio più profondo, si perde tra le nostre colline di Alta Langa.

Chi è Paola Gula, volto minuto, punteggiato da occhi celesti fiordaliso, curiosi del mondo che carpiscono i moti dell'animo altrui e ne traggono anche insegnamento? E' seduta composta in tutta la sua regale semplicità, disposta a svelarsi narrando i punti fermi della sua vita.

Come è iniziata la tua esperienza di giornalista e scrittrice?

"La passione per la letteratura, l'enogastronomia, la scrittura, come le lingue, sono gli ingredienti del mio lavoro degli ultimi anni. Circa trent'anni fa, impiegata alla Cassa di Risparmio di Cuneo, ho chiesto ed ottenuto un part-time, perché, con quattro figli, lasciare una certezza di introito mi sembrava una pazzia. Ho iniziato per caso a scrivere di enogastronomia, ma per farlo, con cognizione di causa, ho seguito e tuttora seguo tutti i corsi di aggiornamento che si presentano sulla mia strada. Partita dal corso di giudice per analisi sensoriale dei tartufi di Alba e dal corso di sommelier, grazie alla mia conoscenza del tedesco e dell'inglese, come inviata dell'Ente Turismo di Alba ho viaggiato molto all'estero per tenere conferenze sul tartufo; ho anche partecipato, in veste di giudice nella stagione 2018- 2019 e una parte del 2019, a La prova del Cuoco su Rai uno".

Come hai conciliato lavoro in banca e giornalismo?

Mi piace lavorare e non mi sono risparmiata, dedicando parte delle vacanze prima ai miei figli, poi al giornalismo. A pensarci bene non so come ho potuto sostenere un ritmo cosi serrato”.

Pensi che sia stata una scelta giusta non lasciare del tutto l'impiego in banca?

“Certamente, è stata proprio la sicurezza di un lavoro dipendente a concedermi il lusso di scegliere le proposte di lavoro al di là del compenso, solo per il mio puro piacere".

Perché la protagonista del tuo ultimo lavoro “Gemmadora” spasima per fabbricare birra?

“Originaria di Ceva, ho respirato sin dall'infanzia l'Alta Langa, però mi è piaciuto diversificare mettendo sullo stesso piano la modernità, cioè la birra, con la tradizione radicata del vino. Ho attinto da racconti sulle Masche di diversi autori, che cito nel libro, facendone collimare i pezzi, insomma costruendo un fantasy all'interno del fantasy, dove c'è sempre la nota del bene e del male, che comunque è nell'indole delle Masche.

Quante Paola Gula sei? Paola Gula che scrive, legge le cose più disparate, fa la maglia, viaggia, fa la mamma...

Come potrei a limitarmi in un campo solo? Mi sveglio al mattino pensando chissà cosa imparerò oggi di nuovo”.

Un solo aggettivo che ti rappresenta?

“Indipendente nel pensiero. Sono stata fortunata come giornalista enogastronomica a non dover sottostare a delle regole o a delle imposizioni, quindi ho potuto esprimermi con una certa libertà”.

Esperta enogastronoma, Paola Gula per il suo ultimo libro intitolato “Gemmadora” ha scelto e amalgamato tutti gli ingredienti per stuzzicare il lettore, con intriganti episodi intrecciati con l'incalzante apparizione di misteriosi personaggi, interpreti di continui ed eclatanti colpi di scena. Gemmadora, la protagonista, mette l'acquolina in bocca facendoci assaggiare tutti i gusti: ribellione, euforia per la fuga, smarrimento, paura nel perdersi nelle colline di Langa, delusione, di non essere approdata a Piozzo, il paese della birra dove si fabbrica la birra. Addolcita, rassicurata poi, dall'ospitalità inattesa, accolta in una casa sperduta, dove dimorerà immersa in una inquietante e sempre più intensa atmosfera di mistero, direi occulta, tanto che poi scopre di avere ereditato i poteri di una Masca leggendaria del paesino di Paroldo, dove suo malgrado ingaggerà una guerra contro il terribile Mascum. E' un susseguirsi di fatti concatenati, un teatro in cui recitano, ai suoi occhi, strampalati personaggi, quanto enigmatici, misteriosi e completamente sconosciuti che, per giunta, dialogano in dialetto piemontese a lei incomprensibile.

Gemmadora piomba in una nevrotica e plausibile sensazione di inadeguatezza ma, a stemperare quel sapore di amaro e di terrore, intervengono la sua simpatia, il suo gusto dell'autoironia, e i commenti davvero esilaranti che fa tra sé e sé, che sono un raffinato dessert che addolcisce il palato del lettore, allentando per un po' quel turbinio di suspense. La cottura delle vivande è fatta a puntino, grazie alla meticolosa documentazione dell'autrice su Paroldo, il piccolo paese d'Alta Langa noto per le antiche tradizioni sulle Masche.

Gemmadora forte come l'acciaio e lucida come l'oro fino  malgrado tutto, riesce a lottare per il bene contro il male e, per aumentare l'interesse, l'autrice aggiunge anche una porzione di erotismo con l'incontro- scontro amoroso, molto tormentato, fatto di sensuali e dolci abbandoni della protagonista, alternati a sofferti distacchi per orgoglio ferito, insomma è un continuo e logorante struggimento di dubbio in campo sentimentale, che poi si svelerà come struggente passione da ambo le parti.

Così, tra alti e bassi, tra battiti di cuore accellerati e improvvisi arresti cardiaci, capitolo dopo capitolo, tutto spinge a leggere fino alla pagina 292. E' un copione degno di una sceneggiatrice professionista, a completare manca solo la colonna sonora in tema, che identifico con “Masca vola via” il brano della celebre cantautrice piemontese Simona Colonna.

Ora è tutto così perfetto che l'anima mi traballa, ma alla fine ho il cuore contento, perché mi è sembrato di vivere l'avventura di Gemmadora, ogni tanto, sentendomi un po' Masca pure io.

Fiorella Avalle Nemolis

 

VIDEO