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Dibattito sulla collocazione del nuovo ospedale di Savigliano "nella difesa del territorio"

SAVIGLIANO

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CUNEO CRONACA - Riceviamo da Pier Fiorito per il movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato "Stop al consumo di territorio": "La sola nuova e inerente considerazione con cui il presidente della Consulta Ecologica, Guido Chiesa, rilancia la discussione su dove debba essere costruito l’ospedale ci sembra costituita dalla necessità, condivisibile, di ricorrere alla valutazione di Impatto Ambientale - VIA. (Leggi QUI)

A tal proposito vogliamo però ricordare che nel nostro caso, procedendo alla costruzione di un nuovo ospedale su suolo agricolo, essendo a disposizione suolo già cementificato, si aggiungono, con ciò stesso, forme di impatto che utilizzando suolo già edificato sono evitate. Tali forme sono costituite dalla perdita di suolo agricolo e dalla necessita di procedere all’abbattimento e/o riutilizzo delle attuali strutture ospedaliere.

La compensazione, costituita dal far ritornare agricolo altro terreno ora considerato edificabile in sostituzione di quello che verrà utilizzato dal nuovo ospedale, non ci sembra una buona soluzione, poiché lo è molto di più utilizzare innanzitutto le aree già cementificate, la cui presenza dovrebbe, come abbiamo ribadito più volte all’Amministrazione comunale, costituire motivo per non costruire su suolo agricolo (e, naturalmente, anche per far ritornare agricole le zone attualmente edificabili).

Le altre considerazioni sono o poco inerenti, vedi, come già detto per il primo intervento di Chiesa, le considerazioni sul Sistema Sanitario, o non corrette. Non ci pare corretto che ci consideri dei portatori di pre-giudizi basati “su principi immodificabili” perché sosteniamo l’opportunità di fermare il consumo di suolo che ormai non è ulteriormente rinviabile, come sottolineato anche da istituzioni statali quali l’Ispra, nei suoi rapporti sul Consumo di Suolo, o la Corte dei Conti, nella sua Deliberazione del 31 ottobre 2019.

Non è corretto neanche quando accusa, per difendere la Consulta ecologica che non l’ha fatto, le associazioni ambientaliste di non essere intervenute nel caso della cementificazione di via Alba. A parte il fatto che la Consulta, a differenza delle associazioni, avrebbe dovuto non solo intervenire, ma, per compito istituzionale, pretendere di essere consultata, vogliamo ricordare che noi siamo intervenuti. Abbiamo infatti documentato come le aree considerate edificabili siano sovradimensionate e, più volte, richiesto all’Amministrazione di far tornare agricola quell’area o, ancora ultimamente dalle colonne dei giornali locali, a edificazione avviata, di creare nell’area, per i lotti per cui non sono ancora stati presentati progetti, un bosco che funga da polmone verde per la città". (Clicca QUI per firmare la petizione)



 

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